Vinicio Boschetti racconta: quando un’inchiesta de il Mediterraneo rovinò l’Estate a centinaia di siciliani che sarebbero dovuti partire per il Giappone a spese della Regione per le Universiadi

Oggi undicesima puntata del volume di Vinicio Boschetti “Giustizia è sfatta”. Correva l’anno 1995, Estate, una carovana di siciliani sta per partire per Fukuoka nel Paese del Sol Levante. Ma…

Il Mediterraneo è stata una bella avventura. Anche se debbo ammettere di avere commesso errori di valutazione sui giornalisti, sia sotto il profilo professionale, sia sotto il profilo umano. Il reddito di un quotidiano dipende da due voci: vendite e raccolta pubblicitaria. E siccome in Sicilia la struttura economica non è certo quella del Nord Italia, va da sé che il maggiore investitore pubblicitario è la pubblica amministrazione. Questo riguarda tutte le iniziative editoriali di giornali e dei periodici. Il Mediterraneo, dopo la scomparsa di Sciangula, ha puntato su una linea editoriale vicina al centrosinistra: cosa, questa, che non piaceva a Giulio, che ha un’estrazione socialista ma non ha mai visto di buon occhio il rapporto privilegiato del giornale con l’allora amministrazione comunale di Palermo di Leoluca Orlando di centrosinistra. I rilievi che Giulio muoveva non erano ideologici: anche se, da socialista, non era proprio innamorato di Orlando, a suo avviso il giornale doveva restare equidistante dagli schieramenti politici. Sui fatti sociali importanti – questo era il suo pensiero – si doveva schierare a sinistra, questo sì, evitando però commistioni con i partiti. Trovammo un accordo, in verità un po’ instabile, prendendo atto che erano i manager del Comune di Palermo che avevano deciso di darci fiducia: più che la nostra linea editoriale – che restava tutto sommato libera da condizionamenti – ai manager del Comune di Palermo interessava la possibilità di raggiungere il pubblico che per la prima volta si avvicinava alla lettura di un quotidiano.

Il nodo delle assunzioni

Ho già detto che Giulio – che con me era il fondatore de il Mediterraneo, che di fatto è nato nella casa di Palermo di suo papà – aveva posto una condizione accettando la direzione del suo amico Francesco ‘Saro’ Terracina: “Le assunzioni dei giornalisti dobbiamo farle insieme. Se comincerete a riempire la redazione di giornalisti radical chic della finta sinistra post comunista ci saluteremo”. Io in verità di assunzioni ne avrò fatta qualcuna e me ne sono pure pentito. Le assunzioni le faceva il direttore Terracina senza consultare né me, né Giulio. In realtà, se debbo essere preciso, Giulio segnalò due assunzioni: quella di Carmelo Lopapa e quella di Salvo Palazzolo, ed io Marcello Barbaro. Terracina era d’accordo. All’inizio Giulio è andato avanti senza problemi. Ha fatto il suo lavoro egregiamente. Lavorava dalla mattina alla sera. Si occupava di politica regionale raccontando le cronache dell’Assemblea regionale siciliana, che poi era il suo lavoro, perché era di questo che si era occupato al giornale L’Ora fino alla chiusura. Il tardo pomeriggio andava a Sala delle Lapidi, la sede del Consiglio comunale di Palermo, e da lì dettava l’articolo sui lavori del Consiglio. In più, ogni tanto, si dedicava agli approfondimenti, che sono sempre stati la sua passione. A fine Luglio mi disse che non era soddisfatto del giornale. Mi pregò di non dire nulla al Terracina. Ma, senza tanti giri di parole, precisò di non essere affatto contento delle assunzioni fatte. Gli chiesi: “Che intenzioni hai?”. Mi rispose: “Non lo so. Ad Agosto ci sarò, anche perché ho già in cantiere un paio di inchieste. A Settembre mi prendo qualche giorno di ferie. Andrò a Sciacca a riflettere”. Giulio è originario di Sciacca dove ha una casa. Il Sabato, quasi sempre, o andava a Sciacca, o andava ad Agrigento, dal suo amico Alfonso Pantalena. Gli chiesi che tipo di approfondimenti aveva in testa per Agosto. Ricordo la sua risposta sorridente: “Poi vedrai. Quello che ti posso garantire è che daremo un pessimo Ferragosto a un paio di centinaia di persone. Ora non posso dire altro”.

“A fine Settembre Giulio mi disse: ‘Caro Vinicio’ le nostre strade si dividono. Buona fortuna’”

In effetti l’articolo che Giulio ha firmato in pieno Ferragosto è stato una bomba. Diciamo che ha creato un grandissimo casino al Governo regionale dell’epoca, che era retto da Matteo Graziano. Riassumo. Nell’Estate del 1995 il Governo regionale doveva inviare una delegazione a Fukuoka, in Giappone, per presentare le Universiadi che si sarebbero svolte due anni dopo. Giulio stava di sopra questa storia da oltre un mese. Aveva scoperto che il Governo regionale, mettiamola così, aveva un po’ esagerato con la composizione delladelegazione. In genere, partono una ventina di persone o giù di lì. Quella volta, invece, erano pronti per partire non ricordo più se trecento o quattrocento persone tutte a spese dell’amministrazione regionale. Una follia. Non ho mai capito come Giulio riuscì ad avere il numero preciso delle persone che sarebbero dovute partire per il Giappone. Secondo me sapeva anche i nomi ma si è rifiutato categoricamente di scriverli. Mi disse: “Che te ne frega dei nomi? Appena tiriamo fuori la notizia scoppierà un casino e rimarranno tutti a Palermo”. Nel folto gruppo di siciliani in partenza c’erano anche giornalisti. Un pomeriggio, intorno alle diciotto di un fine settimana, Giulio consegnò il suo articolo. Umberto Bassi, che mi faceva da consulente, mi telefonò in Norvegia dove ero in ferie con la famiglia e mi riferì che Giulio aveva fatto una bella inchiesta. Bassi mi raccontò che Giulio, consegnando l’inchiesta al direttore, salutò e disse: “Divertitevi. Io vado a Sciacca. Ci vediamo Lunedì mattina”. L’articolo venne pubblicato l’indomani, Domenica. Successe un casino. Un grandissimo casino. Il viaggio in Giappone della delegazione – per la precisione, della folta delegazione – venne annullato. Ricordo ancora il disappunto di tante persone. Molti se la presero pure con me. Un mio conoscente mi disse infuriato: “Al diavolo tu e il tuo fottutissimo quotidiano. Quando mi capiterà più un viaggio in Giappone per una settimana tutto spesato? Avete rovinato l’Estate a un sacco di persone. E ora c’è anche un casino con i biglietti aerei che sono già stati venduti. Siete veramente pessimi”. Quando riferì questa conversazione a Giulio finì a risata. “Dai – mi disse – mi merito un pranzo. Non qui a Palermo. Andiamo alla solita trattoria per camionisti dove preparano una straordinaria carrettiera”. Con Giulio è finita male. A metà Settembre, quando è tornato dalle ferie, mi ha detto: “Vinicio, ti saluto. Questa non è la redazione che avevamo pensato. Avete assunto persone che vi creeranno solo grandi casini”. Gli ho risposto che le assunzioni le aveva fatte il suo amico Terracina. “Lo so – mi rispose – ma l’amministratore del giornale e l’editore, le avete avallate e pagate ogni mese questi giornalisti. Sono quasi tutti della sinistra radical chic. Ti creeranno difficoltà e ti pianteranno i chiodi. Non subito, perché tu sei bravo nella raccolta pubblicitaria e il giornale lo tieni bene. Tra qualche anno, appena si presenterà l’occasione, ti abbandoneranno e ti faranno vedere le stelle. Tra l’altro – aggiunse – non sono irresistibili. A crearti qualche casino ci metteranno poco”. Debbo ammettere che Giulio ha avuto ragione su tutta la linea. Soprattutto dal punto di vista umano. Qualche anno dopo mi sono ritrovato contro una buona parte di giornalisti che l’amministrazione del giornale ha assunto e alcuni di loro, grazie al Mediterraneo, sono anche diventati giornalisti professionisti. Sono comunque andato avanti. In quel periodo svolgevo mie attività personali come pubblicitario con la Cassina, con la Pasta Tomasello ed altre imprese.

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