Veramente la responsabilità dei 130 ettari di macchia mediterranea di monte Inici andati a fuoco è di un signore di 75 anni? Chi avrebbe dovuto eliminare sterpaglie ed erbe secche invece va premiato?

Non solo la pubblica amministrazione è disastrosa nella prevenzione degli incendi boschivi, ma adesso hanno anche trovato i ‘colpevoli’

Il fuoco CHE lo scorso 7 Maggio ha devastato 130 ettari di macchia mediterranea sul monte Inici, sopra Castellammare del Golfo, non è stato provocato dall’inadeguatezza di chi dovrebbe prevenire e intervenire in caso di incendi nelle aree verdi, ma da un signore di 75 anni che, leggiamo sul Giornale di Sicilia online, “nel tentativo di ripulire il suo terreno dalle sterpaglie ha innescato involontariamente il rogo”. Ad intervenite sul posto, leggiamo ancora sul quotidiano, “erano stati gli agenti del Corpo Forestale che hanno denunciato l’uomo per incendio colposo”. Stando alla ricostruzione, l’uomo stava dando fuoco a foglie e arbusti secchi: da qui l’incendio. A noi questa ricostruzione ci sembra un po’ strana. Cominciamo mettere qualche puntino sulle i.

Il vero problema, in questa storia, sta nel fatto il 7 Maggio scorso nessuno aveva eliminato da questa area verde sterpaglie ed erbe secche. Il resto sono solo chiacchiere

Il fuoco si sarebbe “propagato rapidamente”. Se il fuoco si è “propagato rapidamente” significa che monte Inici, il 7 Maggio scorso, era pieno di sterpaglie ed erbe secche. Domanda: chi è che avrebbe dovuto eliminare sterpaglie ed erbe secche dal monte Inici? A chi fa capo monte Inici? Al Demanio regionale? Al Comune di Castellammare? A soggetti privati? Il vero problema, in questa storia, sta nel fatto il 7 Maggio nessuno aveva eliminato da questa area verde sterpaglie ed erbe secche. Da quello che abbiamo capito su monte Inici non erano stati effettuati i lavori di prevenzione del fuoco. Gli uffici della Regione siciliana che dicono? Per caso altre aree verdi della nostra Isola sono ancora piene di sterpaglie ed erbe secche a Maggio inoltrato? Sappiamo che ci sono grandi problemi finanziari. Detto questo, è così difficile, per la Regione siciliana, iniziare i lavori di prevenzione degli incendi nelle aree verdi nei primi giorni di Aprile, alla luce dei cambiamenti climatici in corso? I soldi per stabilizzare i precari della pubblica amministrazione si trovano e non si trovano i soldi per tutelare le aree verdi? Che cosa succederebbe in Sicilia in questo momento se si dovessero materializzare due, tre giorni di scirocco con temperature superiori a 40 gradi, se non di più?

Ai privati sono state date direttive precise su come eliminare sterpaglie ed erbe secche? O una volta ammassate da qualche parte dovrebbero sparire con un colpo di bacchetta magica?

Il signore di 75 anni che stava cercando di ripulire il proprio fondo da sterpaglie ed erbe secche che cosa avrebbe dovuto fare? Abbiamo letto che la pubblica amministrazione ha invitato i privati a eliminare dai propri fondi sterpaglie ed erbe secche. Giustissimo. Provvedimento meritorio. Sono state date le indicazioni su come i privati debbono procedere? Non è una questione di poco conto. Un privato può anche raccogliere sterpaglie ed erbe secche. Poi che deve fare? Chiamare un mago e fare sparire tutto? Se le deve mangiare? O deve essere la pubblica amministrazione – Regione, Comuni, Corpo Forestale, Protezione Civile o altri soggetti ancora – ad occuparsi dello smaltimento di sterpaglie ed erbe secche? Non è, ribadiamo, una questione secondaria. Anche perché, lo ricordiamo, la bruciatura delle stoppie è una pratica agronomica antica, sbagliata quanto si vuole – soprattutto se praticata senza la preventiva realizzazione di fasce parafuoco – ma ancora praticata. In assenza di direttive precise i privati che cosa dovrebbero fare? La nostra sensazione è che, come avvenuto nell’ultimo decennio, si stia procedendo alla carlona, senza un programma preciso. Dove, alla fine – a parte i privati che rischiano di diventare i capri espiatori di Comuni e Regione – nessuno sarà responsabile di nulla.

Foto tratta da Tele Occidente

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