Va avanti la protesta degli allevatori campani e siciliani contro i ‘magheggi’ nella lotta a BRC e TBC. L’adesione del sindacato Sinalp Sicilia

Come tenersi informati sulla protesta

Prosegue la protesta degli allevatori campani e siciliani impegnati a difendere le proprie aziende da un Governo nazionale che, a loro dire, non ha mai affrontato in modo razionale due patologie che colpiscono gli animali:  la Brucellosi (BRC) e la Tubercolosi (TBC) (ce ne siamo occupati qui). Per la cronaca, la Brucellosi colpisce i bovini, le bufale (molto presenti in Campania), gli ovini e i caprini, mentre la Tubercolosi colpisce i bovini, le bufale e, in minima parte, i caprini. In un comunicato leggiamo che “Iafue Perlaterra (la web/radio.tv dell’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare promossa e gestita da Altragricoltura), tutte le sere fra le ore 20,45 e le 21,15, dal 18 Ottobre fa il punto della situazione sulla mobilitazione degli allevatori con collegamenti in diretta dai due presidi in cui si svolge lo sciopero della fame”. In questa fase sono due gli allevatori che hanno iniziato lo sciopero della fame: Pasquale D’Agostino (allevatore del Casertano) e Sebastiano Lombardo (allevatore siciliano, foto sopra). Le cronache registrano un intervento del Sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, che, nell’esprimere la solidarietà e la vicinanza agli allevatori, si è rivolto direttamente ai parlamentari. Il Sindaco di Casal di Principe chiede e si chiede “chi e per conto di quali interessi” viene tenuta bloccata, dall’attuale Governo nazionale, la nomina del Commissario Nazionale per la Brucellosi e la Tubercoolosi (vedi il video alla pagina https://altragricoltura.net/articoli/renato-natale-sindaco-di-casal-di-principe-ai-parlamentari-il-re-e-nudo/).

L’adesione del Sinalp Sicilia

Una novità degna di nota è l’adesione, alla protesta, del sindacato Sinalp Sicilia. “La Delegazione Sinalp Sicilia – leggiamo in un comunicato – composta dal Segretario Regionale, Andrea Monteleone, dal Responsabile Regionale del CAA Sinalp, Andrea Tomarchio, con i colleghi Alfio Tomaselli ed il delegato CAA Sinalp dei Nebrodi, Giacomo Fascetto ha dato il pieno appoggio a lottare per difendere il loro diritto al lavoro ed ha aderito alla RETE ‘Salviamo l’Allevamento ed i Territori’. Dall’incontro che si è avuto a San Teodoro, in provincia di Messina, alla presenza di un notevole numero di allevatori e dei Sindaci di San Teodoro, Acquedolci, Cesarò e San Fratello – si legge sempre nel comunicato – è emerso che l’Europa, questa Europa dei banchieri e delle multinazionali, vuole distruggere l’Agroalimentare Italiano e quindi del Sud e della Sicilia. Pur riconoscendo che la più alta presenza di biodiversità faunistica rispetto all’intera
Europa è concentrata in Italia ed in particolar modo al Sud ed in Sicilia che da sola vanta il
37% della biodiversità Nazionale. Nel 2019 l’Italia era riuscita a far dichiarare dall’Unesco patrimonio culturale immateriale dell’umanità i tradizionali sistemi di allevamento praticati nel Sud ed in Sicilia. Sistemi che rispettano la vita degli animali ed il loro benessere fisico, anche nell’interesse
dei consumatori. Questa vittoria aveva illuso gli agricoltori siciliani che si erano convinti di poter continuare ad allevare le proprie mandrie non rinchiudendole in stalle ed il gabbie per come prevede il
sistema di allevamento intensivo praticato dalle grandi aziende del Nord Italia ed in Europa”.

Le critiche all’Unione europea

“L’allevamento ‘territoriale’ – prosegue la nota del Sinalp Sicilia – permette agli allevatori sia di ovini che bovini o cavalli, di far muovere le proprie mandrie attraverso il territorio siciliano trasferendole dalle alture alle pianure a secondo delle stagioni e delle condizioni climatiche. Questo antichissimo sistema di allevamento permette di avere animali non stressati dal dover vivere in batterie con strette gabbie che ne mortificano finanche l’anima, non bombardati da anabolizzanti e veleni vari, con una tonicità muscolare che ne migliora certamente la qualità della carne e del latte, e per ultimo questo sistema di allevamento del bestiame permette un maggior controllo del territorio che grazie al pascolo all’aperto, lo protegge da incendi e dalla sua desertificazione. Ma l’Europa sta puntando tutto su allevamenti stanziali, con animali rinchiusi in batterie dentro le stalle senza che possano mai vedere un solo raggio di sole e dover ammettere che il Sud Italia e la Sicilia sono leader di un sistema di allevamento ‘naturale’, rispettoso
degli animali, attento a proteggere la natura che li circonda, salvaguardandola anche dagli incendi, diventa sempre più difficile per la Comunità Europea”.
Ci permettiamo di aggiungere che l’Unione europea ha provato, in Olanda, ad eliminare tutti gli allevamenti animali, suscitando la protesta di circa 30 mila allevatori. La Ue lavora per propinarci la carne sintetica e, contraddicendosi, anche gli insetti a tavola. Prima contraddizione: gli ecologisti-oltransisti della Ue vogliono risparmiare agli animali le sofferenze ma propongono, al posto della bistecca e, in generale, della carne i citati insetti: come se gli insetti non fossero animali! Seconda contraddizione: la carne sarebbe dannosa per l’uomo ma fino ad oggi di veramente dannosi per l’uomo potrebbero essere alcune sostanze contenute nel corpo degli insetti, per non parlare dei problemi per chi soffre di intolleranze. Ma andiamo avanti.

I Piani di eradicazione sbagliati hanno portato, solo in Sicilia, alla chisura di circa 400 allevamenti su 1200 aziende e la conseguenziale perdita di circa 5.000 posti di lavoro compreso l’indotto

A questo punto arriva l’accusa del sindacato Sinalp Sicilia: “Da circa 30 anni gli allevatori denunciano i fallimentari Piani di Eradicazione della BRC e della TBC. Questi Piani, invece di eliminare le due malattie, stanno distruggendo l’allevamento tradizionale e di prossimità a favore di quello intensivo, uccidendo migliaia di capi e senza alcuna prospettiva di crescita degli allevamenti. Questi Piani hanno generato un enorme spreco di denaro pubblico con la chiusura, solo in Sicilia, di circa 400 allevamenti su 1200 aziende e la conseguenziale perdita di circa 5.000 posti di lavoro compreso l’indotto. Da tempo il Responsabile CAA del Sinalp Sicilia, Andrea Tomarchio, chiede di conoscere il numero degli animali abbattuti con la scusa che erano infetti di BRC o TBC, informazione necessaria per capire realmente di quanto sono diffuse in Sicilia queste due malattie e se sia stata accertata la loro reale presenza, dove e con quali modalità siano stati avviati a macello, in quanti focolai siano stati isolati i batteri di BRC e di TBC, quale sia stata la curva della prevalenza della BRC e della TBC, ecc.. Il Sinalp Sicilia chiede al Governo Regionale di intervenire in difesa del nostro sistema di allevamento, proteggendolo dagli ormai sfacciati attacchi dell’Europa, visto che lo Stato Italiano sembrerebbe ‘leggermente’ disinteressato del problema.
Chiede di mettere fine allo scandalo che da trent’anni pesa sulla campagne siciliane: quello dei fallimentari Piani di Eradicazione della Brucellosi e della TBC per cui sono stati macellati centinaia di migliaia di animali senza che si siano risolti i problemi, sprecando enormi risorse di denaro pubblico, gonfiando apparati pubblici, e distruggendo un intero patrimonio ambientale e produttivo”. La vera battaglia, aggiungiamo noi, non riguarda solo il Governo nazionale prono agli interessi dell’Unione europea ma riguarda la stessa fallimentare e truffaldina Unione europea che va combattuta. Ci dicono che bisogna lottare per cambiare l’Unione europea. Ma per fare questo bisogna buttare fuori dall’Unione europea i finti Popolari, i finti Socialisti del PSE e anche i Verdi oltransisti che fino ad oggi hanno fatto solo danni, avallando le discutibili politiche ‘green’ di una fallimentare e massonica Unione europea: politiche ‘green’ che di ‘green’ hanno poco o nulla e che invece nascondono solo grandi e volgari affari, dai ‘cappotti termici’ agli edifici per togliere le abitazioni ai cittadini al grande imbroglio delle auto elettriche.

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