Una proposta per provare ad affrontare l’emergenza rifiuti che si è creata in 200 Comuni siciliani con la chiusura della discarica di Lentini

Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, avrebbe dovuto individuare con più oculatezza i suoi assessori. Detto questo, le polemiche, in questo momento, non servono. Proviamo a illustrare cosa si può fare per affrontare l’emergenza

Duecento Comuni della Sicilia, per la raccolta dei rifiuti, possono dipendere da una discarica e, segnatamente, dalla discarica di Lentini? Eppure è quello che sta succedendo nella parte oientale della nostra Isola. Per la seconda volta in pochi giorni gli amministratori giudiziari di questa discarica fanno sapere che l’impianto non è in grado di ricevere altri rifiuti. Ci sono state due ordinanze del presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, che non sono servite a nulla. In questa storia annosa, oggetto di indagini giudiziarie e vari provvedimenti della Magistratura che si sono susseguiti negli anni è palese l’inadeguatezza dell’amministrazione regionale. Del resto, nei giorni scorsi, lo stesso capo della Giunta regionale siciliana, che è anche commissario per l’elergenza rifiuti nella nostra Isola, non ha rispamiato critiche all’assessore che ha la delega dei rifiuti, Roberto Di Mauro, e all’assessore al Territorio e Ambiente, Elena Pagana. In questa fase bisogna capire come affrontare l’emergenza. L’idea di continuare ad utilizzare la discarica di Lentini che, al pari della discarica di Bellolampo di Palermo, avrebbe dovuto essere chiusa già da tempo, è sbagliata. Proviamo a illustrare, per grandi linee, cosa dovrebbe fare il Governo regionale per affrontre l’emergenza.

I rifiuti siciliani vanno portati fuori dalla Sicilia in blocco, magari chiudendo tutte le discariche. Ci vogliono i soldi: ecco come reperirli

In prima battuta fare subito un censimento degli impianti di Tmb (Trattamento meccanico biologico), presenti in Sicilia. Da quello che sappiamo, dovrebbero essere una quindicina. Vista l’emergenza, in questi impianti dovrebbero essere conferiti i rifiuti dei 200 Comuni della Sicilia orientale che non possono più portare i rifiuti nella discarica di Lentini. Bisogna studiare la quantità di rifiuti che un impianto può trattare e, se le condizioni lo richiedono, reperire in tempi brevissimi qualche altro impianto di Tmb. Dopo di che i rifiuti di questi 200 Comuni trattati vanno ‘impacchettati’ e spediti all’estero. Punto. Il sistema delle discariche siciliane non è più in grado di ricevere altri rifiuti. Qualcuno obietterà: dove trovare i soldi? Considerato che l’Italia si trova in una condizione finanziaria difficilissima, tra debito pubblico e nuovo Patto di Stabilità, il Governo siciliano puà ricorrere all’Helicopter Money, come proposto quattro anni da Siciliani Liberi. Allora bisognava fronteggiare l’emergenza Covid, oggi si può ricorrere a questo strumento per ronteggiare l’emergenza rifiuti, magari chiudendo tutte le altre discariche siciliane, a cominciare da quella di Bellolampo a Palermo. In cosa consiste l’Helicopter Money? Proviamo a illustrarlo riprendendo la proposta avanzata quattro anni da dal Movimento politico Siciliani Liberi.

Lo Statuto siciliano consente al Governo di ricorrere all’Helicopter Money

La Regione calcoli quanto denaro serve per trasferire i rifiuti per almeno due anni e mezzo. Ammettiamo, per ipotesi, che occorra un miliardo di euro. La Regione siciliana dovrebbe emettere un titolo del valore di 1 miliardo di euro, riservandone l’acquisto alla Banca regionale pubblica IRFIS spa. Questo titolo sarà formalmente un debito, ma solo formalmente: il debito sarà irredimibile (IRFIS non potrà chiederne mai la restituzione, ma solo la Regione, se e quando lo vorrà, lo rimborserà, anche parzialmente); il debito sarà a interessi zero (IRFIS non potrà avere alcun introito a fronte dello stesso); il debito sarà a tempo indeterminato (non c’è scadenza per il rimborso). In cambio di questo titolo, che IRFIS mette nell’attivo del suo stato patrimoniale, nel passivo apre un conto corrente speciale alla Regione di pari entità. L’articolo 41 dello Statuto autonomistico siciliano garantisce che la Regione possa emettere “prestiti interni”, cioè prestiti rivolti ad operatori interni: e l’IRFIS è un operatore interno. Questa norma, “speciale” per definizione, prevale sulla norma di diritto comune secondo la quale, in condizioni ordinarie peraltro, la Regione potrebbe contrarre debiti solo per far fronte a spese per investimenti. Ma siccome siamo davanti a un’emergenza rifiuti che potrebbe creare problemi gravi il Governo nazionale non dovrebbe opporsi. In due anni il Governo schifani avrebbe il tempo di realizzare uno e due impianti di Tmb per ogni provincia (a Palermo, Catania e Messina non meno di due) e almeno due impianti di compostaggio per ogni provincia. Se poi il Governo vuole realizzare i termovalorizzatori lo potrà fare, tenendo conto per per costruire un termovalorizzatore i tempi previsti vanno da 5 a 7 anni. Intanto, con i fondi dell’Helicopter Money affronterebbe l’emergenza, possibilmente chiudendo tutte le discariche.

QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DI QUATTRO ANNI FA DI SICILIANI LIBERI

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *