Un giornale inglese dà per scontato che chi ha organizzato gli attentati in Libano possieda una sorta di ‘arma letale’. Potrebbe essere scoperta e utilizzata da altri Paesi? O è già diffusa?

Si tratta del Daily Mail il noto quotidiano popolare britannico

Un canale Telegram riporta un passo di un articolo pubblicato dal quotidiano popolare britannico, Daily Mail: “La storia ci insegna che nessuna nuova tecnica militare rimane a lungo monopolio del suo inventore. Quanto ci vorrà prima che Vladimir Putin o Xi Jinping scoprano come far bruciare milioni di iPhone in tutto il mondo nelle tasche dei loro nemici?”. Il giornale inglese, a quanto pare, non crede che cercapersone, walkie-talkie, smartphon, computer e pannelli solari siano esplosi perché un’organizzazione abbia sistemato in ognuno di questi strumenti l’esposivo. Si parla, ovviamente, degli attentati che nei giorni scorsi hanno provocato poco meno di cinquanta morti e migliaia di feriti in Libano. Certo, tanti media occidentali sono ancora in questo momento impegnati a cercare società e 007 vari che avrebbero piazzato gli esplosivi qua e là. Però, se si riflette, appare molto improbabile, se non impossibile, manomettere, ad uno ad uno, migliaia e migliaia di cercapersone e walkie-talkie. L’altra spiegazione logica fa un po’ paura e il Daily Mail la spiattella in modo chiaro: “Quanto ci vorrà prima che Vladimir Putin o Xi Jinping scoprano come far bruciare milioni di iPhone in tutto il mondo nelle tasche dei loro nemici?”. Ufficialmente non c’è una rivendicazione precisa per gli attentati in Libano. Ma tutti, nel mondo, danno per assodato che a utilizzare questa diavoleria tecnologica siano stati in protagoniosti del Mossad, l’agenzia di Intelligence di Israele.

Altro dubbio: siamo sicuri che questa particolare arma sia a disposizione solo di chi ha organizzato gli attentati in Libano?

Diciamolo con chiarezza: il quotidiano britannico lascia capire che gli autori degli attentati in Libano hanno a disposizione un’arma che è in grado di fare esplodere non soltanto cercapersone, walkie-talkie ma anche smartphon, computer, batterie di auto elettriche, pannelli solari e via continuando. Volendo, anche noi abbiamo messo nero su bianco un’idea simile, anche se mantenendo il beneficio del dubbio: “Nuove esplosioni in Libano: saltano in aria anche computer, walkie-talkie, smartphon e pannelli solari. Altro che esplosivi, c’è il dubbio che questi da remoto ormai condizionino le nostre vite“. Il giornale inglese lo dà per scontato. E si chiede, giustamente, cosa succederà quando tutte le potenze avranno a disposizione questa particolare arma. Saremo tutti in pericolo? Chi è che oggi non porta in tasca un telefono cellulare? In quasi tutte le abitazioni e in quasi tutti gli uffici, oggi, si trovano computer. E che dire delle auto elettriche? Se tale arma esiste sarebbero a rischio gli impianti per produrre energia solare. Altro dubbio: siamo sicuri che questa particolare arma sia a disposizione solo di chi ha organizzato gli attentati in Libano?

Il ‘caso’ dell’affondamento del veliero Bayesian in Sicilia, nel mare di Porticello

Prendiamo il caso dell’affondamento del veliero Bayesian nel mare di Porticello, borgata a venti chilometri da Palermo. Anche se la tesi ufficiale è che il veliero da 15 milioni di dollari, costruito per affrontare le tempeste oceaniche, si sia inabissato perché travolto da una tempesta marittima (che, detto per inciso, avrebbe colpito solo questa imbarcazione e non le altre imbarcazioni e il centro abitato di Porticello: e questo già la dice lunga su questa tesi), c’è il dubbio che dietro questo affondamento ci possa essere ben altro: per esempio, qualche tecnologia militare descritta dal blog di Cesare Sacchetti La Cruna dell’Ago (qui l’articolo). Si tratta di una tesi ancora da dimostrare che potrebbe coinvolgere i russi (qui un articolo). Cosa stiamo cercando di dire? Semplice: che siamo messi male, che la vita sulla Terra, con l’eventuale presenza di certe tecnologie letali, è a rischio.

Foto tratta da Imola Oggi

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