Un commando fa fuoco in un teatro a Mosca: oltre 40 morti e tanti feriti. Ora il terrorismo potrebbe arrivare ovunque perché tutto sanno da dov’è arrivata la mano

Vladimir Putin, è stato sfidato sul suo terreno: è superfluo ricordare che il leader russo si è formato nel mondo dei servizi segreti

Ora siamo in guerra. Tutti. Dopo l’attentato terroristico che si è consumato in queste ore a Mosca (qui un articolo dell’ANSA con tutti i particolari e un VIDEO) tutto l’Occidente, da questo momento, è nel mirino di possibili attentati. Il fatto che tutti i nemici della Russia, in queste ore, dicano di non aver nulla a che fare con l’attentato al teatro russo crea ancora più rabbia. Solo un deficiente conclamato, infatti, può pensare che i morti che in queste ore si contano in un luogo di cultura nella Capitale della Russia siano slegati dalla guerra in Ucraina e dalle guerre che l’Occidente, Stati Uniti e Unione europea in testa, stanno fomentado nel mondo. Tutto adesso si complica. Tra l’altro, il presidente della Russia, Vladimir Putin, è stato sfidato sul suo terreno: è superfluo ricordare che il leader russo si è formato nel mondo dei servizi segreti. Ovviamente ci sarà una risposta. E chi in Occidente pensa di avere il ‘culo parato’ si sbaglia, perché quando la guerra arriva, arriva per tutti.

Chi da questo momento in Occidemte ha paura ne ha ben donde

Fino ad ora la Russia di Putin e i suoi alleati non hanno calcato la mano: checché se ne dica, non hanno calcato la mano in Ucraina e, soprattutto, hanno lasciato fuori dal conflitto l’Occidente, benché tutti sanno che, oltre alle armi occidentali, ci sono anche militari occidentali che uccidono soldati russi e che vengono uccisi da soldati russi. Da oggi cambia lo scenario: da oggi in poi si ‘balla’. Basi militari, aeroporti militari e civili, porti, raffinerie di petrolio, metanodotti, cavi sottomarini di fibre ottiche, rigassificatori, navi metaniere (le navi che trasportano gas liquido), centrali elettriche, centrali nucleari: tutto diventa sede di possibili attentati. C’è un detto siciliano molto esplicativo circa la risposta quando si riceve un’offesa o, come nel caso di Mosca, quando viene colpito un obiettivo civile provocando morti e feriti tra la popolazione: “Per un cornuto, un cornuto e mezzo”. Ciò significa che la risposta all’offesa o, come in questo caso, all’attentato subito sarà più duro e più pesante dell’offesa subita e, in questo caso, dell’attentato. Fa bene, in queste ore, chi in Occidente è spaventato: ne ha ben donde. Questo è uno dei casi, purtroppo, in cui non vale il vecchio adagio: “Male non fare, paura non avere”. Perché quando si forniscono soldi e armi a un Paese per attaccare e ammazzare persone di un altro Paese, piaccia o no, si è partecipi del male della guerra. Ora è arrivato il momento della paura. Tanta paura.

Intanto solidarietà al grande popolo russo.

Foto tratta da Il Fatto Quotidiano

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