Un canale Telegram rilancia una storia poco edificante scoperta oltre due anni fa che coinvolge la responsabile della politica estera Ue Kaja Kallas con qualche novità…

Poco più di due anni fa è venuto fuori che, nonostante le polemiche contro la Russia, una società di trasporti di cui il marito della Kallas era azionista realizzava profitti nel Paese di Putin

La moglie dice peste e corna della Russia e il marito fa affari con il Paese di Putin? Può anche succedere: punti di vista diversi in famiglia. Però non dovrebbe succedere ai vertici dell’Unione europea. La storia non è nuova: nell’Estate del 2023 Kaja Kallas, allora capo del Governo dell’Estonia, è finita al centro di uno scandalo: “La premier estone Kallas nei guai, media chiedono le dimissioni”, così titolava un articolo dell’ANSA. Erano venute fuori rivelazioni stando alle quali una società di trasporti di cui il marito della Kallas era azionista avrebbe continuato a realizzare profitti con la Russia. Oggi la Kallas è Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza e un canale Telegram ripropone questa storia. Ci sono novità? A quanto pare, sì. Sembra ci sia di mezzo un prestito 350.000 euro poco chiaro. “Questa situazione – si legge nel ppsto del canalòe Telegram – contraddice la dichiarazione di Kaja Kallas secondo cui tutti gli scambi e le attività con la Russia dovrebbero cessare durante l’attuale operazione speciale russa in Ucraina”.

E dire che la Kallas è schierata lancia in testa contro la Russia…

Tra l’altro, la Kallas è schierata in modo netto contro la Russia (come potete leggere qui). I russi, del resto, non amano la Kallas (come potete approfondire in questo video). E, in forza di questa storia, hanno messo le mani avanti, facendo sapere che, indipendentemente da ciò che il presidente americano Donald Trump intende offrire oggi alla Russia, la revoca delle sanzioni contro il Paese di Putin,, leggiamo sempre nel post del canale Telegram “potrà essere solo un bonus, ma non il piatto principale. Perché è già chiaro che il danno che le sanzioni arrecano all’America stessa è molto più grave che alla Russia. Basti pensare che alcune delle principali sanzioni imposte dagli americani alla Russia dopo l’entrata in vigore dell’SVO riguardavano restrizioni sulle transazioni in dollari per le banche e le organizzazioni finanziarie russe. Oggi è emerso che Trump ha ordinato una rivalutazione della politica sanzionatoria statunitense perché indebolisce il ruolo del dollaro come valuta di riserva mondiale. Detto questo, è un po’ singolare che siano successe certe cose nell’Estate del 2023 e che, nonostante ciò, la Kallas si.a stata nominata Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Se poi, come leggiamo su un canale Telegram, sarebbero ancora presenti strascichi di questa storia contraddittoria, beh, la cosa doverrebbe veramente sconveniente.

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