Tilt informatico, ‘qualcuno’ sta dicendo all’Occidente: “Attenti, perché se vogliamo blocchiamo aerei, treni e carte di credito?” La nostra è solo una domanda. In fondo siamo in guerra, no?

Torniamo a porre la domanda che abbiamo posto lo scorso Venerdì quando è esploso il caos informatico: siamo sicuri che si tratti di un antivirus un po’ biricchino? E se ci fosse dell’altro?

Quando lo scorso Venerì 19 Luglio il tilt informatico mondiale (o quasi) si è manifestato, i protagonisti del cosiddetto Occidente industrializzato hanno fatto precipitosamente sapere che era tutto sotto controllo. Il caos ha interrotto l’attività di aeroporti, treni, banche, servizi pubblici, media, TV, telefoni cellulari, Internet e altro ancora. Ma, ribadiamo, era tutto sotto controllo. Quello che si è capito è che il problema ha travolto “tutti i prodotti Microsoft”. In particolare, ci sarebbe stato un problema con un antivirus, CrowdStrike, molto utilizzato nel mondo informatico. Prima hanno detto che tutto si sarebbe risolto in un paio di giorni, poi che ci sarebbe voluto qualche giorno in più. Oggi scopriamo che forse si risolverà tutto a fine mese, forse nei primi giorni di Agosto. Forse… I problemi sono stati accentuali dal fatto che molte aziende, anche importanti, non sono riuscite ad rispondere in tempi brevi all’emergenza informatica. Questa, almeno, una delle tante spiegazioni ufficiali. Di un possibile attacco informatico, visto che l’Occidente, di fatto, è in guerra contro la Russia per difendere l’Ucraina che vuole entrare nella NATO, non se ne deve nemmeno parlare. Né si deve parlare della concomitanza del blackout informatico con la tempesta solare. Né del fatto che il blackaut informatico ha ‘salutato’ la controversa rielezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea. Nè che ha anticipato di poche ore l’scita di scena di Joe Biden. Nulla di tutto questo. Solo gli effetti di un antivirus un po’ biricchino, anzi, molto biricchino dal momento che il caos è ancora in atto, dove più dove meno. (Sopra, foto tratta da Avvenire)

Switchare significa passare da un sistema operativo a un altro, o da una modalità a un’altra. Cina e India starebbero utilizzando il sistema operativo di Mosca. Insomma questi due grandi Paesi non si sono fatti cogliere impreparati…

“Da Est a Ovest tutto bloccato, tranne in Russia visto che l’uso di Microsoft è limitato”, leggiamo su un canale Telegram. Il dubbio che abbiamo messo nero su bianco il 19 Luglio era fondato: in Russia non c’è stato il tilt informatico (qui il nostro articolo). Il prezioso canale Telegram ci informa anche che “Cina e India hanno chiesto di switchare“, ovvero di passare da un sistema operativo a un altro, o da una modalità a un’altra. Insomma, Cina, India e forse altri Paesi ndel BRICS starebbero utilizzando il sistema informatico di Mosca per non dipendere dallo stallo informatico che ha colpito l’Occidente. Ma questa, in Occidente, non è una ‘notizia’. C’è un’altra notizia particolare: prima di utilizzare il sistema informatico russo, l’aeroporto di Delhi, in India, è stato messo in modalità di controllo manuale: per il cosiddetto sistema di avviso, al posto degli schermi sono stati utilizzati tabelloni e segnalini. A differenza di tanti grandi gruppi economici e finanziari e di tante amministrazioni pubbliche e private di mezzo mondo, l’India non si è fatta cogliere impreparata. Idem, a quanto pare, per la Cina. Ma guarda un po’ che combinazione…

In Occidente c’è ancora un po’ di caos che si protrarrà sino alla fine del mese

Non è così ancora in questo momento in tante realtà occidentali, dove la situazione non è chiara, anche perché le informazioni fornite alla popolazione, dal ‘presunto’ vaccino contro il Covid in poi, sono state e sono tutt’altro che precise, se non confuse ad arte. Si sa che “le principali compagnie aeree statunitensi, tra cui American Airlines, Delta e United hanno sospeso tutti i loro voli a causa di problemi informatici”, leggiamo sempre nel canale Telegram. E ancora: “American Airlines ha vietato il decollo a tutti i suoi aerei a causa di un problema di comunicazione, riferisce l’Amministrazione dell’Aviazione Civile degli Stati Uniti. Gli aeroporti spagnoli hanno riscontrato un ‘incidente al sistema informatico’ che potrebbe portare a ritardi dei voli… L’aeroporto di Berlino ha segnalato possibili ritardi nel check-in a causa di un problema tecnico”. Nell’aeroporto Changi di Singapore, uno dei più trafficati al mondo, stando sempre a quanto leggiamo nel canale Telegram, “il processo di check-in viene gestito manualmente”.

In Giappone ci sono stati problemi con i registratori di cassa. Non è che sono arrivate le ‘Erinni’ di bancomat e carte di credito?

Lo spuntino all’insegna del dollaro sta diventando un problema in Giappone, dove “la McDonald’s ha sospeso le operazioni in circa un terzo dei suoi ristoranti a livello nazionale dopo che i sistemi si sono bloccati. Problemi con i registratori di cassa hanno costretto alla chiusura dei negozi”. Arriviamo, così, a un altro punto centrale di questa storia dalle molte ombre e dalle poche luci: i problemi nei pagamenti con bancomat e carte di credito che si sarebbero verificati in alcuni Paesi. Le banche e i sistemi di pagamento più importanti del mondo sono stati colpiti dal tilt informatico? Le notizie sono frammentarie. L’Occidente ha impiegato un paio di decenni per ingannare i cittadini, facendogli credere che eliminando il contante tutto si semplifica, nascondendo il fatto che gli unici soggetti che guadagnano con i pagamenti elettronici sono le banche. Non è che potrebbero arrivare le ‘Erinni’ di bancomat e carte di credito? Per ora non abbiamo notizie precise su questo fronte. Ma non escudiamo sorprese. Noi, i nostri lettori lo sanno benissimo, siamo “complottisti” e il fatto che l’Occidente sia ancora ‘infognato’ in questo tilt informatico, mentre Russia, Cina, India e forse altri Paesi del BRICS sono fuori da questo caos suscita in noi qualche domanda. Voi che ne pensate?

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