Sulla liquidità in favore degli agricoltori in crisi la politica – italiana e siciliana -fino ad oggi ha prodotto solo promesse a chiacchiere. Il dilemma: votare o no alle elezioni europee?

A nostro modesto avviso gli agricoltori dovrebbero chiedere l’azzeramento dei debiti, altro che moratoria!

Da quando The Hour è in rete segue con attenzione le vivende, o meglio, le vicissitudini dell’agricoltura. Ieri abbiamo provato con un’inchiesta a fare il punto della situazione sulle dighe artificiali siciliane che, pur se costruite per i bisogni dell’agricoltura, vengono utilizzare per finalità lontane dalla stessa agricoltura, quando non vengono abbandonate; oggi diamo spazio a un documento di Giorgio Spataro, allevatore di Modica. Quando abbiamo illustrato i danni provocati dalla siccità in Sicilia, ci siamo soffermati sulla zootecnia di Ragusa e provincia, perché il Ragusano è una terra tradizionalmente vocata per gli allevamenti di animali. “Il movimento spontaneo degli agricoltori, allevatori, produttori e consumatori iblei – si legge nel documento di Giorgio Spataro – fa un appello urgente a tutti i sindaci dei Comuni siciliani affinché si attivino, di concerto con i deputati regionali e nazionali, a fare rispettare quanto promesso in più occasioni e in tutte le sedi dei vari incontri tenutisi, in riferimento alla moratoria dei debiti (sospensione in attesa di una Saccomandi bis, della rottamazione, rateizzazione dei debiti non rientranti nella rottamazione, prestiti C.R.I.A.S., prestiti I.R.C.A.C., versamento contributi C.D., O.T.D. e O.T.I. … ecc…). Si ritiene indispensabile ciò, poiché è prioritario che si garantisca la liquidità immediata e necessaria alle aziende del comparto per poter fronteggiare l’acquisto di foraggio, gasolio ed energia elettrica, per la sopravvivenza del bestiame da allevamento e la coltivazione cerealicola, di ortaggi e piante arboree, impossibile altrimenti sostenere i costi con le sole promesse. Si invitano pertanto gli esponenti della politica ragusana e siciliana, tutti gli agricoltori, allevatori, produttori e consumatori ragusani a partecipare all’incontro che si terrà  il prossimo Venerdì 24 Maggio alle 19.30 presso la sede dell’assessorato allo Sviluppo economico, in via Corrado Di Quattro a Ragusa. Ringraziamo a tal proposito l’assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Ragusa, Giorgio Massari, per essersi fatto promotore di questo importante appuntamento”.

Il nodo delle organizzazioni agricole

Questo punto sollevato nel documento di Spataro è fondamentale. Dimostra che, fino ad oggi, la politica nazionale e siciliana, di concreto, in favore degli agricoltori, non ha prodotto nulla. Di questo dovrebbero tenere conto gli agricoltori e gli allevatori della Sicilia, cominciando a riflettere sul voto che dovranno esprimere tra meno di due settimane in occasione delle elezioni per il rinovo del Parlamento europeo. Per stabilire se andare o no a votare e, nel caso in cui dovessero decidere di recarsi alle urne, chi sostenere. Partendo dalla considerazione che, fino ad ora, dalla politica italiana e siciliana sono arrivate solo promesse e chiacchiere. Quando si parla di politica si parla anche di organizzazioni agricole. La domanda è: le organizzazioni agricole tradizionali hanno fatto qualcosa di concreto, oltre a proporre e presentare le ‘mance’ di un’Unione europea che vuole distruggere l’agricoltura mediterranea, sostituendola in buona parte con pannelli fotovoltaici? Nel documento di Spataro si cita la Coldiretti:

Il mondo della Coldiretti e delle altre organizzazioni agricole tradizionali

“Non si riesce comunque a comprendere – leggiamo sempre nel documento – in quale mondo finora abbiano vissuto le organizzazioni professionali agricole prima tra tutte la Coldiretti, la quale, dopo 5 mesi di protesta da parte dei produttori, sostenendo che il problema della moratoria dei debiti era stato brillantemente risolto dal Governo centrale, dopo le pressanti richieste degli associati e dei produttori, con una «iniziativa di solidarietà», a nostro avviso farlocca per i quantitativi ridicoli (qualche chilogrammo di fieno per ogni capo di bestiame bovino e ovino), invece si sia limitata a donare agli agricoltori, assieme a Consorzi Agrari d’Italia, BF Bonifiche Ferraresi, Associazione italiana allevatori e Fedama – Federazione delle Associazioni Nazionali di Razza, una elemosina che offende la dignità dei associati e non. Inoltre sempre Codiretti, in una follia bipolare, organizza, in data 28 Maggio una manifestazione di protesta a Palermo e non si comprende davvero a quale fine, in quanto nessun associato, alla data odierna, pur ricevendo l’invito ad aderire alla manifestazione, non abbia ancora ricevuto invece alcuna comunicazione in merito alla piattaforma rivendicativa”.

Operazione verità sull’Unione europea

“Urge un’operazione verità – prosegue il documento di Spataro – e sono proprio gli agricoltori ragusani a fare da megafono. Se il Governo regionale siciliano avesse adempiuto al proprio dovere, prevenendo la crisi idrica per tempo, correndo poi ai ripari tempestivamente ed economicamente in maniera adeguata, oggi, i nostri colleghi siciliani non dovrebbero accettare l’elemosina da chi ha dimostrato in questi anni di non aver rappresentato gli interessi degli associati, di non averli saputi e voluti rappresentare seriamente nelle sedi istituzionali e nei giochi economici che questa Italia che cambia volto, mirando a trasformarsi in hub energetico in seno all’Unione Europea, sacrificando sull’altare della transizione energetica, l’agricoltura siciliana, se non addirittura l’intero comparto agroalimentare nazionale. Mentre da quasi 5 mesi in tutta l’Isola si manifesta e si protesta con presidi permanenti e cortei di trattori disperati e inferociti ma pacifici, il Governo siciliano non si impone a Roma a difesa dei siciliani, porta a casa gli spiccioli e lascia spazio ad un Governo nazionale che stanzia miliardi di euro per andare ad investire in Nord Africa, incentivando altrove ciò che non è riuscito minimamente a proteggere e valorizzare in casa propria. Oltre al danno pure la beffa!”. (qui un articolo sugli investimenti dell’Italia in Africa). va detto che investire in Africa non è sbagliato: diventa sbagliato, se non grottesco, investire in Africa mentre si affossa l’agricoltura dell’Europa mediterranea. Questo punto è importante: l’attuale Commissione europea – la peggiore da quando esiste l’Ue – ha accontentato l’agricoltura del Nord Europa eliminando la linea dura sui pesticidi ma mantiene inalterate le penalizzazioni contro l’agricoltura mediterranea – vedi invasione dei pannelli fotovoltaici – limitandosi ad offrire ‘mance’ agli agricoltori. L’Unione europea, il Governo italiano e le Regioni non stanno difendendo il settore agricolo ma lo stanno affossando penalizzando le aziende agricole.

La verità è che gli agricoltori siciliani debbono chiudere con le organizzazioni agricole tradizionali e capire se andare a votare o meno alle imminenti elezioni europee

“Uno Stato che non difende gli investimenti delle proprie aziende, delle proprie imprese, è uno Stato destinato a scomparire – si legge sempre nel documento del referente Giorgio Modica -. Tutti i Sindaci ed i parlamentari regionali attualmente sono impegnati nella campagna elettorale per le europee (a loro dire, causa di tutti i nostri mali). Ognuno presenta il proprio candidato alle europee ma nessuno di questi realmente e concretamente dichiara ciò che andrà a fare, una volta eletto, a sostegno dell’agricoltura e contro le lobby presenti a livello europeo. Pertanto ci si chiede – da produttori o da singoli cittadini consumatori – con quale criterio sia possibile scegliere per quale candidato votare visto che all’interno dei partiti viene detto e fatto tutto e contemporaneamente il contrario di tutto. A nostro avviso questo impegno elettorale ed il relativo risultato finale è solo ed esclusivamente una prova di forza tra partiti politici e non una scelta politica decisionale per mandare al Parlamento europeo uno o più rappresentati del popolo a difesa dei veri interessi delle piccole imprese. La moratoria dei debiti deve essere il pallino fisso di tutti i sindaci, i parlamentari regionali e nazionali se vogliono continuare a rappresentare politicamente e dignitosamente anche i nostri territori”. Nel documento si critica l’assessore regionale all’Agricoltura, Luca Sammartino, attualmente sospeso, “che rimarrà nella nostra memoria per aver dichiarato durante un incontro istituzionale tenutosi in Assemblea regionale siciliana con i produttori presenti che la mattina quando si alzano non avrebbero dovuto pensare alle produzioni ma bensì a presentare «domandine» tramite i giusti tecnici”. L’importante è che l’incontro di domani, a Ragusa, non si risolva con l’ennesima promessa di interventi da parte della politica, che è totalmente fallimentare, a tutti i livelli. Interventi che dovrebbero materializzarsi, ovviamente, dopo il voto per le elezioni europee. Andare dietro alle promesse elettorali sarebbe un gravissimo errore. Torniamo inoltre a ribadire che fino a quando gli agricoltori siciliani non daranno vita a un proprio sindacato – radicalmete alternativo alle attuali organizzazioni agricole e in grado di dialogare direttamente con la politica – non faranno molta strada.

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