Sugli ‘scandali’ Gesù è ‘filosofo’ ma fino a un certo punto: ammette che sono inevitabili ma aggiunge: “Guai a colui a causa del quale avvengono!”

di Frate Domenico Spatola

In questo passo del Vangelo (Luca 17,1-6) si illustra il pensiero di Gesù su coloro i quali creano problemi ai bambini, ai poveri e agli emarginati. Il discorso sulla fede che, come un granello di senape, può sradicare un albero dalle profonde radici

Inevitabili gli scandali? Sì, a detta di Gesù. “Ma guai a colui a causa del quale avvengono! “, aggiunse a minaccia. A chi si riferiva? A coloro che destabilizzano i piccoli. Tale categoria non includeva solo i bambini, ma soprattutto i poveri e gli emarginati, se tra i suoi discepoli dovessero trovare altrettanta gente affarista e litigiosa per il comando. Iperbolica la sentenza: meglio finire affogato con al collo una macina da mulino da non essere ritrovato il suo corpo per la risurrezione finale. Quindi morte definitiva. Sullo stesso rigore il tema del perdono al fratello che pecca anche sette volte al giorno. Sentirono gli apostoli difficoltà a tale proposta e chiesero al Signore un aumento di fede. Ma egli rispose che quella doveva essere la loro risposta e non dipendeva da lui aumentarla. Perciò anche un briciolo di fede quanto un granello di senape, a loro basterebbe per sradicare il gelso, albero dalle profonde radici, per finire in mare, il luogo della morte eterna. Era la loro mentalità tradizionalista che egli voleva in loro scuotere per aprirli alla novità della sua Parola.

Foto tratta da La Luce di Maria

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *