Sono 59 i Paesi che hanno chiesto di aderire al BRICS. Un grande problema per gli Stati Uniti d’America che legittimamente considerano tale atto come ostile al dollaro. E non hanno torto

La notizia non è nuova, perché è nell’aria da tempo. La novità sta nel fatto che si va verso la formalizzazione delle nuove adesioni

La notizia dovrebbe fare riflettere: 59 Paesi intendono aderire ai BRICS, alla SCO (Shanghai Cooperation Organization) e alla EAEU (Eurasian Economic Union). L’argomento viene affrontato da un canale Telegram. SCO e EAEU sono organizzazioni importanti. Ma ancora pià importante è il BRICS. Nel post si legge che le delegazioni di una trentina di Paesi vorrebbero partecipare al vertice dei BRICS che si terrà a Kazan, la capitale della Repubblica russa del Tatarstan, dal 22 al 24 Ottobre. Per la cronaca, l’associazione di Paesi denominata BRICS ormai da alcuni anni lavora alla realizzazione di una valuta alternativa al dollaro americano. Tale associazione nasce con l’acronimo BRIC e ne facevano parte il Brasile, la Russia, l’India e la Cina. A questi quattro Paesi si è poi aggiunto il Sudafrica e l’acronimo è diventato BRICS. Di recente si sono aggiunti al BRICS altri cinque Paesi: Emirati Arabi Uniti, Iran, Egitto, Arabia Saudita ed Etiopia. Ora si dovrebbero aggiungere altri 59 Paesi. La notizia non è nuova. La novità sta nel fatto che si va verso la formalizzazione delle nuove adesioni. (Foto sopra tratta da Avvenire)

Grazie alla guerra in Ucraina e alle altre guerre che si combattono in mezzo mondo gli americani sono riusciti a bloccare la moneta unica del BRICS. Ma la Cina insiste

Ovviamente, agli Stati Uniti d’America il progetto del BRICS non va giù. Gli americani interpretano il progetto BRICS come un attacco all’area del dollaro americano: e non gli si può dare torto. Perché il dollaro americano, oggi, è la moneta con la quale si scambiano nel mondo tanti prodotti, a cominciare da quelli alimentari, per arrivare al petrolio e al gas. Oggi, però, tanti Paesi del mondo non vogliono più utilizzare il dollaro americano. Tra la fine del 2021 e i primi giorni del 2022 si parlava del varo di una moneta unica del BRICS, alternativa al dollaro americano e agganciata all’oro, che avrebbe dovuto vedere la luce, grosso modo, tra la fine del 2022 e i primi mesi del 2023. Tutto si è interrotto perché nel Febbraio del 2022 è scoppiata la guerra in Ucraina. E con una guerra in corso, che peraltro coinvolge tutto l’Occidente contro la Russia, non è facile varare una nuova moneta unica agganciata all’oro espressione del BRICS. Grazie alla guerra in Ucraina e alle altre guerre che si combattono in mezzo mondo gli americani sono riusciti a bloccare la moneta unica del BRICS. Però i cinesi – e questo lo sanno tutti – insistono con la strategia della ‘dedollarizzazione’, processo che porta allo scontro con gli Stati Uniti d’America.

Le scelte economiche e soprattutto monetarie demenziali dell’Unione europea dell’euro e il tentativo fallito degli ‘europeisti’ a trazione tedesca di legarsi alla Cina a spese degli Stati Uniti d’America

Già da oltre un anno alcuni Paesi legati al BRICS commerciano i propri prodotti con monete diverse dal dollaro americano. In pratica, non avendo potuto varare la moneta unica, i Paesi che si riconoscono nel BRICS e altri Paesi che chiedono di entrare in questa associazione hanno iniziato a svolgere le proprie attività commerciali non utilizzando più la divisa americana. Dietro questa strategia ci sono la Cina, che di fatto guida il BRICS, e i Paesi alleati della stessa Cina. La reazione degli Stati Uniti d’America – più che legittima – non si è fatta attendere. Alcune delle guerra che si combattono oggi nel mondo sono legate allo scontro tra Stati Uniti d’America e Cina. Gli americani non accetteranno mai di essere messi da parte nelle attività commerciali, perché ciò significherebbe ridurre il loro potere economico e, in ultima analisi, ridurre il loro tenore di vita. Così stanno dando battaglia. Solo i poco lungimiranti pensano che la moneta, in un sistema economico, sia un elemento secondario. Succede nell’Unione europea dove alcuni Paesi hanno convinto altri Paesi ad aderire a una moneta a credito – l’euro – sulla base della demenziale tesi che l’indebitamento possa essere abbattuto aumentando il Prodotto Interno Lordo (PIL). Dando per scontata la presenza di un mercato infinito e di un sistema di produzione senza ostacoli. Invece il mercato infinito in un modo finito è una stupidaggine degna delle idiozie liberiste, mentre le bizze di un andamento climatico, in parte manomesso dall’uomo, creano altri impedimenti al sistema economico. Gli ‘europeisti’, negli ultimi tre-quattro anni, hanno capito di avere sbagliato tutto e hanno cercato di stabilizzare l’euro a spese del dollaro americano appoggiandosi alla Cina (come potete leggere qui). Ma sono stati scoperti e sputtanati dagli americani che oggi, legittimamente, lavorano per fare collassare l’Unione europea dell’euro. Così ci sono Paesi della Ue, come l’Italia, che ormai soffocano nel debito pubblico; e c’è la Francia, con un debito pubblico uguale, se non maggiore a quello italiano, che fino ad oggi si è salvata grazie alle risorse scippate alle colonie africane. Queste ultime, oggi, grazie a Cina e Russia, si stanno affrancando dalla stessa Francia. Questo è il vero motivo per il quale il presidente francese Macron ha sciolto il Parlamento, ovvero l’Assemblea nazionale francese: per consegnare il Governo al Rassemblement National di Marine Le Pen (foto sotto, tratta da Wikipedia), che dovrà governare la fine del colonialismo francese in Africa.

La strategia monetaria cinese potrebbe materializzarsi in una riedizione rivisitata e corretta del sistema monetario di Bretton Woods senza il dollaro americano come riferimento principale

Come si può notare, l’attacco all’area del dollaro coincide con la crisi del coloniamismo francese in Africa. Tutto questo non potrà che avvenire in un clima di guerra economica e militare. Il probabile scontro tra Cina e USA su Taiwan rientra in questa logica. Se ci chiedete perché di questi temi non si parla nell’Unione europea, dove in queste ore si baloccano sui risultati elettorali per l’elezione di un Parlamento – il Parlamento europeo – che non conta nulla mentre la Ue, piano piano, affonda non è facile capirlo. Forse perché alcuni Paesi Ue sono schierati con gli Stati Uniti e altri Paesi Ue fanno finta di essere schierati con gli Stati Uniti ma in realtà sono ancora legati sottobanco a Cina e Russia? I Socialdemocratici tedeschi, che hanno perso le elezioni, sono tradizionalmente legati alla Russia: cosa che gli americani sanno benissimo, non a caso, subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, hanno attaccato i gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 costruiti da Russia e Germania per portare il gas russo ai tedeschi. Un colpo al sistema di relazioni che lega i Socialdemocratici tedeschi alla Russia di Putin. Quello che è certo è che 59 Paesi che vorrebbero aderire al BRICS sono un bel numero. Se tutti questi Paesi cominceranno a commercializzare tra loro i propri beni, a cominciare da petrolio e gas ma anche prodotti alimentari come gli oli vegetali, i cereali e le leguminose con monete diverse dal dollaro americano, ebbene, da un mercato mondiale unico governato dal dollaro americano si passerà a più mercati con monete diverse. La strategia economica e monetaria cinese è raffinata, perché punta a indebolirte le monete speculative come il dollaro americano preparando la strada al ritorno alle monete agganciate all’oro ma senza il dollaro americano come riferimento principale: quindi con una differenza sostanziale rispetto al sistema monetario di Bretton Woods.

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