Siccità ad Agrigento: 35 anni fa il Governo regionale di Rino Nicolosi eliminò il problema con un dissalatore a Gela. Perché non puntare sui dissalatori alimentati da energia eolica e solare?

Le soluzioni talvolta sono a portata di mano ma non vengono prese in considerazione

“La crisi idrica nel territorio dei Comuni del Libero consorzio di Agrigento sarà al centro della riunione della Cabina di regia per l’emergenza idrica convocata con urgenza per domani, giovedì 20 giugno alle 15, a Palazzo d’Orléans dal presidente della Regione Renato Schifani. In particolare, la struttura sarà chiamata a esaminare la situazione attuale nell’Agrigentino, valutare le azioni compiute finora e a programmare gli ulteriori interventi per mitigare l’emergenza in uno dei territori siciliani più colpiti dalla siccità. Dei primi 20 milioni di euro già stanziati dal governo nazionale, la Regione ha destinato ad Agrigento circa 6 milioni per pozzi e condutture. La riunione sarà presieduta dal presidente Schifani, nella qualità di commissario per l’emergenza idrica. Saranno presenti anche l’assessore dell’Energia e dei servizi di pubblica utilità Roberto Di Mauro e il capo della Protezione civile siciliana Salvatore Cocina a cui è affidato il coordinamento degli interventi della Cabina di regia. Sono stati invitati il prefetto e il sindaco di Agrigento, i rappresentanti dell’Ati di Agrigento, di Siciliacque, dell’Azienda idrica comuni agrigentini e del Consorzio di Bonifica Sicilia Occidentale, il segretario generale dell’Autorità di bacino e il dirigente generale del dipartimento regionale dell’Agricoltura”.

Trentacinque anni fa per la grande sete di Agrigento e provincia bastò realizzare in tempi celeri un secondo modulo di dissalazione nel polo petrolchimico di Gela

Così si legge in un comunicato della Regione siciliana. Intanto sarebbe interessante capire se tutte le dighe artificiali di questa provincia sono a secco. Il riferimento è alla diga artificiale Arancio, a Sambuca di Sicilia; alle dighe artificiali San Giovanni e Furore, a Naro; la diga artificiale conosciuta come lago di Gorgo, a Montallegro; la diga artificiale Magazozlo o Castello tra Bivona e Alessandria della Rocca. E se sono a secco anche le dighe artificiali delle province che confinano con la provincia di Agrigento. Detto questo, troviamo singolare che si stia procedendo alla ricerca di pozzi per affrontare la questione siccità. Ricordiamo che, nella seconda metà degli anni ’80 del secolo passato, quando il clima della Sicilia era di tipo subtropicale arido e non c’erano le piogge di oggi – piogge che ci sono state – l’allora Governo regionale siciliano presioeduto dal democristiano Rino Nicolosi riuscì a risolvere il problema della grande sete di buona parte della provincia di Agrigento realizzando, in tempi celeri, un secondo modulo di dissalazione dell’acqua dentro l’area del polo petrolchimico di Gela. La Regione siciliana aveva realizzato un dissalatore nel polo petrolchimico di Gela; il governo Nicolosi, in tempi strettissimi, realizzò un secondo modulo di dissalazione dell’acqua marina e in pochissimo tempo, dopo anni di grande sete, la città di Agrigento e una quindicina di Comuni di questa provincia ebbero l’acqua.

Con tutta l’energia eolica e fotovoltaica che si produce in Sicilia i dissalatori opererebbero a costo zero

Allora i dissaltori funzionavano bruciando idrocarburi con costi non indifferenti e inquinamento dell’ambiente. Oggi, a distanza di oltre trentacinque anni, le tecnologie di dissalazione dell’acqua marina sono migliorate e, a parità di impiego di energia rispetto al passato, producono una maggiore quantità di acqua dissalata. Non solo. La Sicilia di oggi è letteralmente invasa da pale eoliche e pannelli fotovoltaici che producono energia. In parole semplici, una parte dell’energia prodotta dalle pale eoliche e dai pannelli fotovoltaici potrebbe essere utilizzata per fornire energia ai dissalatori. Visto che sembra diventato impossibile utilizzare l’acqua delle oltre quaranta dighe artificiali presenti in Sicilia si potrebbero realizzare dissalatori nelle zone costiere alimentatio da energia eolica e solare. Magari prevedendo che chi realizza tali impianti di energia alternativa, sispera lontano dalle aree agricole, ne lasci una parte alla Regione siciliana.

Foto tratta da Leggo Tenerife

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