Chiusi in Russia i lavori dell’assemblea dei Paesi del BRICS con la presentazione della nuova moneta unica del BRICS alternativa al dollaro e agganciata all’oro

Il progetto di una moneta unica del BRICS non è nuovo. E’ stato interrotto a causa dello scoppio della guerra in Ucraina. Ma il fine del BRICS resta la creazione di un’alternativa monetaria, politica e culturale al demenziale ultra-liberismo e globalismo che sta facendo affondare l’Occidente

Sono tante le novità emerse durante i lavori dell’assemblea del BRICS di Kazan. Intanto è importante il luogo dove si è svolta l’assembleadel BRICS: Kazan è la sesta città della Russia con poco meno di un milione e 300 mila abitanti. E’ una città ricca di attività industriali, commerciali e culturali e, come leggiamo su Wikipedia, “è il più importante sito della cultura tatara“. Come accennato, le novità emerse sono tante ma la più importante, a mio modesto giudizio, è la presentazione della moneta unica del BRICS (foto sopra tratta da un canale Telegram). Iniziativa che è stata illustrata dal presidente della Russia, Vladimir Putin (foto sotto con Putin che presenta la moneta unica del BRICS). Ricordiamo che l’associazione di Paesi BRICS è nata per dare vita a una moneta alternativa al dollaro americano. Quella presentata da Putin è un’anticipazione di un progetto che avrebbe dovuto materializzarsi nell’Autunno del 2022. Tutto, però, si è bloccato con lo scoppio della guerra in Ucraina avvenuto a fine Febbraio 2022. Da allora il progetto di una moneta unica del BRICS alternativa al dollaro statunitense e agganciato all’oro è stato ‘congelato’. Ma la cosiddetta ‘dedollarizzazione’ è andata avanti, tant’è vero che nell’Agosto dello scorso anno i Paesi del BRICS hanno varato un sistema di pagamento alternativo al dollaro: il BRICS Pay (qui un articolo).

Al BRICS hanno aderito 13 nuovi Paesi

Un’altra novità rilevante è l’aumento del numero di Paesi che hanno aderito al BRICS. Per la cronaca, i Paesi fondatori di questa associazione nata nel 2009 sono Brasile, Russia, Cina e India. A questi quattro Paesi, nel 2010, si è aggiunto il Sudafrica. Nella riunione dell’assemblea del BRICS dello scorso anno Arabia Saudita, Argentina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran sono stati invitati ad unirsi al BRICS. Di questi, hanno aderito Egitto, Emirati Arabi, Etiopia e Iran, che sono entrati a far parte del BRICS l’1 Gennaio di quest’anno. Nella riunione dell’associazione che che si è tenuta nei giorni scorsi in Russia, a Kazan altri 13 Paesi hanno annunciato l’adesione al BRICS. La notizia la apprendiamo da un canale Telegram che pubblica i nomi dei Paesi con le rispettivce bendiere:

🇩🇿

Algeria

🇧🇾

Bielorussia

🇧🇴

Bolivia

🇨🇺

Cuba

🇮🇩

Indonesia

🇰🇿

Kazakistan

🇲🇾

Malesia

🇳🇬

Nigeria

🇹🇭

Tailandia

🇹🇷

Turchia

🇺🇬

Uganda

🇺🇿

Uzbekistan

🇻🇳

Vietnam

‼️
Anche la Turchia ha aderito al BRICS: non a caso ha subito un attentato terroristico

Tra i 13 Paesi che hanno aderito al BRICS c’è anche la Turchia, Paese che si è salvato, perché la sua presenza, nel 1987, non è stata accettata dalla Comunità Economica Europea. La Turchia, che è un Paese con il 90% circa di popolazione musulmana, è stato intruppato in modo confusionaro nell’Occidente e anche nella NATO. Grazie alla lungimiranza del suo attuale presidente, Recep Tayyip Erdoğan, la Turchia si è piano piano distaccata dall’Occidente, subendo anche un tentativo di colpo di Stato. L’attacco terroristico alla Turchia di questi giorni, con molta probabilità, è legato all’adesione di questo bellissimo Paese al BRICS. Una scelta che all’Occidente e, soprattutto, alla NATO non è andata giù. Ma ormai la Turchia, per sua fortuna, non fa più parte di uno sgangherato Occidente in piane crisi e, soprattutto, come già accennato, è riuscito a sfuggire al ‘lager’ massonico dell’Unione europea. ormai la Turchia fa parte del BRICS, alla faccia degli ‘europeisti’.

Quasi la metà della popolazione mondiale ha aderito al BRICS la cui economia supera ormai l’economia dei Paesi del G7. La Nuova Banca di Sviluppo BRICS alternativa ai fallimenti del Fondo Monetario Internazionale ormai da decenni nelle mani del demenziale globalismo economico

Oggi le economie dei Paesi BRICS rappresentano quasi la metà della popolazione mondiale. A differenza dell’Unione europea, la cui economia sta affondando ‘impiccata’ alla guerra in Ucraina e alla demenziale moneta unica europea (leggere euro), i Paesi del BRICS segnano un tasso di sviluppo che sicuramente non è uniforme ma che è accelerato rispetto a un Occidente in crisi, tra inflazione e deindustrializzazione. Questi Paesi si stanno sviluppando a un ritmo accelerato e dimostrano stabilità. Molto istruttive le parole pronunciate da Putin che noi riprendiamo per sommi capi da un canale Telegram: “Il PIL complessivo dei BRICS supera i 60mila miliardi di dollari, un totale che supera quello dei Paesi del G7, e il divario non potrà che ampliarsi”. E ancora: “Il presidente russo ha osservato che la crescita complessiva dei Paesi BRICS dovrebbe essere quest’annodel 4%, superiore a quella dei Paesi del G7 per i quali è previsto un +1,7℅. Il PIL totale dei Paesi BRICS supera con sicurezza gli indicatori dei Paesi del G7 e continua con sicurezza a crescere. Le aziende dei Paesi BRICS collaborano con successo tra loro e realizzano progetti comuni. La Russia cerca di facilitare l’integrazione dei nuovi Paesi che entrano a far parte del BRICS”. Secondo il presidente della Russia, la crescita economica dei Paesi BRICS dipenderà sempre meno dall’influenza esterna, sostenuta anche dalla Nuova Banca di Sviluppo BRICS, che è un’alternativa ai meccanismi di sviluppo occidentali che, aggiungiamo noi, sono iniqui. Basti pensare ai disastri ripetuti ripetuti provocati del Fondo Monetario Internazionale, istituzione fallimentare dove l’unica economia che si conosce è quella ultra-liberista e globalista che sta portando l’Occidente all’autodistruzione. Putin, in conclusione, ha proposto di creare una nuova piattaforma di investimenti BRICS per sostenere le economie nazionali e i Paesi del Sud e dell’Est del mondo.

“Il piano dell’Occidente di isolare la Russia è fallito. Il tempo di Biden, Macron, Scholz è finito”. Sante parole

Le parole che Vyacheslav Volodin, presidente della Duma di Stato (il Parlamento russo), ha pronunciato durante i lavori dell’assemblea del BRICS, riportate da un canale Telegram, illustrano, piaccia o no all’Occidente e all’Unione europea, una grande verità che oggi è sotto gli occhi di tutti: “Il piano dell’Occidente di isolare la Russia è fallito. Il tempo di Biden, Macron, Scholz è finito. I Paesi vogliono vivere in un mondo multipolare ed equo, basato sul rispetto reciproco e sull’uguaglianza sovrana degli Stati”. Come si può notare, i Paesi del BRICS vanno in controtendenza rispetto alla balordaggine che va in scena nell’Unione europea, dove i Paesi non godono più né di sovranità monetaria, né di sovranità politica e, quel che è peggio in tempi di cambiamenti climatici, nemmeno di sovranità alimentare. La balordaggine dell’attuale Unione europea viene dimostrata dal disinteresse verso l’agricoltura, se è vero che la Ue punta a smantellare i seminativi dell’Europa mediterranea per rimpiazzarli con pannelli fotovoltaici e pale eoliche. Quando la siccità e le indondazioni – che sono già presenti da qualche anno in forme non ancora devastanti – ridurranno ulteriormente la superficie agraria europea, gli ‘europeisti’ l’energia ‘green’ se la infileranno… Ultima notizia di grande importanza politica è la posizione della Serbia che ha espresso la volontà di entrare a fa parte del BRICS. Con grande lungimiranza il Governo serbo ha fatto sapere che questo Paese non ha alcuna intenzione di entrare nell’Unione europea. Impossibile non dare ragione ai governanti serbi.

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