Sempre più diffuso in agricoltura l’acido pelargonico, diserbante che non inquina e non crea problemi all’uomo e agli animali. Funziona anche per parchi e giardini cittadini. Parla Mario Pagliaro

E’ finalmente disponibile su larga scala un prodotto che elimina le cosiddette malerbe senza lasciare residui dannosi nei terreni e nei prodotti agricoli

Maggio è alle porte. Ed è iniziata in tutta Italia la stagione del diserbo. Sono passati quasi 6 anni da quando Mario Pagliaro (nella foto sotto) scrisse per la testata I Nuovi Vespri uno dei primi articoli divulgativi su un nuovo diserbante naturale, l’acido pelargonico. Il chimico del Cnr spiegava come “diluito in acqua e spruzzato sulle erbe infestanti, l’acido pelargonico distrugge la cuticola fogliare idrofobica che protegge le cellule dalla disidratazione. Non ha invece alcun effetto sul tronco, e non intacca l’apparato radicale per cui, ad esempio, è utilizzato anche nel diserbo dei frutteti e dei vigneti (spollonante), oltre che in ambito extra agricolo per il diserbo dei viali di parchi e giardini, dei bordi stradali e dei marciapiedi”. Insomma, un’alternativa al glifosato, diserbante noto in tutto il mondo. Pochi mesi dopo il team di Pagliaro pubblicherà l’articolo di riferimento a livello internazionale sull’acido pelargonico come nuovo erbicida. Siamo tornati a sentirlo perché si tratta di un tema di grande importanza ambientale ed economica, specie in Sicilia dove l’agricoltura costituisce un settore essenziale dell’economia. (Isopra, un vigneto, foto tratta da Wikipedia).

IN CINQUE ANNI IL PREZZO DI QUESTO PRODOTTO E’ SCESO E ORA E’ ACCESSIBILE PER GLI AGRICOLTORI. OTTIMO PER LA CURA DEL VERDE CITTADINO

Lei nel 2019 scriveva che il mercato globale dell’acido pelargonico era ancora piccolo, con un valore 90 milioni di dollari e un tasso di crescita annuo del 5%, ma che il prezzo sarebbe diminuito rapidamente al crescere della produzione come avvenuto con i pannelli fotovoltaici. E’ andata così?

“Sì. Il prezzo dell’acido pelargonico è calato e l’uso divenuto comune. Sono arrivati sul mercato decine di nuovi prodotti commerciali e molte aziende, fra le quali anche una italiana, hanno iniziato la produzione di questa sostanza naturale che si ottiene per conversione chimica dell’acido oleico. Una volta spruzzato sulle piante infestanti, l’acido pelargonico esercita la sua funzione di essiccante e viene biodegradato rapidamente senza generare alcun residuo tossico nel terreno o nelle piante trattate, incluse le radici. E’ iniziato in questi giorni nel Comune di Colleffero il diserbo dei parchi e dei giardini, oltre che dei cigli delle strade interamente basato sull’acido pelargonico. Giustamente l’amministrazione comunale lo ha presentato alla cittadinanza lieta di usare finalmente un prodotto ecologico. E così come i piccoli Comuni, hanno iniziato a farlo anche quelli grandi. Il Comune di Bergamo ha annunciato pochi giorni fa che passerà integralmente all’acido pelargonico per la cura del verde pubblico (qui un articolo). Inoltre, hanno iniziato ad usarlo anche le aziende agricole, con benefici positivi diretti e immediati sulla salute umana ed animale”.

MOLTE AZIENDE AGRICOLE LO UTILIZZANO ANCHE IN SICILIA

Davvero ci sono aziende agricole in Italia che hanno iniziato ad usare l’acido pelargonico?

“Certo. In Lombardia è usato ad esempio come defogliante nella coltivazione delia soia da parte di un’zienda agricola in provincia di Brescia. Prodotti fitosanitari a base di acido pelargonico sono già approvati in Italia per il controllo delle infestanti e dei polloni di vite, olivo, nocciolo e alberi da frutta, fitoregolazione del tabacco e per disseccamento pre-raccolta di patata, erba medica e arachide. Le aziende agricole che li usano sono già molte, anche in Sicilia”.

UNA SOLUZIONE NELLE AREE DEL VENETO DOVE SI PRODUCE IL PROSECCO: UN’ALTERNATIVA AI PRODOTTI CHIMICI INQUINANTI

In Sicilia? E perché nessuno ne sa nulla? Noi seguiamo da vicino il mondo dell’agricoltura siciliana. Riceviamo decine di comunicati stampa ogni anno. E su una cosa così importante nessuno dice o scrive nulla?

“Certo, anche in Sicilia. L’azienda italiana che ha industrializzato il nuovo processo di produzione dell’acido pelargonico, poi acquisita dalla divisione chimica di Eni, ha condotto prove di efficacia su svariate colture in collaborazione con la Coldiretti. Fra le aziende agricole coinvolte, c’è un’azienda vitivinicola siciliana. Tutte le prove, che hanno riguardato anche il tabacco dove è usato come fitoregolatore, o le viti con cui in Veneto si producono le uve del prosecco, hanno dato risultati eccellenti. Ottenuta così l’autorizzazione ministeriale, l’azienda ha iniziato a commercializzare l’acido pelargonico formulato in taniche da 20 litri o in cisterne da 1000 litri, che oggi distribuisce su tutto il territorio nazionale tramite i Consorzi agrari. Quanto al fatto che non lo sappia nessuno, gli agricoltori, che leggono l’Informatore Agrario, lo sanno: fu proprio la nota testata a darne notizia lo scorso Novembre”.

OVVIAMENTE VA BENISSIMO ANCHE PER IL DISERBO DEI CAMPI DI GRANO

E il grano? E’ possibile utilizzarlo come diserbante anche nella coltura del grano?

“Sì. L’acido pelargonico è un erbicida non selettivo particolarmente efficace contro le infestanti soprattutto nelle fasi giovanili. Questo ne consente ad esempio l’uso durante la ‘falsa semina’ in cui dopo aver preparato il terreno si attende la nascita delle malerbe, per rimuoverle con l’acido pelargonico che agisce così, come dice Aldo Ferrero, come una ‘falce chimica’: che come la falce cioè taglia ma non circola dentro la pianta. Poi, si semina il grano che crescerà senza concorrenza”. 

E’ anche utilizzato per il diserbo dei giardini domestici? Pensiamo ai milioni di italiani che vivono in ville di campagna o in città che ogni anno devono diserbare. Lo usano anche loro?

“Molte famiglie nelle loro abitazioni con giardino, e molte aziende che si occupano della manutenzione dei giardini o dei prati domestici, ormai ricorrono all’acido pelargonico tanto in Italia che in altri Paesi del mondo. Infatti, il mercato in sei anni è più che raddoppiato in termini di valore economico, per raggiungere i 200 milioni di dollari nel 2024, ma triplicato in termini di volumi usati, proprio perché i prezzi sono scesi, e la produzione cresciuta insieme alla conoscenza di questo nuovo prodotto. E’ sufficiente condurre una ricerca su internet sull’acido pelargonico come diserbante per ritrovare molti prodotti commerciali in vendita sui principali siti di commercio elettronico, e numerosi video in cui viene mostrato come usare i formulati a base di questo acido naturale per il diserbo del prato, dei giardini o dei vialetti”.

Un’ultima domanda: perché di cose belle come queste si sa poco o nulla? Seguo da anni il mondo agricolo e, da quello che so, non mi sembra che l’acido pelargonico sia molto conosciuto. So, invece, che anche in Sicilia, quando il prezzo basso del grano duro non scoraggia anche la semina, si utilizza ancora il glifosato in pre-semina.

“Questo accade perché, come dice il mio amico Giuseppe De Rita, in Italia economia e cultura non si parlano. Non è vero, ad esempio, che di acido pelargonico non si parli. Lo scorso Novembre alla fiera Ecomondo di Rimini un’intera sessione è stata dedicata al caso di studio del formulato italiano a base di acido pelargonico. Oltre all’impresa che lo produce e a numerosi dirigenti delle imprese agricole che lo hanno utilizzato per valutarne l’efficacia, sono intervenuti tanto i dirigenti ministeriali che quelli di Coldiretti addetti alla divulgazione. E’ un lavoro, quello formativo e informativo, che richiede tempo e pazienza. Ma che poi dà invariabilmente grandi frutti. L’uso in agricoltura dell’acido pelargonico come diserbante, per la spollonatura, e come agente fitoregolatore va già considerato come un grande successo dell’ingegno italiano”.

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