Roma stanzia miliardi di euro con il Piano Mattei per investire in Nord Africa e abbandona ciò che dovrebbe proteggere in casa propria. Cosa dicono le organizzazioni agricole tradizionali?

dal Franco Calderone del movimento La Sicilia Alza la Testa
riceviamo e pèubblichiamo

Gli agricoltori figli Figli di un dio minore. I due tavoli dell’assessorato all’Agricoltura della Regione siciliana ricordano il gioco delle tre carte

Gli agricoltori non possono fare parte dei tavoli tecnici ai quali si siedono le confederazioni sindacali che di fatto non hanno mai difeso gli interessi delle categorie di agricoltori di cui detengono i fascicoli aziendali. Questo è l’unico dato certo che si evince dalle dinamiche alle quali gli agricoltori hanno assistito nel lasso di tempo tra una prima convocazione, l’annullamento della stessa convocazione e la comunicazione di una seconda convocazione in Regione, a firma dell’ing.egere Calogero Foti, Capo di Gabinetto, con oggetto: “Incontro sullo stato di crisi dell’agricoltura”. Abbiamo assistito ad apparizioni e sparizioni. Nella prima convocazione, con data 10 Maggio, apparivano tra i destinatari oltre ai referenti dei vari movimenti e comitati degli agricoltori siciliani: CONFAGRICOLTURA, CIA, COLDIRETTI, COPAGRI, U.C.I., CONFCOOPERATIVE, LEGA delle COOPERATIVE Sicilia, AGCI Sicilia – Associazione Generale delle Cooperative Italiane, UNCI Sicilia – Unione Nazionale Cooperative Italiane, Ass.ne UN.I.COOP – Unione Italiana Cooperative – Unione Regionale Sicilia. Nella seconda convocazione, con data 20 Maggio, tutti spariti; sono rimasti solo i referenti dei vari movimenti e comitati degli agricoltori siciliani. Pertanto negli uffici dell’assessorato regionale all’Agricoltura, di mattina, si è tenuta una riunione con le rappresentanze sindacali per discutere evidentemente di argomenti segreti, di pomeriggio invece si è fatto un altro tavolo tecnico esclusivamente alla presenza degli agricoltori che hanno accettato l’invito.

Alla fine cosa hanno ottenuto gli agricoltori che hanno partecipato alla riunione? Solo chiacchiere e promesse in vista delle elezioni europee

La Sicilia Alza la Testa, pur essendo stata entrambe le volte invitata, ha optato, per coerenza, a non aderire ad alcun tavolo tecnico, incontro bilaterale o riunione di qualunque altra natura. Tale decisione nasce dall’amara consapevolezza che purtroppo nulla può essere fatto a favore degli agricoltori, con i miseri strumenti e le altrettanto misere risorse economiche regionali. Questa consapevolezza, per la quale avremmo voluto, veramente, essere stati smentiti, ha trovato conferma nella sintesi dell’incontro tanto atteso. Da attente valutazioni sugli argomenti trattati, ci si rende conto che, mentre gli agricoltori fanno la conta dei ‘cadaveri in putrefazione’, in Regione si sta ancora riflettendo e valutando su quale tipo, se possibile, di equipaggiamento dotare l’ambulanza, nonché macchina burocratica dei soccorsi. Agli agricoltori intervenuti all’incontro, immortalatisi davanti all’assessorato agricoltura con smaglianti sorrisi, chiediamo: cosa avete portato di concreto a casa? Farete arrivare il fieno a chi non lo ha? Per organizzare immediatamente il servizio di rifornimento idrico a chi ha gli animali assetati cosa è stato fatto? Niente. Anzi no. Qualcosa è emerso: la coerenza. La Regione siciliana ha dimostrato coerenza nel non fare: così come, fin dall’inizio di questa drammatica situazione, non ha fatto niente di concreto ancora oggi non si è fatto niente. Si vuole prendere tempo, tergiversare, procrastinare, indorare la pillola, almeno fino alla data dell’appuntamento politico delle elezioni europee. Tutto studiato a tavolino, strategicamente, per sedare la protesta, ammansire i protestanti e bollire la rana a fuoco lento. Ma è possibile che dopo 5 mesi di battaglia pacifica e civile, ma forte e determinata, ci portiamo a casa soltanto la timida comunicazione che la Regione siciliana proverà a seguire la strada intrapresa dall’Emilia Romagna? Come se noi non avessimo uno Statuto speciale e come se agli animali si potesse dire di soprassedere qualche giorno senza fieno.

Agricoltura svenduta per fare posto a un hub energetico europeo

No, non va bene così, servono misure urgenti ed appropriate in tempi brevissimi, anzi servivano già ieri.
Servono provvedimenti d’urgenza. Non servono diversi tavoli tecnici ad escludendum. Serve ridare dignità alle aziende agricole, serve affrontare i problemi e risolverli, serve non emarginare in cucina i servi, alcuni dei quali si sono rotti le scatole di essere presi in giro da un sistema burocratico che non riesce a dare nessuna risposta in tempi necessariamente brevissimi. La Sicilia Alza la Testa non si farà mettere da parte da nessuno. Pretendiamo risposte certe, anche se ormai tardive, da parte della politica e di conseguenza da parte della burocrazia. Inoltre, se il Governo regionale siciliano avesse adempiuto al proprio dovere, prevenendo la crisi idrica per tempo, correndo poi ai ripari tempestivamente ed economicamente in maniera adeguata, oggi i nostri colleghi siciliani non dovrebbero accettare l’elemosina da chi ha dimostrato in questi anni di non aver rappresentato gli interessi degli associati, di non averli saputi e voluti rappresentare seriamente nelle sedi istituzionali e nei giochi economici che cambiano il volto a questa Italia, che mira a trasformarsi in hub energetico in seno all’Unione europea.

Il Governo nazionale vuole la morte dell’agricoltura siciliana e italiana

Il Governo centrale ha pianificato il Piano Mattei, sacrificando sull’altare della transizione energetica l’agricoltura siciliana, se non addirittura l’intero comparto agroalimentare nazionale. Mentre da quasi 5 mesi in tutta l’Isola si manifesta e si protesta con presidi permanenti e cortei di trattori disperati e inferociti ma pacifici, il Governo siciliano non si impone a Roma a difesa dei siciliani. Un Governo siciliano che porta a casa gli spiccioli e lascia spazio ad un Governo nazionale che stanzia miliardi di euro per andare ad investire in Nord Africa, incentivando altrove ciò che non è riuscito minimamente a proteggere e valorizzare a casa propria. Oltre al danno pure la beffa! Troviamo indecente tale scelta strategica e ci indigniamo per l’elemosina travestita da solidarietà messa in atto proprio da chi ha promosso, partecipato e caldeggiato nonché investito sul Piano Mattei, che decreta il decesso dell’agricoltura siciliana ed italiana.

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