Roma per fare ‘cassa’ vuole tagliare i fondi per gli anziani non autosufficienti ricoverati nelle Rsa. Si ‘mangeranno’ anche i fondi per i malati di Alzheimer e di altre malattie neurodegenerative?

Bisogna trovare i soldi per le armi e in questi casi non si può andare tanto per il sottile…

Mentre la politica italiana, ad eccezione del Movimento 5 Stelle, della Lega e di Verdi e Sinistra, si chiara favorevole al riarmo di quello che resta della fallimentare Unione europea dell’euro senza sapere ancora dove verranno trovati circa 850 miliardi di euro, si scopre che il Governo italiano di Giorgia Meloni si accinge a tagliare i fondi agli anziani che sono ricoverati nelle Rsa. La notizia la leggiamo su un canale Telegram che riprende un articolo del quotidiano La Stampa (qui articolo). Per la cronaca, le Rsa, sigla che sta per Residenze sanitarie assistenziali, sono, leggiamo su Wikipedia, “strutture non ospedaliere ma comunque a impronta sanitaria, che ospitano per un periodo variabile da poche settimane al tempo indeterminato persone non autosufficienti, che non possono essere assistite in casa e che necessitano di specifiche cure mediche di più specialisti e di un’articolata assistenza sanitaria. Si differenziano dalle strutture riabilitative per la minore intensità delle cure sanitarie e per i tempi più prolungati di permanenza degli assistiti, che in relazione al loro stato psico-fisico possono in alcuni casi trovare nella stessa anche ospitalità permanente”.

L’obiettivo è quello di costringere le famiglie a tenere in casa gli anziani non autosufficienti

Insomma, oltre agli agricoltori dell’Europa mediterranea, i quali gli ‘europeisti’ contano di tagliare una parte dei fondi europei (a rischio sono i sostegni a grano e agrumi), la politica italiana ha trovato un’altra possibile fonte di finanziamento per foraggiare la produzione di armi: gli anziani non autosufficenti. Nel disegno di legge che dovrebbe rilanciare la boccheggiante sanità pubblica di quello che resta dell’Italia, è stato inserito un emendamento ‘intelligente’ che prevede, pe l’appunto, tagli ai fondi per gli anziani ricoverati nelle Rsa. Il provvedimento prevede di scaricare sulle famiglie il costo di questo servizio socio-sanitario. A quanto ammontano questi costi che, se la legge verrà approvata, dovranno essere sostenuti dalle famiglie? In media mille e 600 euro al mese. Ovviamente, chi ha presentato questo emendamento e i parlamentari nazionali che dovrebbero approvarlo sanno benissimo che anche con un reddito mensile di 3 e 500-4 mila euro al mese una famiglia non si potrà permettere di pagare una retta mensile simile. Per non parlare, ovviamente, delle famiglie con redditi più bassi. Morale: si punta a costringere le famiglie a tenersi a casa questi anziani. Della serie: vedetevela voi!

La mannaia colpirà anche i malati di Alzheimer o altre malattie neurodegenerative?

Non abbiamo ancora capito se questo provvedimento, una volta approvato dal Parlamento nazionale, verrà applicato anche alle persone con gravi disabilità come i malati di Alzheimer o altre malattie neurodegenerative: in questo caso la retta è doppia rispetto alla retta per gli anziani non autosufficienti: circa 3 mila e 200 euro al mese. Come finirà? Che il Governo nazionale, se questa legge verrà approvata, scaricherà sulle Regioni questi costi. Qualcuno osserverà: attualmente il costo dei ricoveri nelle Rsa è a carico della sanità pubblica di ogni Regione e dei Comuni, più una quota di compartecipazione delle famiglie in ragione del propri redditi. Vero. Ma ricordiamoci che la sanità italiana viene finanziata con il Fondo sanitario nazionale: ed è alla fonte, cioè dal Fondo sanitario nazionale che il Governo romano tratterrà i soldi, scaricando la patata bollente su Regioni e Comuni. Chiaro? Ah, dimenticavamo: le Regioni, con i soldi che ricevono dal Fondo sanitario nazionale, pagano anche le strutture sanitarie private.

Foto tratta da LiberEtà

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