Re Artù? Indossa abiti femminili quindi fa parte della comunità Lgbtq+ e diventa espressione del gender fluid insieme con la celebre tavola rotonda…

di Diego Fusaro

Non è da escludere che venga intruppato nei ‘carri arcolabeno’ tra parrucche fucsia e uomini camuffati da donne

L’ultima surreale novità in tema arcobaleno arriva questa volta dal Galles. Così leggiamo su Il Messaggero: «Re Artù faceva parte della comunità Lgbtq+». È questa la decisione di un Consiglio in Galles; decisione maturata in base al fatto che, si spiega, il sovrano «indossava abiti femminili». Proprio così, è accaduto che a Denbighsire hanno incluso il sovrano nella celebrazione delle “storie locali di orientamento sessuale e identità di genere”. Dunque d’ora in poi bisognerà ricordare Re Artù non solo per la celebre tavola rotonda, simbolo del pasto democratico, ma anche per le battaglie arcobaleno: quasi come se sire Artù, con la sua corte, potesse essere inteso come un gender fluid contemporaneo, magari immaginandolo anche sui carri arcobaleno tra parrucche fucsia e uomini camuffati da donne, mentre balla con alabarda e usbergo sulle note di Maracaibo, magari con Schlein e Zan.

Come diceva George Orwell la storia può essere riscritta in funzione degli interessi del presente e delle classi dominanti

Aveva indubbiamente ragione Spengler, quando parlava di tramonto dell’Occidente: quello che probabilmente Spengler non poteva immaginare era che detto tramonto si dovesse verificare in forme decisamente comiche. Che dire, in effetti, di una civiltà che non è più in grado di distinguere tra maschio e femmina? Che dire di una civiltà che riscrive la storia in maniere tanto grottesche? La storia davvero è diventata quello che diceva George Orwell nel 1984, un palinsesto che può essere sempre da capo riscritto in funzione degli interessi del presente e delle classi dominanti. Come non ci stanchiamo di ripetere, l’arcobaleno wokista non è altro se non il neoliberismo applicato alla sfera dei costumi, nella ridefinizione degli uomini e delle donne come semplici individui unisex e fluidi, dediti al pansessualismo consumistico e alla deregolamentazione antropologica di completamento della deregolamentazione economica. Il nuovo ordine erotico dell’arcobaleno non è altro se non il nuovo ordine erotico dell’economia neoliberale: il plusvalore economico si completa nel plusgodimento erotico per atomi unisex. E la storia stessa viene riscritta come una farsa.

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