Quest’anno si è ridotta dell’11% la superficie coltivata a grano duro in Sicilia a causa del grano che arriva con le navi. I ‘Signori’ del fotovoltaico ringraziano…

E’ in corso una strategia per ridurre drasticamente la coltivazione del grano duro in Sicilia. Un post della pagina Facebook Fooddiverso fa il punto della situazione

Un post della pagina Facebook Foodiverso fa il punto della situazione sul grano duro. Sono numeri terribili che danno la misura della crisi del settore e, soprattutto, delle pesanti responsabilità dell’Unione europea, del Governo nazionale. Con l’assordante silenzio del Governo regionale siciliano. Leggiamo insieme questo post:

“ADDIO AL GRANO ITALIANO

MENO 10% Superfici seminate a grano duro in Italia nel 2024

MENO 17 %, nel Centro Italia

MENO 11% nel Sud Italia e nelle Isole.

Questo significativo calo delle coltivazioni di #grano duro rappresenta un fenomeno senza precedenti negli ultimi anni. Ma siamo onesti, con questi prezzi di vendita e con costi di produzione alle stelle, a chi conviene seminare?”.

Oggi il prezzo del grano duro in Sicilia è precipitato a 26 euro al quintale rispetto ai 46-50 euro al quintale di un anno e mezzo fa. L’invasione di grano duro canadese, russo e turco arrivato con le solite navi

“A riprova quanto sta leggendo c’è una notizia ‘fresca fresca’: fino a qualche giorno fa il prezzo del grano duro siciliano si attestava intorno a 28 euro al quintale, ora il prezzo è sceso a 26 euro al quintale: e continuerà a scendere, perché continua ad arrivare grano duro estero. Tutto questo mentre i costi di produzione del grano sono più che raddoppiati! Torniamo al post di Foodiverso, che affronta proprio la questione del grano che arriva in Sicilia dall’universo mondo: “Di contro – leggiamo sempre nel post – le importazioni provenienti da Paesi extraeuropei nel 2023 hanno registrato un aumento del 130% su base tendenziale. Le importazioni da Turchia e Russia si sono rivelate particolarmente rilevanti, diventando rispettivamente il secondo e il terzo fornitore italiano, seguite dal Canada, che ha registrato un incremento dell’83% e rimane comunque il principale fornitore. Nel corso del 2023, l’Italia è stata interessata da un’imponente ondata di grano duro russo (+1164%) e turco (+798%), mai registrata in precedenza, causando una diminuzione del 15% delle quotazioni del prodotto nazionale. SCOMMETTIAMO CHE TUTTI CONTINUERANNO A SCRIVERE NELLA PASTA ‘PAESE DI PROVENIENZA GRANO: ITALIA’?”. Nel post si specifica che i dati sono della Coldiretti, mentre le previsioni sono del Masaf, sigla che sta per Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste.

Una strategia che sta favorendo smaccatamente i ‘Signori’ dei pannelli fotovoltaici

Come fa la Coldiretti, alla luce di questi dati, a difendere l’attuale Governo nazionale che ha consentito l’arrivo in Italia di tutto questo grano estero? (qui un video del presidente della Coldiretti, Ettore Prandini). Ancora: non è un’offesa all’agricoltura italiana avere un Ministero che si chiama Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste? La “Sovranità alimentare” con il grano duro estero che sta soppiantando il grano duro italiano e, segnatamente, del Sud Italia e della Sicilia? Attenzione ai dati, che vanno letti bene. La riduzione dell’11% della superficie seminata a grano nella nostra Isola segnala una realtà che è molto più grave. La maggior parte del grano duro, in Sicilia, si coltiva nella aree interne nella quali non c’è un’alternativa agricola al grano. A meno che… A meno che l’aternativa non siano i pannelli fotovoltaici…

Foto tratta da La Gazzetta del Mezzogiorno

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