Quest’anno non c’è stato il solito attacco al presepe. Paura dell’attuale Governo? Forse. In ogni caso l’Italia è sempre pronta a svendere le proprie tradizioni perché non ha un’identità culturale forte

Tra l’altro a peggiorare la situazione è il fatto che l’Italia è stata infognata in un’Unione europea massonica che ha provato ad approvare una Costituzione euopea privata delle radici cristiane

Quest’anno, a Natale, non abbiamo registrato casi di scuole che eliminano il presepio (o presepe) per non offendere la ‘sensibilità’ di studenti di altri Paesi. E’ lo stesso discorso del crocifisso con l’aggiunta che andrebbe eliminato non soltanto per non offendere la ‘sensibilità’ di studenti non italiani ma anche perché, secondo alcuni, lo Stato laico non può tenere nelle aule scolastiche i crocifissi. Del resto, non facciamo forse parte di un’Unione europea che ha provato ad approvare una Costituzione europea privata delle radici cristiane? Con molta probabilità, la presenza di un Governo nazionale che difende presepe e crocifisso ha evitato le solite sceneggiate anti-presepe per paura di eventuali interventi. Ma il sentimento contrario a certe tradizioni resiste e, mettiamola così, si sta concedendo una pausa. Al di là di motivazioni più o meno politiche (in realtà di bassa politica) e di ‘rispetto’ verso altre religioni, emerge una verità che viene negata: e cioè che l’Italia non ha mai avuto e non ha una propria identità culturale forte. La lotta contro le lingue e i dialetti portata avanti con la televisione, per citare un alro esempio di ‘presunta’ unità d’Italia, è sempre stata, in realtà, una manifestazione di debolezza camuffata da azione di forza.

La disgraziata quanto ‘presunta’ unità d’Italia è un disastro voluto dagli inglesi nel 1860

L’Italia è un Paese nato nel 1860 per volere degli inglesi, che si dovevano sbarazzare del Regno delle Due Sicilie, sia per fare i propri comodi nella nostra Isola, sia per eliminare un concorrente nei commerci in vista dell’apertura del Canale di Suez che sarebbe avvenuta nel 1869. Gli inglesi, in Sicilia, fino a quando il Mediterraneo è stato “un grande lago inglese”, hanno fatto quello che hanno voluto con lo zolfo, con il vino e con altri prodotti siciliani. Con la ‘presunta’ unità d’Italia, piaccia o no, nasce la questione meridionale, che è culturale prima che economica. Il Sud e la Sicilia non ne volevano sapere di stare in Italia. Per i primi dieci anni e forse più nella ‘presunta’ Italia unità è andata in scena una guerra civile che i libri di storia hanno nascosto e continuano a nascondere. I meridionali e i siciliani che si ribellavano agli invasori piemontesi sono stati chiamati ‘Briganti’, quando, invece, i veri Briganti erano i militari di Casa Savoia. Con la disgraziata e sempre ‘presunta’ unità d’Italia hanno unito realtà che non avevano nulla in comune: nel Nord allevavano le mucche e coltivavano riso e grano tenero; nel Sud, oltre all’agricoltura, c’erano le industrie e c’era, soprattutto, una grande cultura. Il napoletano è una lingua, il siciliano è una lingua. La ‘presunta’ unità d’Italia ha penalizzato il Sud e la Sicilia e continua a penalizzare il Sud e la Sicilia grazie anche ai politici meridionali e siciliani ‘ascari’, cioè venduti al Nord Italia, da Crispi fino ai nostri giorni. Anche la Chiesa cattolica era contro l’Italia: un’Italia che ha derubato scientificamente lo Stato Pontificio.

L’Autonomia differenziata è una sorta di predestinazione di stampo calvinista che deve giustificare i ladrocinii vecchi e nuovi del Nord Italia a spese di Sud e Sicilia

Questo scenario spiega la fragilità con la quale l’Italia accoglie le balordaggini che arrivano da altri Paesi, non esitando a eliminare le proprie tradizioni per sostituirle con altre importate di qua e di là. L’americanizzazione dell’Italia, negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, è ancora oggi sotto gli occhi di tutti. Quante parole inglesi sono entrate nella lingua italiana? Che bisogna c’è di utilizzarle se esistono le equivalenti parole italiane? Tra l’altro, le tradizioni italiane non sono uniformi. Nel Nord ci sono tradizioni diverse dalle tradizioni del Sud e della Sicilia. Nel Nord Italia hanno abbracciato la cultura del denaro. L’Autonomia differenziata pensata per scippare altri 70-80 miliardi di euro all’anno a Sud e Sicilia fa parte della sottocultura del Nord Italia, che sta cercando di salvarsi dalla crisi economica che sta travolgendo l’Europa con un nuovo scippo ai danni della parte più fragile dell’Italia (qui un articolo). Chi è cresciuto e ha conosciuto solo la filosofia del denaro non potrà mai capire il reale significato della solidarietà. Almeno in politica è così. La ‘spesa storica’ che, secondo il Nord Italia, deve condannare Sud e Sicilia ad avere meno asili nido, meno scuole e, in generale, meno infrastrutture è una sorta di predestinazione di stampo calvinista che deve giustificare i ladrocinii vecchi e nuovi. Dentro l’Italia il Sud e la Sicilia sono condannate al cronico sottosviluppo economico. Chi nega questa evidenza o mente sapendo di mentire o non capisce, da un lato, la realtà del Mezzogiorno e, dall’altro lato, l’egoismo di un Nord Italia oggi in crisi.

Foto tratta da Avvenire

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