Quando Gesù torna a Nazareth e fa arrabbiare i suoi compaesani rifiutando l’ideologia nazionalistica omettendo di parlare dei “nemici di Israele”

Questo passo del Vangelo di Luca (1, 1-4. 4, 14-21) è molto attuale per ricordare agli attuali governanti di Israele che con il nazionalismo israeliano si fomenta la guerra

di Frate Domenico Spatola

Nella sinagoga di Nazareth si professava l’ideologia nazionalistica più fanatizzata. Qui Gesù venne a lanciare il suo proclama. Vi era cresciuto, e vi tornava da predicatore/taumaturgo, fama procuratagli dall’attività in Cafarnao. Nel Sabato, successivo al suo arrivo, si recò in Sinagoga. Incuriositi, i compaesani notarono di lui il cambiamento. L’esperienza del battesimo e le tentazioni del deserto, lo autenticavano “Messia” per inaugurare il Regno di Dio. Ma quel suo messianismo, era dichiaratamente non trionfalistico. I Nazaretani stavano in attesa che Gesù si dichiarasse pubblicamente a favore della ideologia nazionalistica. Gesù si propose per la leggere il Profeta e gli fu consegnato il rotolo di Isaia, contenente le profezie messianiche che tutti conoscevano a memoria. Cercò il brano che qualificava il Messia misericordioso, ma volle omettere il verso del “giorno della vendetta di Iahvè verso i nemici di Israele”. Quando, consegnò il rotolo, il suo commento fu con parole che realizzavano il suo “oggi”, con parole di grazia. I compaesani rimasero stupiti? No! Arrabbiati. Ma ciò sarà l’argomento della seconda parte.

Foto tratta da Wikipedia

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