Proviamo a raccontare perché Donald Trump è destinato a vincere le elezioni americane. I veri ‘numeri’ della crisi tedesca. La Ue destinata ad essere contesa da Cina e USA

I tedeschi non sono più i padroni dell’Europa

Qual è la situazione economica degli Stati Uniti d’America? Questo Paese gode di autonomia monetaria, a differenza dell’Unione europea, che ha consegnato la propria moneta nelle mani di una Banca privata, la Banca Centrale Europea (BCE). Gli USA hanno una propria Banca Centrale, la Federal Reserve System, conosciuta anche come FED e si muovono liberamente. La Ue ha adottato una moneta a credito che indebita i propri Paesi. L’Italia, per esempio, ha un debito che sfiora i 3 mila miliardi di euro. Fino ad oggi l’Unione europea non ha optato per un debito pubblico comune, ipotesi rifiutata dalla Germania. Il motivo è semplice: la Germania ha voluto l’euro, imponendolo ad alcuni Paesi con la forza, a cominciare dall’Italia, che ha adottato l’euro grazie anche all’incompetenza e all’infingardaggine della cosiddetta Seconda Repubblica. I tedeschi hanno voluto l’euro – che non è altro che il marco tedesco ‘travestito’ da moneta unica europea – per farsi i cavoli propri e controllare l’Unione europea, a spese soprattutto dei Paesi dell’Europa mediterranea, Italia e Grecia in testa ma non solo. Ricordiamoci che il marco tedesco è ancora utilizzato in Germania, a differenza dell’Italia che ha eliminato la lira. I tedeschi, fino a prima della guerra in Ucraina, facevano il bello e il cattivo tempo: quando dovevano esportare utilizzavano l’euro perché li agevolava; per i consumi interni utilizzavano il marco, del quale non è mai stato abolito il corso legale (come potete leggere qui). Oggi le cose sono cambiate. I tedeschi non sono più o padroni dell’Europa. 8Sopra, foto tratta da Il Riformista)

La crisi dell’economia tedesca non è grave come raccontano. Se la Germania fosse veramente in difficoltà come oggi cerca di fare credere, le due grandi banche in crisi di questo Paese avrebbero già chiuso i battenti. E i punti vendita Lidl sarebbero in diminuzione

Oggi la situazione è mutata perché la guerra in Ucraina ha cambiato i ‘connotati’ dell’economia mondiale. Intanto la Germania ha dovuto ridurre le esportazioni e, pur restando alleata, sottobanco, di Russia e Cina, è costretta a finanziare l’Ucraina e ad ospitare la maggior parte degli ucraini che sono sacappati e continuano a scappare dal loro Paese, perché la Russia, di fatto, ha vinto la guerra non contro l’Ucraina ma contro tutto l’Occidente. Fino a qualche mese fa i cittadini ucraini presenti in Germania ammontavano a circa 4 milioni e sostenere un numero così elevato di profughi ha costi notevoli. Non solo. Lo scontro tra USA e Occidente da una parte e Paesi del BRICS con in testa Cina, Russia e India dall’altra parte, ha messo a nudo una delle più grandi stupidaggini economiche tipiche dei balordi ultra-liberisti e globalisti che oggi governano ciò che resta dell’Occidente: e cioè che in un mondo che non è infinito le esportazioni sarebbero state infinite. Oggi, nonostante le risorse che ha drenato ai Paesi dell’Europa mediterranea, la Germania subisce un rallentamento della propria economia. Ma non è la crisi nera che il Governo tedesco cerca di presentare. Se la Germania fosse veramente in difficoltà come oggi cerca di fare credere, le due grandi banche in crisi di questo Paese avrebbero già chiuso i battenti (qui un articolo). Invece non solo queste due banche tedesche non hanno sbaraccato ma operano anche fuori dalla Germania. Di più: se l’economia tedesca fosse in profonda crisi la Lidl avrebbe cominciato a chiudere i punti vendita esteri, a cominciare da quelli italiani (solo in Sicilia si contano circa cinquanta e forse più centri commerciali targati Lidl). Ne consegue che la ‘crisi economica tedesca, così come ci viene presentata, è una grandissima minchiata. Una notizia fasulla che l’attuale Governo tedesco fa circolare perché non vuole più pagare i costi della guerra in Ucraina e perché vuole rimandare in Ucraina i profughi presenti in Germania. Questo non significa che la crisi non c’è. La forza dell’economia tedesca si fondava sull’energia a basso costo acquistata in Russia: ufficialmente il gas russo non alimenta più l’economia tedesca ma c’è chi sussurra che una parte del gas russo arrivi lo stesso in Germania, soprattutto attraverso l’Austria. Il secondo ‘motore’ dell’economia tedesca sono le esportazioni, soprattutto verso la Cina e, in effetti, l’export tedesco si è ridotto. La Germania esternalizza alcune produzioni nell’Est Europa dove il costo del lavoro è più basso e, anche con le difficoltà della guerra in Ucraina, è ancora in parte così. Conclusione: la crisi economica in Germania c’è ma, come accennato, non è gravissima.

Oggi gli Stati Uniti d’America vivono al di sopra delle proprie possibilità

Detto questo, gli americani non sono messi meglio. Fino a quando imponevano il dollaro con le armi atomiche le cose andavano bene. Oggi non è più così perché le altre potenze mondiali hanno le armi atomiche, a cominciare da Cina e Russia ma non solo. Oggi, come leggiamo in un post di un canale Telegram, “il debito nazionale degli Stati Uniti ha raggiunto la soglia dei 35 mila miliardi di dollari. Da Gennaio 2020, l’economia statunitense è cresciuta del 31%, mentre il debito nazionale è aumentato del 50%. Il tasso di indebitamento supera la crescita reale dell’economia, indicando che gli Stati Uniti vivono al di sopra delle proprie possibilità. Attualmente, il 76% delle entrate fiscali individuali viene utilizzato solo per servire il debito nazionale, lasciando solo il 24% per altre spese pubbliche”. La forza del dollaro statinitense è stata sempre legata alle armi e anche alla straordinaria capacità della classe dirigente americana di utilizzare in modo speculativo la propria moneta. Le armi atomiche, soprattutto dalla fine del Gold exchange standard in poi, hanno imposto il dollaro negli scambi monetari internazionali. A questo si è aggiunta l’indubbia bravura degli economisti della FED nell’utilizzare il dollaro come moneta speculativa. Questi due elementi hanno consentivo al popolo americano alti tenori di vita a spese di altre aree del mondo. Cina Russia, India e, in generale, tutti i Paesi che oggi aderiscono direttamente e indirettamente al BRICS hanno messo in discussione questo sistema.

La guerra in Ucraina è servita agli americani per bloccare il varo della moneta unica del BRICS agganciata all’oro

Su un canale Telegram si leggono le statistiche del ricercatore del Mises Institute, Peter St. Onge: “Su ogni 4 dollari versati dagli americani all’Ufficio delle imposte, 3 dollari vanno alla Cina. In totale, a Giugno sono stati riscossi 185 miliardi di dollari di imposte sul reddito. Di questi, 140 miliardi sono andati a pagare gli interessi sul debito. Il costo del servizio del debito nazionale è aumentato del 33% in un anno. Gli Stati Uniti hanno pagato interessi per un importo di 868 miliardi di dollari nel corso dell’anno. L’anno prossimo l’importo sarà di 1,14 trilioni di dollari. Sotto George H. W. Bush, l’intero deficit del bilancio federale ammontava a 158 miliardi di dollari. Ora gli Stati Uniti pagano sette volte tanto solo in interessi sul proprio debito. Nel 2025 gli americani pagheranno 10 volte di più”. Gli Stati Uniti possono stampare tutta la moneta che vogliono. Ma se i Paesi comiciano a rifiutare il dollaro americano – ed è quello che sta succedendo – per l’America è un serio problema. Da qui le guerre degli ultimi due anni. Piaccia o no, ma è grazie alla guerra in Ucraina che gli americani hanno bloccato il varo della moneta unica del BRICS che avrebbe visto la luce nell’Autunno del 2022, facendo pagare più della metà dei costi della guerra all’Unione europea. Magari a Gaza l’attuale Governo americano del Democratico Joe Biden non si aspettava che Netanyhau andasse allo scontro con il mondo arabo che difende la causa palestinese.

La fallimentare strategia dei Democratici americani

Siamo arrivati al punto: la strategia dei Democratici americani che oggi governano questo Paese imperniata sullo scontro frontale con Cina e Russia si sta dimostrando sbagliata. Vero è che non c’è la moneta unica del BRICS ma la ‘dedollarizzazione’ guidata dalla Cina è in corso. Il segretario di Stato americano della passata amministrazione, Mike Pompeo, non era stato tenero con la Cina ma aveva portato gli USA ad intrattenere buoni rapporti con la Russia di Putin. Biden e la sua amministrazione hanno invece isolato l’America. Questo spiega perché i Democratici perderanno le elezioni presidenziali del prossimo Novembre. Vincerà Donald Trump che dovrà cercare di ‘raffreddare’ lo scontro, anche accettando ciò che è ormai inevitabile: un nuovo sistema monetario internazionale dove il dollaro non sarà più preminente, con il probabile ritorno alle monete legate all’oro. E con un secco ridimensionamento del liberismo, del globalismo e, soprattutto, del potere delle multinazionali. La guerra in Ucraina finirà dopo l’elezione di Trump. Ma non è detto che finiscano le altre guerre. Si dovrà trovare una soluzione anche in Medio Oriente ma non sarà facile. Mentre la Ue, ammesso che resista, verrà drasticamente ridimensionata e sarà oggetto di contesa, anche militare, tra USA e Cina. I cinesi cercheranno di mantenere l’Unione europea da utilizzare come ‘piazza neutrale’ per indebolire l’America. Che invece ha interesse ad affondare la Ue. Lo scontro tra la Cina di Xi Jinping e USA proseguirà, si spera non sul piano militare.

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