Proviamo a illustrare perché gli americani, costretti allo scontro con la Cina e i Paesi del BRICS, debbono assolutamente sbarazzarsi dell’Unione europea a ‘trazione tedesca’

di Geopoliticus

Oggi seconda puntata del nostro ‘viaggio’ tra crisi del dollaro americano e guerre nel mondo

Nella prima puntata del nostro ‘viaggio’ tra crisi del dollaro americano e corsa all’oro abbiamo raccontato come gli inglesi si sono impossessati dell’oro del Venezuela e dell’Argentina, del golpe americano in Perù e dell’abilità degli Stati Uniti d’America che stanno scatenando guerre in mezzo mondo – a cominciare dalle guerre in Ucraina e in Medio Oriente – per cercare di frenare il processo di ‘dedollarizzazione’ portato avanti dai Paesi del BRICS, Cina in testa (qui la prima puntata). Oggi torniamo sull’argomento con qualche ‘pennellata’ in più sui Paesi del BRICS, sugli americani che si accingono a gestire la crisi del dollaro incasinando l’universo mondo e sull’Unione europea. Cominciamo proprio con tre domande che riguardano il Vecchio Continente. Prima domanda: gli ‘europeisti’ megalomani che con l’euro avrebbero voluto soppiantare il dollaro americano che stanno facendo mentre le grandi potenze accumulano oro? Seconda domanda: quanto oro ha a disposizione l’Unione europea? Terza domanda: quale Unione europea, dal momento che i Paesi Ue del Nord Europa e anche dell’Europa dell’Est, terrorizzati dalla vittoria della Russia di Putin in Ucraina, si sono già sistemati tra NATO e Stati Uniti d’America?

Oggi Zelensky vorrebbe la pace. Ma si scontra con la Russia di Putin che vuole, di fatto, la resa senza condizioni dell’Ucraina e dei suoi alleati: NATO e Occidente

Intanto, oro a parte, bisogna ammettere che gli americani sono stati geniali. Sanno che la Germania è l’alleato di ferro di Cina e Russia: così hanno messo fuori uso i due gasdotti che attraversano il Mar Baltico: gasdotti che avrebbero dovuto portare il gas russo in Germania. Si tratta del Nord Stream 1 e del Nord Stream 2. Hanno incasinato la Ue nella guerra in Ucraina imponendo la demenziale tesi dell’invasore (la Russia) e l’invaso (l’Ucraina), quando è chiaro che la guerra in Ucraina, come già ricordato, l’hanno voluta gli americani per bloccare, due anni fa, il varo della moneta unica del BRICS agganciata all’oro. Tant’è vero che oggi, con i Democratici americani in crisi e con lo spettro dell’isolazionismo di Donald Trump, il presidente ucraino Zelenski vorrebbe la pace ma si scontra con la Russia di Putin che vuole, di fatto, la resa senza condizioni dell’Ucraina e dei suoi alleati: NATO e Occidente. Richiesta che NATO e Occidente non possono accettare. Da qui l’impossibilità di fermare la guerra in Ucraina che gli Stati Uniti d’America pagano in minima parte, scaricando sull’Unione europea i costi economici del conflitto.

Quando il nuovo sistema monetario agganciato all’oro vedrà la luce, i Paesi che non hanno oro a sufficienza avranno problemi

La situazione è complessa perché se, da un lato, americani e NATO non possono accettare la sconfitta sul campo in Ucraina contro la Russia, dall’altro lato gli stessi americani sanno che non possono fermare la storia e si preparano a gestire la crisi del dollaro, anche perché già una ventina di Paesi del BRICS, in attesa della moneta unica agganciata all’oro, commercializzano i propri prodotti ignorando il dollaro americano. Questo processo si chiama ‘dedollarizzazione’ ed è in atto da più di un anno. Da qui la corsa all’oro, perché quando il nuovo sistema monetario agganciato all’oro vedrà la luce, i Paesi che non hanno oro a sufficienza avranno problemi. Qualcuno dirà: non è vero, ciò che conta è la capacità produttiva non la moneta. Purtroppo non è così e la dimostrazione l’abbiamo qui in Italia, che prima del varo dell’euro era una delle più grandi potenze economiche del mondo con un settore manifatturiero eccezionale, mentre oggi, pur restando un grande Paese manifatturiero, il Belpaese si ritrova con più della metà dei propri asset nelle mani di Paesi esteri, con meno della metà delle Partecipazioni statali rispetto all’Europa precedente al trattato di Maastricht e con un debito pubblico pari a circa 3 mila miliardi di euro pur avendo pagato oltre 5 mila miliardi di euro di interessi. Un Paese rovinato, con la sicurezza nei posti di lavoro compromessa e con la sanità pubblica a pezzi: due condizioni per ridurre il numero di anziani per ‘risparmiare’ sulle pensioni. Cinismo? No, realtà.

I tedeschi, come hanno sempre fatto, stanno cercando anche in questo momento storico di farsi i cavoli loro. Ma stavolta andranno a sbattere

In queste ore i tedeschi, come racconteremo in altra parte del giornale, utilizzando gli storici buoni rapporti con la Russia, stanno provando in tutti i modi a bloccare la guerra in Ucraina. Ma hanno davanti due ostacoli. Il primo ostacolo è la Russia, che non è un Paese di pagliacci. La Russia di Putin ha perso centinaia di migliaia di soldati nella guerra in Ucraina e, come già accennato, si fermerà soltanto davanti alla resa senza condizioni di Ucraina, NATO e Occidente, Stati Uniti d’America e Unione europea in testa. Oltre ai risarcimenti economici ai russi, che gli sconfitti dovranno pagare, la Russia chiederà, ovviamente, di dettare le condizioni per la pace. Altro che fondi per la ricostruzione dell’Ucraina! Ma c’è un secondo ostacolo che impedirà ai tedeschi di ottenere la pace: gli americani non hanno alcun interesse ad aiutare la Germania che, da un ventennio, lo ribadiamo, è alleata di ferro della Russia. Gli USA – a prescindere la risultato delle elezioni presidenziali americane del prossimo Novembre – faranno di tutto per evitare che la Germania e quello che resta dell’Unione europea diventino una piazza neutra al servizio dei Paesi del BRICS contro l’area del dollaro. Tutto questo prescinde dalla corsa all’oro. Per gli americani tenere in piedi un’Unione europea a ‘trazione tedesca’ sarebbe un suicidio geopolitico.

Fine seconda puntata/ Continua

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *