Protestano agricoltori e pescatori in tutta Italia contro le truffe ‘Green’ targate Ue e contro l’attuale Governo romano. Possibile dialogo in Sicilia con i sovranisti moderati della Nuova Dc?

Le richieste degli agricoltori in vista della grande manifestazione a Roma il 5 Marzo prossimo. Bisogna dire basta al Green Deal portato avanti dalla Commissione europea di Ursula von der Leyen

Il mondo agricolo italiano è tornato in piazza e tutto lascia prevedere che le proteste non si fermeranno presto. Tant’è vero che è prevista una grande manifestazione a Roma il 5 Marzo, con l’occupazione di Piazza del Campidoglio. Ciò significa che gli agricoltori non credono che in poco più di un mese il Governo di Giorgia Meloni farà qualcosa per loro. Il Coapi, il Coordinamento tra agricoltori e pescatori, fa sapere che “L’anno scorso furono presentati dieci punti al Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ma dopo più tavoli il Ministero non ha esaudito nessuna richiesta”. Come potete notare, accanto al mondo agricolo c’è anche il mondo della pesca, due settori che Governo nazionale, Regioni e Comuni hanno abbandonato per andare dietro alle follie dell’Unione europea dell’euro. Riassumendo, gli agricoltori chiedono la dichiarazione dello stato di crisi da parte del Governo nazionale; il “giusto prezzo” per i prodotti agricoli italiani oggi in buona parte letteralmente massacrati dai prodotti agricoli esteri; il blocco delle importazioni di prodotti agricoli dall’estero; una moratoria sull’indebitamento delle aziende.

Le follie e gli imbrogli ‘europeisti’ nel mondo della pesca del Sud Europa. La pesca del Tonno Rosso del Mediterrano finita nelle mani di gruppi internazionali

Non va meglio nel mondo della pesca, dove le aziende sono pure in grande crisi. Come avviene in agricoltura, dove i prodotti agricoli italiani sono sostituiti da prodotti agricoli esteri, spesso di pessima qualità (immangiabile, per citare un esempio, la frutta estiva estera che arriva nel nostro Paese), anche per la pesca lo scenario è lo stesso, con il pescato italiano sostituito da pescato che arriva da Paesi esteri. E’ stato calcolato che il pescato italiano oggi non superi le 200 mila tonnellate all’anno, mentre il pesce d’importazione supera ormai le 800 mila tonnellate all’anno. Perché si è arrivati a questo? C’è un problema di eccessivo sforzo di pesca, ovvero mare troppo sfruttato; ma c’è anche un problema legato alle speculazioni imposte dall’Unione europea. La Ue si comporta come se il Mediterraneo fosse un mare dove si affacciano solo Paesi europei, imponendo prescrizioni e restrizioni che non esistono nelle marinerie non europee che operano sempre nel Mediterraneo. Il risultato di questo imbroglio è che i pescatori del Sud Europa debbono sottostare a regole rigidissime, mentre altre marinerie del Mediterraneo pescano liberamente con attrezzature le le marinerie del Sud Europa non possono utilizzare ed esportano pesce nella stessa Europa. Ribadiamo: un imbroglio ‘europeista’. Non a caso ormai circa l’80% del pescato che circola in Italia è importato. E’ chiaro che c’è ‘qualcuno’ che guadagna con questo sistema che penalizza i nostri pescatori. In più, a carico dei pescatori italiani c’è il costo del carbutante per le imbarcazioni il cui prezzo oggi è alle stelle. Non parliamo, poi, della truffa del Tonno Rosso del Mediterraneo, un grande affare finito nelle mani di gruppi internazionali che trattano direttamente con il Giappone. Per la cronaca, il mercato giapponese è in grado di offrire remunerazioni pari ad almeno dieci volte il prezzo che il Tonno Rosso spunta nei nostri mercati locali.

Attenzione alle strumentalizzazioni del centrosinistra: ricordiamoci che PD e grillini quando hanno governato hanno affossato agricoltura e pesca. Le parole di Nevio Torresi

Non sappiamo cosa risponderà il Governo Meloni alle proteste del mondo agricolo e del mondo della pesca. Il nostro dubbio è che le opposizioni di centrosinistra strumentalizzino la protesta di agricoltori e pescatori. Ricordiamo che il centrosinistra italiano è perfettamente organico alla fallimentare Unione europea dell’euro, tant’è vero che quando il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle hanno governato l’Italia la crisi di agricoltori e pescatori era tale e quale a quella di oggi. Alcuni settori del centrodestra italiano, con riferimento soprattutto a Fratelli d’Italia, sembravano critici nei riguardi della Ue. Ma una volta giunta al Governo dell’Italia, la Meloni è diventata ‘europeista’ e anche il suo Governo sta affossando agricoltori e pescatori italiani. Al mondo agricolo e al mondo della pesca italiani serve una politica che faccia l’esatto contrario di quanto stabilito dall’Unione europea. Esiste questa possibilità? La grande manifestazione prevista a Roma per il 5 Marzo ci dice che gli agricoltori e i pescatori italiani non si aspettano molto dall’attuale Governo italiano e sono intenzionati a proseguire nella protesta. Del resto, i dati diffusi dall’ISTAT guarda caso dopo che è venuta fuori la notizia del ritorno in piazza degli agricoltori la dice lunga sull’atteggiamento dell’attuale Governo. Con un ottimismo ‘panglossiano’ l’ISTAT, nei giorni scorsi, ha diffuso dati su una “crescita dell’agricoltura italiana”. Una notizia sulla quale si sono gettati come falchi gli attuali governanti, in testa la Meloni, per autocelebrarsi (qui un articolo). Una notizia che viene smentita dai fatti: se in agricoltura e nella pesca tutto va bene come mai gli agricoltori e i pescatori sono scesi in piazza per protestare? Interessante una dichiarazione di Nevio Torresi, rappresentante storico dei pecatori di Cesenatico: “Dobbiamo unirci per fronteggiare ed opporci alle politiche che penalizzano pescatori ed agricoltori. Il Ministro dell’Agricoltura e della Pesca Francesco Lollobrigida sostiene che l’agroalimentare è in crescita, ma se le nostre aziende sono dimezzate, vuol dire che cresce l’importazione. Stiamo perdendo una identità, rischiamo il futuro, chiediamo un intervento dei Sindaci e delle Regioni. Continueremo a manifestare e il 5 marzo saremo a Roma in Campidoglio” (qui per esteso l’articolo). Non abbiamo notizie dei pescatori siciliani, da Mazara del Vallo a Sciacca, da Licata a Porticello e via continuando. Se arriveranno dichiarazioni di questi pescatori ne daremo conto ai nostri lettori.

Intanto nei Paesi dell’Unione europea avanzano i partiti contrari agli imbrogli ‘Green’. La speranza che in Germania venga sconfitta la vecchia politica

Siamo davanti all’ormai solita Italia distopica, ovvero una realtà in crisi che viene invece descritta come in pieno sviluppo. Insomma, dopo tutte le fesserie col botto che hanno raccontato durante la pandemia, i Governi si sono ormai abituati a raccontare bugie che certi media fanno passare per verità. Ray Bradbury con il suo Fahrenheit 451 e George Orwell con 1984, al cospetto di quanto avviene nel mondo occidentale di oggi, erano degli inguaribili ottimisti… Che fare, allora? Fintantoché il Goveno Meloni resterà ancorato all’attuale Unione europea, ebbene, per l’agricoltura e per la pesca del nostro Paese non ci sarà alcuna speranza, perché dentro l’attuale Ue l’talia in generale e l’agricoltura e la pesca in particolare non hanno futuro: non a caso, in barba ai risultati elettorali e a quello che sta succendo in alcuni Paesi Ue (anche in Belgio gli ‘europeisti’ sono stati buttati fuori dal Governo, come avvenuto in Olanda, in Svezia, in Ungheria e in Slovacchia e come avverrà in Germania tra qualche settimana), la Commissione europea di Ursula von der Leyen prosegue con le folli politche ‘Green’ che non hanno alcunché di ecologico ma sono solo speculazioni & affari.

Perché un possibile dialogo con i sovranisti moderati della Nuova Dc di Cuffaro

Da Roma non c’è da aspettarsi nulla. Qualcosa si può fare con le Regioni. In Sicilia, dopo l’assemblea di Poggioreale dei giorni scorsi (qui un articolo), circola con una certa insistenza il progetto di dare vita a un partito degli agricoltori siciliani. Chi scrive ha lanciato questa proposta nel Luglio del 2022 (qui l’articolo). Proposta formulata anche dal Movimento Terra e Vita nel Settembre del 2022, idea che puntava a mettere insieme agricoltori, pescatori e partite IVA della nostra Isola (qui un articolo). Idea condivisibile. Solo che oggi non ci sono all’orizzonte elezioni, a meno che Giorgia Meloni e la sua maggioranza, dopo la possibile sconfitta della vecchia politica in Germania, decidano di andare al voto (qui un articolo). Detto questo, il movimento di agricoltori e di pescatori della Sicilia, a nostro modesto avviso, deve provare ad ottenere qualche risultato concreto in Assemblea regionale siciliana. Noi siamo molto pragmatici e nella confusione dell’attuale politica siciliana c’è una sola personalità politica che conosce a fondo i problemi dell’agricoltura siciliana: Totò Cuffaro. Sempre a nostro modesto avviso, agricoltori e pescatori siciliani potrebbero provare a instaurare un dialogo franco e costruttivo con Cuffaro e con la Dc che ha rifondato. Approfittando nel fatto che nella Nuova Dc di Cuffaro si va formando un’area sensibile alle istanze del mondo agricolo: in pratica, una sorta di sovranismo moderato che potrebbe fornire risposte legislative e di governo ad agricoltori e pescatori. A scanso di equivoci, precisiamo che non si trattarebbe di un’alleanza politica ma di un dialogo strategico che acquisterebbe senso politico solo in presenza di risultati positivi concreti per agricoltori e pescatori siciliani.

Foto tratta da Byoblu

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