“Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell’occhio tuo?”. Prima di criticare gli altri guardiamo dentro di noi

di Frate Domenico Spatola

Commento a un passo del Vangelo di Luca (6, 39-45)

“Guide di ciechi” si proponevano i farisei. Ma di quella cecità, Gesù li denunciava “portatori”. Da ciò la diffida al “cieco di guidare un altro cieco”. L’esito sarebbe fatale: “cadranno ambedue in un fosso”. Evidenziata perciò è, al riguardo, la figura del maestro: essere, per il discepolo, il modello da uguagliare. Ad allontanare i suoi dalla ipocrita ma suggestiva puntigliosità dei farisei, Gesù propose la parabola della “pagliuzza, da essi cercata nell’occhio del fratello, senza l’autocritica di rilevare e togliere la trave dal proprio occhio”. Dai frutti buoni, come dalle opere avrebbero riconosciuto l’albero buono. La validità della persona sta infatti nel cuore buono, dal quale, come da uno scrigno si estrae il vero tesoro.

Foto tratta da Wikipedia

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