Pensare di cambiare l’Unione europea con il voto per il rinnovo del Parlamento europeo è un’illusione. La cosa più seria è contestare le istituzioni non andando a votare. Illustriamo il perché

Sembra incredibile ma oggi dobbiamo dare ragione al coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani che ha ammesso che l’80% delle leggi italiane sono espressione delle leggi approvate a Bruxelles

Con molta probabilità senza volerlo, il coordinatore nazionale di Forza Italia nonché Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha fatto capire che l’Italia di oggi è sotto il controllo dell’Unione europea. “L’80% delle leggi che approviamo in Italia sono frutto delle leggi che si approvano qui a Bruxelles”, ha detto Tajani (qui per esteso la dichiarazio ne di Tajani ripresa dall’ANSA). L’Italia, a quanto pare, non legifera liberamente ma per l’80% si accoda all’Unione europea. Altro che libertà! Di fatto, la sovranità, che secondo l’articolo 1 della Costituzione italiana appartiene al popolo, viene messa in discussione. Non solo. L’Italia, prima dell’inizio della svendita del proprio patrimonio economico e culturale – la notte del 2 Giugno 1992 con la presenza del Britannia in Italia (qui un articolo) – era un Paese ricco. Vediamo alcuni elementi dell’Italia che ormai possiamo considerare del tempo che fu.

L’Italia di ieri e l’Italia di oggi

Le Partecipazioni Statali italiane erano un esempio nel mondo.

Il lavoro era vero lavoro con contratti a tempo indeterminato, mentre oggi il lavoro è quasi tutto precario.

Gli stipendi erano dignitosi, mentre oggi non si arriva ordinariamente a fine mese.

I liberi professionisti lavoravano e guadagnavano, mentre oggi un libero professionista lascia allo Stato dal 60 al 70% dei propri guadagni.

L’agricoltura era tenuta in grande considerazione mentre oggi, tranne alcuni settori, gli agricoltori sono stati vessati e continuano ad essere vessati da un’Unione europea che vuole trasformare i terreni a seminativi in enormi distese di pannelli fotovoltaici. Nella Prima Repubblica l’Italia controllava l’alimentazione dei propri abitanti con una rigorosa sovranità alimentare. Oggi l’Italia non gode più di sovranità alimentare. Ricordatevi che oggi buona parte dei derivati del grano non sono prodotti da grano italiano. Ricordatevi che oggi buona parte dell’ortofrutta che arriva sulle vostre tavole non è italiana e, spesso, è di pessima qualità.

Nella Prima Repubblica il Diritto del Lavoro non era asservito agli interessi delle multinazionali e al cosiddetto “equilibrio di bilancio” introdotto nella Costituzione italiana in alternativa alla ‘filosofia keynesiana’.

I giornali erano più credibili e si vendevano nelle edicole, mentre oggi lo scenario è disastroso, se è vero che il calo delle vendita dei giornali è sotto gli occhi di tutti. E non è solo una questione legata all’avvento della rete (come potete leggere qui).

Nella Prima Repubblica c’era libertà di parola, mentre oggi i social americani – che in Occidente hanno una grande influenza sull’informazione – se non dici e scrivi quello che va a genio al Partito Democratico americano ti censurano e in molti casi ti oscurano. Facebook, oggi, è un esempio macroscopico di censura della libertà di espressione.

L’Italia aveva una propria moneta, la Lira. Oggi l’Italia non ha una propria moneta e non ha sovranità monetaria. La fine della sovranità monetaria italiana inizia nel 1981. Con la scusa della lotta all’inflazione va in scena il ‘divorzio’ tra Tesoro e Banca d’Italia imposto dalla massoneria deviata d’ispirazione ‘europeista’ che si era infintrata anche dentro la Democrazia Cristiana. Gli unici ad opporsi al disegno massonico che avrebbe portato l’Italia dentro la ‘prigione’ del Trattato di Maastricht sono stati i Socialisti, con in testa Bettino Craxi e Rino Formica (qui un articolo). Tutte le altre forze politiche italiane o erano asservite al sistema massonico ‘europeista’, o non avevano personale in grado di capire quello che sarebbe successo.

L’Italia della Prima Repubblica aveva sovranità politica. Oggi l’Italia non ha più sovranità politica. Basti pensare che il Ministro dell’Economia è scelto dall’Unione europea. Un Paese che non controlla il proprio Bilancio non è un Paese libero. Il resto sono solo cazzate degne del celebre avvocato Azzeccagarbugli.

Ricordatevi che l’attuale debito pubblico italiano è una truffa organizzata dall’Unione europea. Nel 2011 l’Italia aveva un debito pubblico pari a mille e 800 miliardi di euro. Oggi, dopo le penalizzazioni inflitte ai cittadini italiani nel corso di tredici anni, il debito pubblico è schizzato a quasi 3 mila miliardi di euro. E’ chiaro che è una truffa ai danni dell’Italia voluta dall’Unione europea grazie ai politici italiani che hanno svenduto l’Italia alla Ue (qui un articolo). Chi vi dice che non è così vi prende in giro.

Nella Prima repubblica la sanità pubblica italiana era un esempio nel cosiddetto Occidente industrializzato e, in generale, nel mondo. Oggi la sanità pubblica italiana è un delirio. Basti pensare che la Francia, con poco meno di 70 milioni di abitanti, ha a disposizione, per la propria sanità, circa 260 miliardi di euro all’anno. La Germania, con poco meno di 83 milioni di abitanti, ha a disposizione per la sanità 400 miliardi di euro all’anno. L’Italia, con 60 milioni di abitanti, per la propria sanità pubblica, spende appena 130 miliardi di euro all’anno. Questo perché con i soldi che vengono tolti alla sanità pubblica l’Italia paga gli interessi sul debito pubblico truffaldino che ammontano a 80-90 miliardi di euro all’anno.

Andare a votare per il rinnovo del Parlamento europeo significa accettare il regime dispotico imposto dalla massoneria deviata che oggi controlla l’Unione europea

Ci fermiamo qui per questioni di spazio, ben sapendo che di elementi che oggi dimostrano l’impoverimento economico e culturale dell’Italia ce ne sono ancora tanti. Quello che ci preme sottolineare è che oggi, in Italia, gli ordini arrivano da Bruxelles. La politica italiana conta poco o nulla. E bisogna riconoscere al coordinatore nazionale di Forza Italia, Tajani, l’onestà intellettuale di avere detto a chiare lettere come stanno le cose.

Oggi andare a votare per il rinnovo del Parlamento europeo significa avallare un sistema antidemocratico che ha ridotto l’Italia al ruolo di passacarte della massoneria deviata che controlla l’Unione europea.

Oggi andare a votare per il rinnovo del Parlamento europeo significa accettare tutte le assurdità volute dall’Unione europea, dal Green Deal Ue – che è la negazione del vero Green Deal – agli insetti a tavola, dai cappotti termici agli edifici al citato smantellamento dell’agricoltura per fare posto ai pannelli fotovoltaici.

Oggi andare a votare per il rinnovo del Parlamento europeo significa accettare l’impossibilità di fare pronunciare i cittadini europei sui Trattati internazionali: un’imposizione antidemocratica che avveniva nella Germania di Hitler, nell’Italia di Mussolini e nei Paesi retti dal comunismo.

Oggi andare a votare per il rinnovo del Parlamento europeo significa accettare il regime dispotico della massoneria deviata che, lo ribadiamo, controlla l’Unione europea. Ricordatevi dello scandalo dei parlamentari europei che si portavano a casa i soldi con i sacchi, mentre a noi impongono la moneta elettronica. Ricordatevi che questo scandalo è stato ‘insabbiato’.

Oggi andare a votare per i cittadini del Sud Italia e della Sicilia significa avallare l’operato di un’Unione europea che vuole distruggere i campi di grano duro di Sud Italia e Sicilia per sostituirli con immense distese di pannelli fotovoltaici. Votare per il rinnovo del Parlamento europeo significa accettare di trasformare Sud e Sicilia in una grande Centrale elettrica a pannelli fotovoltaici per fornire energia al Nord Italia e al Nord Europa. Se siete contrari non dovete andare a votare per il rinnovo del Parlamento europeo, ma dovete contribuire con il non-voto a sputtanare l’attuale Unione europea.

Se siete soddisfatti di tutto questo andate a votare. Se contestate tutto questo non andate a votare.

Sopra foto tratta da Il Tamburino Sardo

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