Oplà: il Governo regionale riconosce che gli invasi artificiali della Sicilia sono pieni di pesci che vanno trasferiti per poter utilizzare l’acqua. Quanto abbiamo scritto tre mesi fa è vero

Un passo della nostra INCHIESTA del 22 Maggio: “Carpe, trote, pesce persico e in alcune dighe artificiali anche lucci, in alcuni casi di grandi dimensioni sono all’ordine del giorno. Non se ne parla molto ma vi assicuriamo che la pesca nelle dighe artificiali siciliane è molto fiorente”

Ricordate la nostra INCHIESTA pubblicata lo scorso 22 Maggio sui circa cinquanta laghi artificiali realizzati in Sicilia in minima parte per la produzione di energia idroelettrica e in massima parte per l’agricoltura? “Come può non esserci acqua in Sicilia se le piogge non sono mancate e se si contano oltre quaranta dighe artificiali? Oasi naturali, attività sportive, pesca. E l’agricoltura…“. Questo è il titolo della nostra INCHIESTA. Ci siamo soffermati, tra le altre cose, sulla pesca di pesci di acqua dolce. Riprendiamo la parte dell’INCHIESTA sui pesci di acqua dolce: “Nella nostra Isola, è noto, la maggior parte della popolazione vive nelle aree costiere. Gli abitanti delle zone costiere della nostra Isola portano in tavola il pesce pescato in mare (in parte importato da Paesi esteri, perché il nostro mare non è più pescoso come una volta). Non è così nelle aree interne siciliane dove è molto praticata la pesca di pesci di acqua dolce che sono presenti in grandissima quantità in tutte le dighe artificiali e anche in qualche laghetto naturale, anche se in minore misura. Carpe, trote, pesce persico e in alcune dighe anche lucci, in alcuni casi di grandi dimensioni sono all’ordine del giorno. Non se ne parla molto ma vi assicuriamo che la pesca nelle dighe artificiali siciliane è molto fiorente. Che fine fa tutto il pesce d’acqua dolce che viene pescato nelle dighe siciliane? Se lo pappano tutto i siciliani? In effetti qualche pesce d’acqua dolce si intravede nelle pescherie: ma si racconta che la maggior parte del pesce di acqua dolce che viene allevato e pescato in Sicilia venga esportato fuori dalla nostra Isola. Le cose stanno così?”.

L’Autorità di bacino della Sicilia si rivolge “ai gestori delle dighe della Sicilia”. Chi è che gestisce le dighe siciliane? Non dovrebbe essere la stessa Regione’ O è lo Stato? O sono soggetti non meglio identificati?

Il racconto della grande quantità di pesce d’acqua dolce presente negli invasi artificiali siciliani ha suscitato stupore e incredulità. Del resto, in Sicilia, a parte gli abitanti delle zone interne, chi è che oggi conosce la realtà delle stesse zone interne della nostra Isola? Ieri il Governo regionale ha diramato un comunicato. Tema: i pesci presenti negli invasi artificiali siciliani. Leggiamo il comunicato: “Consentire un utilizzo massimale delle risorse idriche disponibili negli invasi, evitando al tempo stesso la morìa della fauna ittica presente al loro interno. Con questo obiettivo l’Autorità di bacino della Presidenza della Regione si rivolge ai gestori delle dighe della Sicilia, invitandoli ad attivare un attento monitoraggio e predisporre un celere trasferimento dei pesci”. Abbiamo così, in un comunicato ufficiale, tre verità che noi scriviamo da tre mesi. Prima verità: non è vero che tutti gli invasi artificiali siciliani sono a secco, perché da Gennaio ad oggi le piogge non sono mancate. Seconda verità: le dighe artificiali sono piene di pesci di acqua dolce. Tant’è vero che il Governo invita i gestori delle dighe artificiali a trasferire i pesci per potere utilizzare l’acqua degli invasi artificiali. Terza verità: l’acqua negli invasi artificiali non è stata utilizzata non perché mancava l’acqua ma per tutelare altre attività, in particolare i pesci. Già il Governo regionale ha cominciato a distribuire agli agricoltori (e forse non soltanto agli agricoltori) l’acqua del Biviere di Lentini e una parte dell’acqua della diga di Ragoleto. Ora, da quello che si capisce, il Governo regionale vuole utilizzare tutta l’acqua disponibile negli invasi artificiali, anche perché, negli ultimi sette giorni, in alcune aree della Sicilia ha piovuto a dirotto e alcune dighe si sono riempite. Le tre verità ma anche una prima domanda: l’Autorità di bacino si rivolge “ai gestori delle dighe della Sicilia”: chi è che gestisce le dighe siciliane? Non dovrebbe essere la stessa Regione’ O è lo Stato? O sono soggetti non meglio identificati?

Pesci finiti nei laghi artificiali della Sicilia per caso o veri e propri allevamenti?

Torniamo ai provvedimenti assunti dal Governo regionale. E’ la parte del comunicato che illustra perché bisogna trasferire il pesce presente negli invasi artificiali della Sicilia: “La disposizione nasce dalla considerazione del progressivo svuotamento degli invasi che rende necessario l’utilizzo dei cosiddetti ‘volumi morti’, che però non può essere effettuato in presenza della fauna ittica che attualmente popola le dighe. Ecco perché, così come prevede la legge, è necessario il trasferimento, alla luce dell’innalzamento delle temperature che causa la moria della fauna e determina quindi l’inutilizzabilità dell’acqua a fini potabili. Per utilizzare anche le risorse idriche residue l’Autorità di bacino chiede ai gestori di adeguare i propri sistemi di prelievo, utilizzando, se il caso, piattaforme galleggianti in grado di consentire l’utilizzo delle risorse idriche”. Insomma, i pesci, negli invasi artificiali siciliani ci sono, tanti pesci. Sono così tanti, i pesci, che con l’utilizzazione dell’acqua potrebbero morire determinando “l’inutilizzabilità dell’acqua a fini potabili”. Da qui una seconda domanda: sono pesci gettati negli invasi artificiali dagli amatori o sono veri e propri allevamenti? Non è che siamo agli inizi di una bella storia che ancora non è stata raccontata?

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