Nuovo ‘messaggio di guerra’ dei Paesi del G7 al Paese di Putin: consegnato all’Ucraina il primo miliardo di dollari scippato dai beni russi ‘congelati’ in Occidente

Ufficialmente è un ‘prestito’, in realtà sono soldi a ‘babbo morto, perché l’Ucraina non potrà mai restituirli, così come non restituirà i circa 150 miliardi di euro che ha Ue ha già erogato al Paese di Zelensky

L’Occidente conclude il 2024 inviando un nuovo ‘messaggio di guerra’ all’Russia. I Paesi del cosiddetto G7 hanno inviato in Ucraina il primo miliardo di dollari russi ‘congelati’ (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti, cui si aggiunge l’Unione Europea). Formalmente si tratta di un prestito garantito dai profitti realizzati dai 300 miliardi di dollari di beni congelati della Russia presenti nei Paesi dell’Occidente. Di fatto, sono soldi ‘a babbo morto’, perché l’Ucraina non potrà mai restituire questo miliardo di dollari, così come non restituirà gli altri ‘prestiti’ ricevuti. Per la cronaca, da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, l’Unione europea ha erogato al Paese di Zelensky circa 150 miliardi di euro, soldi sottratti ai cittadini europei per una gerra voluta dagli Stati Uniti d’America. Non solo. Impossibile sapere quanto sono costate le armi che l’Unione europea ha fornito all’Ucraina: un altro fiume di denaro tolto ai cittadini europei. In più, nei Paesi dell’Unione europea sono arrivati a continuano ad arrivare profughi dall’Ucraina in numero almeno cento volte superiore ai disgraziati che pagano da 5 a 8 mila euro cadauno per arrivare in Europa attraverso l’Italia (nel 90% dei casi passando da Lampedusa e, in generale, dalla Sicilia). Per i migranti che arrivano dal Nord Africa – che sono, lo ribadiamo, una minoranza rispetto ai profughi ucraini – l’attuale Governo italiano si è ‘incartato’ spendendo un sacco di soldi per i centri di accoglienza in Albania; mentre per i profughi ucraini che continuano ad arrivare in Europa il silenzio è pressoché totale: si paga per mantenerli e basta e, soprattutto, senza far sapere ai cittadini europei quanto sta costando mantenere milioni di cittadini ucraini presenti in Europa. (Sopra, il presidente della Federazione Russa, Putin, foto tratta da Il Fatto Quotidiano)

La confisca dei soldi russi, da parte dei Paesi del G7 per finanziare la guerra in Ucraina è un errore politico gravissimo. I cittadini e gli imprentori di altri Paesi che tengono i propri soldi in Europa potrebbero ritirarli creando un danno notevole alla stessa Unione europea

In tutto questo non si conoscono ancora gli effetti dell’ennesimo atto di russofobia dell’Unione europea. E’ chiaro che i russi ci renderanno pan per focaccia: quando ne avranno la possibilità, si terranno i beni dei Paesi europei. In teoria, potrebbero anche confiscare i beni dei cittadini europei che lavorano in Russia. Ma il presidente della Federazione Russa, Vadìmir Putin, è un uomo politico troppo intelligente per commettere un errore simile, che si ritorcerebbe negativamente sull’economia del suo Paese. Infatti, confiscare i beni mobili e immobili di cittadini di altri Paesi è un’arma a doppio taglio. Perché i governanti e i cittadini di altri Paesi si potrebbero spaventare e magari ritirare i propri beni. Secondo un canale Telegram, in Europa si registrerebbe già una ‘fuga’ di capitali. “Solo quest’anno l’Unione Europea – leggiamo nel post di un canale Telegram – ha dovuto affrontare deflussi di capitali per 300 miliardi di dollari. Gli investitori, soprattutto in Medio Oriente, stanno ritirando fondi, indicando una perdita di fiducia nel sistema bancario dell’Ue in mezzo a questi sviluppi”. Il discorso è semplice: se i cittadini o gli imprenditori di Paesi extra Ue assistono a un’Unione europea che confisca i beni russi per regalarli all’Ucraina fanno due più due: così come questi europei hanno confiscato i beni ai russi per darli all’Ucraina, ebbene, potrebbero farlo anche con i nostri beni. Quindi – questo grosso modo il loro possibile ragionamento – noi ci prendiamo i nostri soldi e li portiamo in altri Paesi. Per non parlare del fatto che i Paesi arabi che operano nell’industria petrolifera oggi sono quasi tutti schierati con Cina, Russia e, in generale, con i Paesi del BRICS. Ciò significa che, per solidarietà verso la Russia, potrebbero ritirare i loro depositi dall’Europa. Morale: quanto fatto dall’Occidente con la confisca dei beni russi è un errore gravissimo che potrebbe avere conseguenze economiche catastrofiche nell’Unione europea. Ma tanto che ve lo diciamo a fare? Secondo voi gli attuali governanti della Ue sono in grado di capire queste cose?

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