Nuova ondata di maltempo: piogge anche in Sicilia? Errore strategico dal 2010 ad oggi aver concentrato ingenti risorse per autostrade e ferrovie ignorando la questione idrica

Le previsioni di Mario Pagliaro e MeteoWeb. Le piogge, se arriveranno, daranno un po’ di ristoro all’agricoltura ma non risolveranno il problema della pessima gestione delle infrastrutture idriche

“La nuova ondata di #gelo artico che da #martedì 16 avrà investito l’Europa, il 17 raggiungerà anche la Sicilia. Durerà fino alla settimana successiva portando grandi piogge, nevicate in quota e condizioni meteorologiche simil-invernali”. Così scriveva due giorni fa Mario Pagliaro, chimico del Cnr ed esperto in climatologia. Ieri MeteoWeb titolava: “Allerta Meteo, clamoroso ribaltone: da Martedì 16 cambia tutto, tornano freddo, maltempo e neve per un lungo periodo!”. Notizie anche per la Sicilia: “… inizierà il maltempo con nuvolosità in aumento, qualche pioggia pomeridiana-serale in Sicilia e all’estremo Nord, forti venti prefrontali di libeccio in rinforzo nel pomeriggio sera. E sarà solo l’inizio di un grande cambiamento, un vero e proprio ribaltone dai connotati clamorosi, che si concretizzerà nel corso della giornata successiva e cioè di Martedì 16 aprile. (qui per esteso l’articolo di MeteoWeb)”. (Sopra foto tratta da Meteo.it)

Troppe questioni strutturali mai affrontate

Se sarà così l’agricoltura siciliana dovrebbe respirare un po’. Va detto che la siccità in Sicilia c’è, ma le piogge, nei mesi scorsi, non sono mancate. Per l’agricoltura c’è stata la sciroccata di fine Marzo che ha provocato danni notevoli. Detto questo, non sarebbe corretto nascondere la grande disorganizzazione della Sicilia in materia idrica. C’è una pessima gestione del cosiddetto Sovrambito, costituito da un sistema idrico interconnesso di dighe, traverse, pozzi, sorgenti, potabilizzatori, centrali di sollevamento, centrali idroelettriche e altre infrastrutture. La Sicilia, negli anni del primo Governo di Silvio Berlusconi (2001-2006), ha affidato “il servizio di captazione, accumulo, potabilizzazione e adduzione di acqua potabile a scala sovrambito” a Sicilacque spa ma i risultati sono deludenti. Più della metà delle dighe artificiali siciliane sono abbandonate e le poche che funzionano, spesso, debbono fornire, contemporaneamente, acqua all’agricoltura e alle città. Anche fornire acqua all’agricoltura è un problema, perché le condotte sono fatiscenti. In più c’è il problema irrisolto dei debiti dei Consorzi di Bonifica. I Consorzi di Bonifica andrebbero affidati agli agricoltori, eliminando una gestione regionale che è stata clientelare e irrazionale. Non parliamo della gestione dei depuratori, altro fallimento.

La Sicilia, a partire dal 2010, ha realizzato un’impresa ‘titanica’: non ha completato nemmeno una grande opera autostradale e ferroviaria pur impiegando una barca di miliardi di euro e si ritrova oggi con le infrastrutture idriche che cadono a pezzi. Ora sono anche finiti i soldi. Un disastro

A partire dal 2010 la Sicilia, o meglio, la politica siciliana ha avuto a disposizione una grande disponibilità di fondi europei e nazionali per le infrastrutture. Sarebbe stata necessaria una mediazione fra la viabilità e il miglioramento della gestione idrica. Ebbene, quasi tutta la disponibilità di questo grande fiume di denaro pubblico è stata concentrata sulla viabilità: Circumetnea, Passante ferroviario di Palermo, collettori fognari, nuova autostrada Palermo-Agrigento, nuova autostrada Agrigento-Caltanissetta, l’eterna autostrada Siracusa-Gela, più una serie di raddoppi ferroviari. Nessuna di queste grandi opere è stata completata. Mentre i costi sono aumentati in modo spropositato. Questi lavori continuano all’infinito e ogni anno ‘macinano’ miliardi di euro con un sistema ‘rodato’ che vede insieme politica, imprenditoria e mondo sindacale. A questo sistema che si avvita su se stesso vanno aggiunti gli infiniti lavori di manutenzione lungo l’autostrada Palermo-Catania e il progetto della nuova autostrada Catania-Ragusa. Stiamo parlando di decine e decine di miliardi di euro. Se un quarto di questa somma fosse stata utilizzata per ripulire e mettere in rete le poco meno di 50 dighe artificiali presenti in Sicilia e per rifare le condotte idriche oggi l’agricoltura della nostra Isola non avrebbe problemi di manzanza d’acqua per l’irrigazione e non ci sarebbero città a secco. Invece, dal 2010 ad oggi, siamo riusciti in un’impresa ‘titanica’: nessuna grande opera ferroviaria e autostradale completata e, contemporaneamente, siamo condannati a vivere con il sistema idrico che cade a pezzi. La realizzazione di dissalatori – idea giusta in un momento di emergenza – sono la prova del fallimento delle politiche siciliane in materia di gestione idrica. Prendersela con l’attuale Governo regionale di Renato Schifani – che di fatto ha ereditato questo disastro – sarebbe intellettualmente disonesto. Ora sono pure finiti i soldi, se è vero che la ‘priorità’ dell’Unione europea è il sostegno all’Ucraina che, pur con gli aiuti occidentali, sta perdendo la guerra contro i russi. Di male in peggio.

AGGIORNAMENTO

Nuovo articolo di MeteoWeb che entra nel dettaglio delle piogge previste domani Martedì 17 Aprile: “In Sicilia e Calabria sarà un Martedì di forte piogge con tanta sabbia del Sahara”. Eh sì, è tornata a farsi vedere la sabbia del deserto del Sahara. MeteoWeb racconta di “nubi alte e stratificate che risalgono dal Maghreb dove imperversa un violento ciclone che nel weekend ha provocato piogge torrenziali tra Algeria e Tunisia” (qui per esteso l’articolo di MeteoWeb).

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