“Nulla è impossibile a Dio!”. Maria diede quel Sì, e congedò l’angelo. Avrebbe custodito essa, in grembo, la sua Parola

di Frate Domenico Spatola

All’Ave, Maria disse Sì. Oggi la liturgia dell’incarnazione del Verbo

A Nazareth c’eravamo. Tutti in attesa del Sì di Maria. L’angelo premeva perché accettasse di essere la madre del figlio di Dio. E lei? Nicchiava. Voleva conoscere a che andava incontro. Le sarà passato alla mente la profezia dolorosa di Isaia, che avrebbe riguardato il Messia. E poi… tutte quelle qualità decantate sul Figlio chi le poteva trasmettere? “Non conosco uomo”. Fu l’occasione per parlare chiaro. Gabriele poté esprimersi. Lo Spirito Santo l’avrebbe fecondata, e quel che nasceva da lei era il Figlio dell’Altissimo. A lui il Padre avrebbe dato il trono di Davide e il suo Regno non avrebbe conosciuto fine. Qui Maria si arrese, anche col supplemento alla sua fede, venutole dalla notizia della fecondità dell’attempata cugina Elisabetta. “Nulla è impossibile a Dio!”. Fu il commento, che a noi giovò. Maria diede quel Sì, e congedò l’angelo. Avrebbe custodito essa, in grembo, la sua Parola.

Foto tratta da Santuario Gesù Bambino di Praga

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