Nel kit di sopravvivenza sponsorizzato dall’Ue per fronteggiare una terribile quanto imprecisata crisi c’è anche una radio a onde corte per le comunicazioni di emergenza…

Questo bizzaro avvertimento non è stato preso molto sul serio. DEl resto, se arriva dagli ‘europeisti…
di Nota Diplomatica

Al lupo! – L’Unione Europea ha recentemente emesso – senza alcuna preparazione o spiegazione –un’eccentrica comunicazione indirizzata a tutta la popolazione del Continente. Avverte del possibile arrivo a tempi brevi di una terribile crisi – dal genere non precisato – che evidentemente potrebbe distruggere la civiltà come la conosciamo. I funzionari UE invitano la cittadinanza ad attrezzarsi con urgenza di scorte di acqua pura, viveri e materiale sanitario da tenere in casa e sufficienti per sopravvivere almeno tre giorni senza potere uscire: anche se sarebbe meglio essere pronti ad affrontare un lockdown anche più lungo… Siccome non si riscontrano particolari file alle casse dei supermercati o nelle farmacie, si ha l’impressione che ancora una volta Bruxelles non sia stata presa troppo sul serio, anche perché tutto quello che hanno saputo dire del prossimo disastro umano è che potrebbe dipendere dall’acuirsi delle tensioni internazionali. Forse pensano a qualche mossa azzardata di Donald Trump o ad un peggiorare della situazione in Ucraina, ma i funzionari dell’Unione non si arrischiano a fornire notizie concrete al riguardo in un senso o nell’altro.

A cosa servono le radio a onde corte

Il communiqué UE ha però un merito: raccomanda inoltre alla cittadinanza di acquistare subito una radio shortwave – a “onde corte” – per ricevere importanti comunicazioni d’emergenza. I più non si ricorderanno – se l’hanno mai saputo – cosa sono questi apparecchi. Sono radio e radioline dalla tecnologia ormai superata da diversi decenni che hanno comunque un singolo, grande pregio: sono le uniche in grado di captare segnali radiofonici intercontinentali. Nel secolo scorso le shortwave erano utilizzate da parecchi hobbisti che tiravano fino a tarda notte cercando di sentire – e facendone una sorta di raccolta – le trasmissioni notturne delle emittenti più lontane possibili, dall’altra parte del mondo: Radio Pechino e Radio Mosca, All Night Nippon in Giappone, le stazioni radiofoniche delle Americhe, dell’Africa profonda e del Sudest Asiatico. Le onde corte servono poco per ascoltare la musica a causa dei disturbi atmosferici, ma permettono di seguire i notiziari e paragonare le scelte di censura tra i diversi Paesi, ottenendo una versione più completa e forse più veritiera di cosa succede nel mondo: una sana abitudine che forse dovrebbe tornare in voga…

Sopra, foto della commissaria europea per la Gestione delle crisi, Hadja Lahbib, tratta da Avvenire

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