Negli ospedali siciliani mancano medici e infermieri e il Governo regionale annuncia nuovi grandi appalti. La critica di Nino Minardo: “La politica deve occuparsi della sanità, non occuparla”

Prima di annunciare opere mirabolanti il Governo dovrebbe occuparsi dei medici pubblici massacrati dal lavoro – soprattutto nei Pronto soccorso – e dei cittadini che usufruiscono di un servizio sanitario pubblico inadeguato

Abbiamo grande rispetto per il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani. Non abbiamo condiviso alcune scelte operate dal suo Governo ma sarebbe poco onesto non ammettere che, rispetto a quanto avvenuto negli ultimi dieci anni, quanto meno c’è un po’ di ordine nel conti dell’amministrazione regionale. Detto questo, non possiamo non sottolineare il fumo negli occhi dei siciliani – perché di questo si tratta – sparso a piene mani in materia di sanità. Che senso ha tirare in ballo mega investimenti per nuove strutture sanitarie quando negli ospedali della nostra Isola, in questo momento, mancano medici, infermieri, posti letto e anhe presidi sanitari. Il nuovo Polo pediatrico e il nuovo Policinico di qua, il nuovo Polo encoematoligico e il nuovo ospedale Civico di là, addirittura con mille e 300 nuovi posti letto. Egregio presidente, ci sono Pronto soccorso che operano con meno di un terzo dei medici previsti dalle piante organiche. ‘Buchi’ che vengono in minima misura coperti da medici che non hanno alcuna esperienza in materia di medicina di urgenza. Ci sono cittadini che lamentano attese di sette, otto, dieci mesi per una prestazione nelle strutture sanitarie pubbliche, mentre se pagano tutto si risolve in pochi giorni. Annunciare grandi appalti quando manca l’essenziale è atteggiamento che si configura, per l’appunto, come gettare fumo degli occhi.

Nel Bilancio c’è scritto che ogni anno in Sicilia si spendoo circa 9 miliardi e mezzo di euro per la sanità. Dove finisce questo fiume di denaro pubblico?

In queste ore il parlamentare nazionale della Lega eletto in Sicilia, Nino Minardo (foto sopra tratta da Italreport), ha rilasciato una dichiarazione molto dura: “Le immagini che vengono da tanti, troppi, ospedali siciliani dovrebbero imporre una vera e propria inversione di rotta sulla gestione regionale della sanità. Le visite impossibili, il degrado di certi ambienti, gli scandali e i medici sempre troppo pochi e oberati di lavoro sono un atto d’accusa a cui non si può rispondere con l’estenuante telenovela dei manager della sanità. La politica deve occuparsi della sanità, non occuparla”. Eh già, perché in questa storia c’è anche la telenovela dei nuovi manager della sanità siciliana al centro delle solite polemiche sui titoli, sulle condanne e via continuando. Scaricare sull’attuale Governo regionale i risultati di un impoverimento della sanità pubblica siciliana che è iniziato nel 2007 sarebbe scorretto e ingeneroso. Tuttavia, egregio presidente Schifani, lei ha messo anche del suo, rinunciando ai crediti per 9 miliardi di euro. Soldi che lo Stato, con un raggiro parlamentare, ha scippato al Fondo sanitario regionale dal 2007 fino al Dicembre 2022. Il Forum della sanità pubblica chiede al presidente Schifani: “Con quale personale e quali risorse verranno gestiti i 1.300 nuovi posti letto annunciati?”. E aggiunge: “Il rischio è un ulteriore regalo ai privati”. Noi non crediamo che Roma, che di solito svuota le ‘casse’ della Sicilia, tiri fuori questi soldi a sostegno della sanità siciliana. Da dove dovrebbe prenderli? Da una nuova emissione di titoli di Stato? A nostro modesto avviso è solo fumo negli occhi. Noi invece poniamo una domanda semplice: come vengono i 9 miliardi e mezzo circa di euro all’anno erogati alla sanità siciliana? Ormai da almeno cinque o sei anni, quando i medici del servizio sanitario pubblico della Sicilia vanno in pensione non vengono sostituiti. Dove finiscono questi soldi?

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