Ministro Calderoli, l’Autonomia differenziata va bene, a patto che le imprese del Nord Italia che operano nel Sud e in Sicilia paghino le imposte alle Regioni del Sud e alla Regione siciliana

Peraltro questo principio è previsto dallo Statuto autonomistico siciliano e non è mai stato applicato (articolo 37). Si tratta solo di applicarlo nella nostra Isola e di estenderlo in tutte le Regioni del Sud

Ieri abbiamo raccontato cosa possono fare i cittadini siciliani e del Sud Italia per combattere gli effetti dell’Autonomia differenziata. Basta cominciare a fare molta attenzione quando si va a fare la spesa, acquistando, fin dov’è possibile, prodotti agricoli freschi e trasformati della Sicilia e del Sud (qui il nostro articolo su Compra Sicilia e Compra Sud). Non è una cosa difficile: se la pasta è prodotta in Sicilia e nel Sud acquistela; se è prodotta nel Centro Nord Italia lasciatela negli scaffali dei centri commerciali e dei supermercati. Lo stesso discorso vale per il caffè, per i biscotti, per i cornetti e, in generale, per le merendine; idem per le fette biscottate e, fin dov’è possibile, per il the, per la camomilla e per le tisane; e, ancora, per lo zucchero e per il miele: acquistare solo zucchero e miele prodotti in Sicilia e nelle Regioni del Sud. Fin dov’è possibile questa modalità di acquisto va applicata per tutti i prodotti e non solo per quelli alimentari. Se in Sicilia e nel Sud, fin dove sarà possibile, i cittadini cominceranno a lasciare negli scaffali di centri commerciali e supermercati i prodotti del Centro Nord Italia lanceremo un bel segnale ai nostri amici del Nord Italia. Non è un obiettivo difficile da realizzare: quando andiamo a fare la spesa basta leggere le etichette dei prodotti. Ciò posto, oggi affronteremo un altro tema legato all’Autonomia differenziata: le imposte delle imprese del Nord Italia presenti nel Sud e in Sicilia. Fino ad oggi queste imprese del Nord hanno avuto e hanno stabilimenti nel Sud e in Sicilia ma pagano le imposte nel Nord Italia dove hanno la sede sociale. Poiché, per legge, è stata introdotta l’Autonomia differenziata e ogni Regione italiana è oggi legittimata a tenersi le imposte pagate dai propri cittadini, d’ora in poi le Regioni del Sud e la Sicilia si terranno le imposte delle imprese del Nord che hanno stabilimenti nel Sud e in Sicilia. Punto.

Siamo certi che il Ministro leghista Roberto Calderoli sarà d’accordo con noi

Va detto che, per la cronaca, in Sicilia dovrebbe essere così dalla nascita della Repubblica. Nello Statuto autonomistico siciliano, che precede di un anno e mezzo l’approvazione della Costituzione, l’articolo 37 prevede proprio che le imprese con sede sociale nel Nord Italia e con stabilimenti in Sicilia debbano pagare le imposte alla Regione siciliana. Leggiamo insieme l’articolo 37: “1. Per le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori del territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti, nell’accertamento dei redditi viene determinata la quota del reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi. 2. L’imposta, relativa a detta quota, compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima”. Nell’articolo 37 non c’è alcun accenno alla simmetria delle funzioni, come arzigogolavano, nel 2005, gli Azzeccagarbugli ministeriali. L’articolo 37 dello Statuto siciliano, per essere applicato, non ha bisogno di simmetrie truffaldine. Oggi, con la legge sull’Autonomia differenziata, ogni Regione è legittimata a tenersi le proprie imposte. Le Regioni del Sud e la Sicilia si terranno le imposte delle imprese del Nord che operano nei propri territori, anche se hanno sede sociale a Milano o in altre città del Settentrione. Siamo certi che il Ministro leghista Roberto Calderoli che ha voluto l’Autonomia differenziata sarà d’accordo con noi. Autonomia per tutti, giusto signor Ministro?

Cateno De Luca e il suo movimento che si presenta come meridionalista, invece di andare dietro a PD e grillini, note forze politiche anti-meridionali e anti-siciliane, appoggi l’applicazione del’articolo 37 in Sicilia e la sua estensione in tutte le altre Regioni del Sud

Citiamo alcuni esempi. In Sicilia, già da qualche anno, il gruppo bancario UniCredit paga le imposte alla Regione siciliana. Da ora in poi, grazie all’Autonomia differenziata, tutte le banche non siciliane che operano in Sicilia pagheranno le imposte alla Regione siciliana. Lo stesso discorso vale per i gruppi imprenditoriali non siciliani che operano in Sicilia nel settore delle energie, dalle raffinerie agli impianti eolici e fotovoltaici. Insomma, tutte le industrie, grandi e piccole, non siciliane che operano in Sicilia dovranno cominciare a pagare le imposte alla Regione siciliana. Siamo certi che tutti i parlamentari nazionali della Lega eletti in Sicilia saranno d’accordo con noi; idem, ovviamente, per i parlamentari regionali della Lega. La stessa cosa dovrà avvenire nelle altre Regioni del Sud Italia: ogni Regione del Sud si terrà le imposte dei gruppi nazionali che operano nei propri territori: banche, industrie, imprese commerciali e via coninuando. A noi risulta che alcuni importanti siti culturali del Sud Italia e della Sicilia sono gestiti da gruppi del Nord. Ebbene, questi gruppi dovranno cominciare a pagare le imposte alle Regioni e non allo Stato. L’onorevole Cateno De Luca che si presenta come meridionalista potrebbe cominciare a intestarsi questa battaglia politica. Magari evitando di andare dietro al PD e al Movimento 5 Stelle che, ipocritamente, stanno promuovendo un referendum sull’Autonomia differenziata, dimenticando che nel 2019, quando erano insieme al Governo dell’Italia, stavano per approvare l’Autonomia differenziata e sono stati bloccati dalla pandemia (qui un articolo). Per non parlare del fatto che PD e grillini, sempre quando erano al Governo dell’Italia, hanno scippato fondi europei agricoli alle Regioni del Sud (qui un articolo). Tuttavia PD e grillini, se sono veramente diventati meridionalisti, aiutino concretamente Sud e Sicilia sostendendo l’applicazione integrale dell’articolo 37 dello Statuto siciliano: applicarlo in Sicilia ed estenderlo a tutte le Regioni del Sud. Cominciando dalla Campania e dalla Puglia, regioni amministrate dal PD. Se non lo faranno i cittadini del Sud e della Sicilia avranno l’ennesima prova che PD e Movimento 5 Stelle non difendono Sud e Sicilia e stanno attaccando l’Autonomia differenziata solo perché ad approvarla non sono stati loro.

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