L’uomo più alto del mondo e la donna più piccola del mondo davanti ai due monumenti più noti dell’Egitto: la Grande Piramide di Giza e la Sfinge

di Nota Diplomatica

Abbiamo trovato un articolo dell’autore della nostra rubrica di circa sette anni fa che ci era sfuggito e lo pubblichiamo volentieri oggi

NeIl’immagine – distribuita dall’Egyptian Tourism Promotion Board  (foto sopra) – l’uomo più alto del mondo, il turco 35enne Sultan Kosen (251 cm) e la donna più piccola, l’indiana 24enne Jyoti Amge (62,8 cm) posano davanti ai due monumenti faraonici più noti, la Grande Piramide di Giza e la Sfinge, appena visibile dietro la spalla di Kosen. I due non hanno nulla a che fare né con l’Egitto né con la sua storia. Però, metterli insieme in un posto iconico vale un po’ di spazio sui giornali e il disastratissimo settore turistico nazionale le prova tutte per ricordare al mondo che non è solo il Paese delle bombe sugli aerei e della morte atroce di Giulio Regeni.

Storia di una diatriba tra Cina ed Egitto

La sfinge, oltre all’affronto portato dalle truppe napoleoniche che le fecero saltare il naso con una cannonata, è di nuovo al centro di uno scontro internazionale, questa volta con la Cina. Nel 2014 era emerso che un parco di divertimenti nella provincia cinese di Hebei si era permesso di ricreare la scultura – un po’ scalcagnata, ma con il naso rifatto – in dimensioni reali come attrazione turistica. Il Governo egiziano – che pretende di autorizzare ogni tipo di riproduzione dei suoi monumenti – ha fatto fuoco e fiamme, portando il caso all’ONU e ottenendo dalla Cina la promessa che la sfinge tarocca sarebbe stata smantellata. In effetti, la testa è stata rimossa e conservata sotto una tettoia. Senonché… avendo lasciato che si calmassero le acque, gli operosi cinesi hanno pensato il mese scorso (cioè sette anni fa) di rimetterla al suo posto, rischiando dunque di confondere i turisti del mondo che potrebbero pensare di trovare anche il Nilo e il Cairo in Cina… È partita una nuova protesta all’Unesco, motivata dalla “protezione della dignità del patrimonio storico nazionale”. Un operatore turistico egiziano ha detto a Al-Monitor – (qui) – che: “Il Governo deve agire perché molti turisti vanno a vedere le imitazioni dei nostri monumenti e poi non vengono in Egitto per vedere gli originali”.

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