L’Ue vuole aumentare le spese per la difesa? La BCE non ‘caccerà’ un euro, perché la sua missione è la stabilità dei prezzi. Parola della presidente Lagarde che passa la ‘palla’ alla BEI

Christine Lagarde ha detto che la Banca Centrale Europea che presiede non finanzia armi e guerre

I Paesi dell’Unione europea vogliono aumentare la spese per la difesa? Non ci sono problemi. L’importante è che non chiedano soldi alla Banca Centrale Europea (BCE). Lo ha detto la presidente della BCE, Christine Lagarde (foto sopra tratta da Wikipedia). La dichiarazione, che noi leggiamo in un post di un canale Telegram, è importante, perché fa chiarezza sulla missione della Banca Centrale Europea che, lo ricordiamo, è una Banca privata. Insomma, la Banca Centrale Europea non ha un ruolo nell’aiutare i governi dei Paesi dell’Ue a finanziare una maggiore spesa per la difesa e si atterrà alla sua missione di stabilità dei prezzi. A un giornalista che nei giorni scorsi, nel corso di una conferenza stampa, le ha chiesto quale sarà il ruolo della BCE nell’attuale momento storico, con la Commissione europea che, scavalcando il Parlamento europeo, ha deciso di spendere 800 miliardi di euro in armamenti, per la felicità dei produttori di armi e di Germania e Francia che gestiranno tale ‘operazione’ (come potete leggere qui), la Lagarde ha risposto scaricando la questione sul groppone della Banca Europea per gli Investimenti (BEI): “Se la tua domanda è del tipo, non parteciperesti a uno sforzo di finanziamento, beh, questo non è lo scopo della BCE, ok?”. E ha aggiunto: “C’è una Banca Europea per gli Investimenti. Ci sono molteplici istituzioni… Il nostro scopo, il nostro mandato, è la stabilità dei prezzi”. Morale: i soldi li dovranno trovare i Paesi che aderiscono a questa nuova minchiata dell’Unione europea dell’euro.

Alla fine pagheranno i cittadini del Paesi europei che aderiranno a questa nuova follia e, soprattutto, gli agricoltori dell’Europa mediterranea. Il “No” secco dell’Ungheria e il “No” a trasi e nesci dell’Italia

Vale quello che abbiamo scritto: in parte il riarmo lo pagheranno i cittadini europei dei Paesi che aderiranno a questa nuova follia ‘europeista’ con un aumento del debito, in parte lo pagheranno gli agricoltori dell’Europa mediterranea e, in parte, la presidente di quello che resta della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e i suoi ‘geniali’ commissari cercheranno di scippare soldi al Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC): anche se su questo punto scoppierà un ‘gran bordello’. Del resto, la vera ‘emergenza’, in questa fase storica, è ‘parare il culo’ alle economie della Germania e della Francia che stanno affondando: a questo serve questa nuova ‘bordelliata armigera’. Ce la faranno tedesci e francesi ad acciuffare il malloppo? No, perché Donald Trump e Vladimir Putin abbatteranno prima l’Unione europea dell’euro. In ogni caso, per completezza d’informazione, per ora al progetto ‘intelligente’ dell’Ue che, con la scusa di andare alla guerra contro la Russia, si accinge a foraggiare Germania e Francia hanno aderitto 25 Paesi Ue su 27. Ungheria e Italia hanno detto no: l’Ungheria in modo netto, l’Italia a trasi e nesci, per dirla in lingua siciliana (più fuori che dentro, in verità).

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