L’UE ha determinato il fallimento dei Comuni siciliani (e anche di altri Comuni italiani). Lomonte (Siciliani Liberi) denuncia il silenzio dell’Anci Sicilia

La verità su 236 Comuni siciliani commissariati per non avere approvato il Bilancio consuntivo. Tra questi ci sono Palermo, Catania e Messina

Il Segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte, torna sul fallimento non dichiarato di tanti Comuni siciliani. “Abbiamo scritto e detto a più riprese – scrive Lomonte – che tutti i Comuni siciliani sono di fatto in pieno dissesto finanziario e ormai inabili a sostenere le spese più elementari, con Roma che gli ha lasciato soltanto i soldi per il pagamento degli stipendi del personale. Il Sindaco di Palermo a più riprese ha invece vantato di aver ‘risanato il bilancio’ del Comune di Palermo grazie a un ‘piano di riequilibrio’ che prevede fantasiose voci di bilancio come un fantomatico gettito di ’96 milioni nel 2024, 128,5 milioni nel 2025 e altri 128,5 milioni nel 2026′ provenienti dalle multe”. Il leader degli Indipendentisti siciliani ricorda che in questi giorni “l’assessore regionale, ex Sindaco di un piccolo Comune del Catanese, ha commissariato 236 dei 391 Comuni siciliani per non avere approvato il Bilancio consuntivo relativo allo scorso anno (il 2023) entro il 30 Aprile. Naturalmente fra essi ci sono Palermo e le altre due città siciliane (Catania e Messina). Ma anche i due Comuni ex capoluogo di provincia (prima dell’ennesima ridicola riforma dell’ex PCI, cd. legge “Del Rio” sulle Province), Siracusa e Trapani”.

Gli amministratori comunali non approvano i bilanci per non finire nei guai davanti alla Corte dei Conti

“La notizia – scrive sempre Lomonte (foto sopra) – è passata quasi inosservata. ‘Il rendiconto» – ha dichiarato l’assessore – è uno strumento necessario per l’attività contabile, attraverso il quale si verificano l’entità e le modalità con le quali le amministrazioni comunali hanno dato attuazione alle previsioni del bilancio. La legge fissa precisi termini per la sua approvazione. Il commissariamento nei confronti dei Comuni inadempienti, nonostante i numerosi solleciti, è un intervento sostitutivo obbligatorio da parte della Regione, che garantisce regolarità contabile e trasparenza nei confronti dei cittadini’. I cittadini leggono e non capiscono. Glielo spieghiamo noi di Siciliani Liberi, cosa significhi. Il fatto che i due organi amministrativi dei Comuni – la Giunta e il Consiglio comunale – non abbiano approvato il Bilancio consuntivo entro il 30 Aprile è dovuto al fatto che lo scostamento fra le spese sostenute e le entrate realizzate in sede di consuntivo rispetto a quelle del bilancio preventivo sono così enormi che né i componenti della Giunta, né i consiglieri comunali se la sentono di approvare il bilancio. Se lo facessero… rischierebbero di dover riconoscere che il bilancio di previsione era falso: ovvero incorrere nel reato di falso in bilancio e quindi doverne rispondere di fronte alla Corte dei Conti. Che in Sicilia è un organo regionale. Che ha già irrogato negli ultimi 15 anni pesanti sanzioni amministrative, ad esempio ai componenti della Giunta del Comune di Catania condotto al dissesto finanziario ancora di recente”.

Il silenzio dell’Anci Sicilia

“La classe politica siciliana in questo modo certifica la sua totale impotenza – scrive ancora il Segretario politico di Siciliani Liberi -. Di fronte alle politiche di austerità imposte a Roma da Bruxelles, e da Roma ai Comuni, i politici siciliani sono costretti a ricorrere a queste omissioni – non approvare il bilancio consuntivo – per evitare conseguenze cui sarebbero chiamati a rispondere individualmente. In caso di falso nei bilanci comunali, è sufficiente che un consigliere comunale abbia votato ‘sì’ in fase di approvazione in Aula, per ritrovarsi responsabili in solido dei danni prodotti al Comune e all’Erario. Non una parola di commento è arrivata dal presidente e segretario di Anci Sicilia (il riferimento è a Paolo Amenta ndr foto sopra) solitamente puntuali nel reclamare il trasferimento di denaro dalla Regione e da Roma verso i Comuni siciliani. Eppure il suo presidente, il sindaco di Canicattini Bagni, conosce bene questi problemi. Ma il partito egemone – che non è affatto l’ex MSI oggi al governo, ma l’ex PCI cui fa riferimento il presidente di Anci Sicilia – non ama che si parli di questi argomenti. L’Europa è il sol dell’avvenire, come ieri lo era il comunismo che precipitò nella miseria e nella dittatura tutti i Paesi dell’Europa orientale. E non si discute. Invece, caro presidente – scrive Lomonte rivolgendosi al presidente dell’Anci Sicilia – è esattamente l’adesione alle folli politiche di austerità dell’Unione Europea ad avere precipitato l’Italia intera e tutti i Comuni – in particolare quelli del Sud e della Sicilia – nella triste condizione di oggi”. Lomonte conclude con una previsione: “Il fatto – scrive il Segretario di Siciliani Liberi – che l’unica forza politica a spiegarlo sia Siciliani Liberi non fa che confermare come sia l’unica forza politica in Sicilia capace di dare una prospettiva futura alla crisi economica della Sicilia: che fra pochi giorni – giusto il tempo di prendere atto del trionfo elettorale della cosiddetta ‘Destra’ in Francia, e la rapida conclusione di euro ed Ue che vi farà seguito – diventerà anche sociale prima e politica dopo”.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *