L’ottimismo di Mario Pagliaro: pioverà anche in Sicilia. Speriamo che sia così, perché dalla gestione di dighe e depuratori i siciliani, agricoltori in testa, non possono aspettarsi nulla di buono

Sta tornando il freddo. E arriveranno anche le piogge

Gli agricoltori siciliani guardano il cielo e si chiedono: “Pioverà?”. A questa domanda risponde un post di ieri sera di Mario Pagliaro (foto sotto), chimico del Cnr ed esperto in climatologia: “Ondata di freddo eccezionale per durata, estensione geografica ed intensità già investe l’Europa. Ancora poche ore e avrà raggiunto l’Italia e la Sicilia. Spinta dall’ingresso del gelo siberiano sull’Artico, l’area artica farà collassare le temperature anche di oltre 20 °C. Neve in Appennino, enormi nevicate sulle Alpi ancora sommerse dalle eccezionali nevicate dell’inverno 2023/24. Piogge in #Sicilia già da domani: la perturbazione isolatasi sul #Sahel dove ha portato – in pieno deserto – le temperature a meno di 10 °C, si sposta infatti verso Nord Est. Poi, il crollo termico toccherà anche alla Sicilia. Nuove nevicate sull’Etna. Temperature del mare che resteranno #gelide molto a lungo”. (Sopra, foto tratta da Padova Oggi)

I pozzi artesiani della Sicilia salinizzati

Si spera nelle piogge per dare un po’ di sollievo all’agricoltura. Per le aziende agricole sono importanti due elementi: la pioggia che arriva dal cielo direttamente nei campi e, a Dio piacendo, un miglioramento della qualità dell’acqua dei pozzi artesiani. Non c’è da aspettarsi molto, invece, dalle dighe artificiali che, nella stragrande maggioranza dei casi, o non sono state completate, o sono state abbandonate. E le poche che non sono piene di fango e bene o male funzionano dividono l’acqua tra agricoltura e centri abitati. Non va meglio per le condutture idriche, che in buona parte sono obsolete. Insomma, in Sicilia il cosiddetto Sovrambito è stato gestito ed è gestito in modo approssimativo. Tornando all’acqua dei pozzi, a giudicare da quello che ci raccontano alcuni agricoltori siciliani, in tanti pozzi artesiani le acque si sono salinizzate e, in molti casi, non sono più utilizzabili. A meno che tale acqua non venga utilizzata per colture che sono in grado di ‘sciropparsi’ le acque salinizzate. Ma se la salinità è eccessiva, beh, c’è poco da fare. Qualcuno ha ipotizzato di utilizzare l’acqua depurata per rimpinguare i pozzi. In effetti, con il fiume di soldi pubblici che sono stati spesi in Sicilia per i depuratori la nostra Isola dovrebbe vivere di acqua depurata. Invece regna il caos totale anche nella depurazione delle acque. Addirittura, in qualche caso, i cittadini hanno pagato nella bolletta la depurazione delle acque che non c’era! Questi soldi verranno restituiti?

Sette anni fa si scoprì che l’acqua depurata dal depuratore di Aqua dei Corsari, a Palermo, veniva gettata in mare. Oggi è ancora così?

Ancora oggi – dopo oltre quarantanni di appalti con la spesa di un fiume impressionante di denaro pubblico – ci sono tratti di costa dove le fogne sgorgano direttamente in mare rendendo le spiagge impraticabili per i bagnanti. Sembra incredibile ma è così. Nel 2017 abbiamo intervistato Silvano Riggio, docente di Ecologia all’Università di Palermo (foto sopra). In tempi non sospetti ci ha raccontato che buona parte della Sicilia era già dentro una “bolla sahariana”. Oggi la sabbia del deserto del Sahara sta invesetndo tutta l’Europa. Riggio ci ha anche raccontato di una storia tutta siciliana: lo spreco dell’acqua depurata dal depuratore di Acqua dei Corsari a Palermo: “Manca l’acqua e cosa fanno gli amministratori della cosa pubblica? Decidono di buttare in mare l’acqua del depuratore di Acqua dei Corsari! – ci ha raccontato il professore Riggio sette anni fa -. Hanno realizzato una condotta sottomarina e la usano per buttare in mare l’acqua depurata”. Rispetto a sette anni fa è cambiato qualcosa? Chissà se il gruppo di lavoro di tecnici messo su dal Governo regionale siciliano per fronteggiare la siccità è al corrente di quanto avveniva (o avviene ancora?) con l’acqua depurata dal depuratore di Acqua dei Corsari. “L’acqua depurata va riutilizzata, non buttata in mare!”, ci diceva il professore Riggio sette anni fa. E aggiungeva: “Prendiamo come esempio Palermo. In questa città non ci sono industrie. Che bisogno c’era di realizzare i depuratori? A che cosa servono? Sarebbe bastato utilizzare l’acqua da depurare in agricoltura. L’agricoltura avrebbe depurato le acque, senza bisogno di ricorrere ai depuratori che, lo ribadisco, là dove non ci sono industrie, non servono”.

Però c’è sempre la speranza che temperature sopra i 50 gradi e alluvioni mandino all’aria gli impianti fotovoltaici che stanno realizzando al posto dei campi di grano della Sicilia e del Sud Italia per regalare l’energia al Nord Italia. Sarebbe un caso di sana giustizia divina…

Insomma, al di là delle piogge e dell’acqua che arriva dagli acquedotti, in Sicilia, tra Sovrambito gestito male e depuratori ora sì, ora no (con la prevalenza dei no), il caos regna sovrano. Aspettarsi qualcosa dalla gestione pubblica dell’acqua è tempo perso. Non resta che sperare nelle piogge e, là dov’è possibile, dall’irrigazione. L’irrigazione, in Sicilia, nel 2024, dovrebbe avvenire quasi tutta per aspersione. Si potrebbe utilizzare l’energia solare per alimentare gli impianti di irrigazione. Invece buona parte dell’irrigazione avviene con i tradizionali metodi gravitazionali; in alcuni casi gli agrumi vengono ancora oggi irrigati come al tempo degli Arabi in Sicilia! Mentre i pannelli fotovoltaici che stanno realizzando al posto dei campi di grano smantellando l’agricoltura siciliana serviranno per portare l’energia nel Nord Italia. Per i pannelli fotovoltaici si potevano utilizzare le aree industriali e artigianali abbandonate, che in Sicilia sono tantissime. Invece, no, bisogna smantellare il grano duro siciliano per fare arrivare il grano estero ‘arricchito’ con i contaminanti. Così hanno deciso i signori dell’Unione europea, che quando sprofonderanno negli abissi sarà sempre troppo tardi. I fatti reali sono questi. Mentre le chiacchiere stanno a zero. Però c’è sempre la speranza che temperature sopra i 50 gradi e alluvioni mandino all’aria tutto: visto che i siciliani non riescono a liberarsi dagli sfruttatori del Nord Italia e dagli ascari magari ci potrebbe pensare il buon Dio. Come si dice in questi casi, non mettiamo limiti alla Provvidenza divina…

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