Lo spaventoso incendio boschivo in Corea del Sud segnale bruttissimo. In Sicilia sul precariaro dei lavoratori forestali il Sifus Confali accusa il Governo regionale e Cgil, Cisl e Uil

Si avvicina la stagione calda e già spuntano i primi incendi nelle aree forestali

Mentre uno spaventoso incendio boschivo nella Corea del Sud fa riflettere su quanto potrebbe succedere in questo 2025, in Sicilia, in materia di tutela dei boschi, si va avanti tra manifestazioni di piazza contro il lavoro precario e polemiche al vetriolo. Di fatto, l’attuale Governo regionale, probabilmente per mancanza di fondi, vorrebbe proseguire utilizzando i lavoratori forestali con contratti a termine. Ma sulla strada ha trovato un’organizzazione sindacale – il Sifus-Confali – che sta provando la via giudiziaria per costringere l’esecutivo siciliano a stabilizzare tutti gli operai forestali, anche in virtù dell’orientamento dell’Unione europea che spinge per il superamento del lavoro precario in materia di tutela del patrimonio boschivo. Le due questioni – incendi boschivi che interessano tutto il mondo e gli incendi che ogni anno funestano le aree verdi della nostra Isola – si intrecciano. Cominciamo con la questione generale.

In Corea del Sud per ora sono 20 mila gli ettari di foreste andati in fumo

Va detto che la stagione degli incendi boschivi si è aperta tra Gennaio e Febbraio in Brasile. In questo Paese i due mesi citati coincidono con l’Estate. In Brasile, fino ad oggi, gli ettari di foreste distrutti dalle fiamme sono stati poco più di 120 mila. Poi ci sarebbero altri incendi boschivi nel resto del Sudamerica. Il numero di incendi boschivi non è basso ma è sensibilmente inferiore al disastro ambientale registrato in Brasile nello stesso periodo dello scorso anno, con una riduzione degli incendi boschivi di circa il 60%. Ribadiamo: la situazione non è andata benissimo ma è andata molto meglio rispetto al 2024. Un disastro ambientale, invece, si sta verificando nella Corea del Sud. Difficile, in questa fase, fare il conto dei danni, ma da quello che si capisce per ora sarebbero stati inceneriti circa 18 mila ettari di boschi. I morti, per ora, sono una ventina ma la situazione è in evoluzione. I cittadini evacuati sarebbero oltre 27 mila. Le notizie che arrivano dalla Cporea del Sud sono sì frammentarie ma sono terribili: basti pensare che nello spegnimento delle fiamme sono impegnati 7 mila Vigili del Fuoco. La causa sarebbe da ascrivere a un errore umano: la pulizia delle tombe in un tempio buddista (qui un articolo). Da leggere anche un articolo di MeteoWeb (che trovate qui). Ma non si esclude un’ipotesi dolosa, forse più probabile.

Il caldo e i forti venti secchi di solito si accompagnano agli incendi boschivi

Il 2024, per gli incendi boschivi nel mondo, è stato complicato, così come il 2023 (qui un articolo). Le previsi,oni, per quest’anno, sono un po’ un’incognita. Molto dipende dallì’andamento climatico. Vero è che gli incendi boschivi sono quasi tutti dolosi, ma se non c’è un clima secco accompagnato da forti venti altrettanto secchi, gli incendi boschivi, bene o male, si riescono a contenere. I danni sono sempre notevoli ma non disastrosi. Le previsioni di quest’anno sono problematiche. Questo perché le potenze mondiali, che con molta probabilità riescono a modificare il clima facendosi la guerra tra di loro, ora provocando inondazioni, ora provocando siccità, dovrebbero essere un po’ più ‘rilassate’. Almeno sulla carta, Russia e Stati Uniti d’America avrebbero trovato un mezzo accordo sulla guerra in Ucraina, anche se rimangono distanti le posizioni sul futuro in Medio Oriente. Possiamo stare tranquilli, allora? No, perché non mancano le sette di squilibrati che danno fuoco ai boschi in tutto il mondo. Non è uno scherzo: purtroppo i movimenti che si battono per l’estinzione della specie umana esistono. I protagonisti di queste sette dicono che è l’unico modo per salvare il mondo dalla dabbenaggine umana (qui un articolo).

Contro gli incendi boschivi l’unica strategia valida è la prevenzione, dislocando gli operai forestali nelle aree verdi con servizio H 24. In assenza di questo servizio ognuno si assumerà le proprie responsabilità

Un segnale negativo è il clima di Gennaio 2025, che è stato tra i più caldi degli ultimi anni. Avremo un’Estate infuocata? Impossibile fare previsioni temporalmente estese. Peraltro, contro gli incendi dolosi non ci sono prevenzioni valide. Esiste un modo per prevenire gli incendi boschivi da eventuali guerre tra le potenze mondiali a colpi di mutamenti climatici indotti e da eventuali attacchi da parte di sette di piromani? Sì, il metodo esiste: bisogna effettuare entro i primi 15 giorni di Aprile i lavori di prevenzione degli incendi e, contestualmente, bisogna dislocare gli operai forestali nei boschi con servizio H 24, affinché, in caso di incendi, intervengano tempestivamente. Gli aerei anfibi del servizio antincendio boschivo sono importanti ma non risolvono il problema alla radice, perché intervengono dopo che gli incendi boschivi sono esplosi, si sono diffusi e hanno provocato danni. Il problema, a nostro giudizio, è che quello che sta succedendo in Sicilia, dove la politica sta ancora una volta optando per il lavoro precario in materia di impiego degli operai forestali, non annuncia alcunché di buono. Speriamo di sbagliarci.

Il post su Facebook del sindacato Sifus-Confali

Tornando alla Sicilia, non possiamo prescindere da un post pubblicato ieri su Facebook dal citato sindacato Sifus-Confali. Leggiamolo insieme: “Abbiamo sempre sostenuto che Cgil-Cisl-Uil, rappresentano, ormai da oltre 30 anni, sindacati superati dalla storia (vedi la loro inefficienza nel contrastare i salari più bassi d’Europa) ma mai come in queste ultime settimane abbiamo avuto la prova del nove del loro palese tradimento verso gli operai forestali. Qual è la prova del nove? L’introduzione della ‘stagionalità’ all’art 46 bis del CCNL idraulico forestale che è stata già recepita, attraverso il Parlamento siciliano, nella legge 16/96 che regolamenta la forestazione (si dovrebbe trattare di una modifica di una legge regionale del 1996 ndr). Che significa? Che in Sicilia i Governi regionali di qualsiasi colore avranno la giustificazione, davanti all’Europa, della non trasformazione dei contratti che hanno consentito 40 anni di precariato in contratti a tempo indeterminato e addirittura, forse anche per sfuggire alle sanzioni europee contro l’abuso reiterato dei contratti a termine”.

Il Sifus Confali ha ragione a rivendicare il superamento del precariato tra gli operai forestali. Ma l’Unione europea dovrebbe garantire le risorse finanziarie

Per la cronaca, va detto che l’orientamento dell’Unione europea è il superamento del precariato anche nel settore forestale. Il problema, in questo caso, è che la Ue emana principi giusti, perché il superamento del precariato nel lavoro è un principio sacrosanto, poi, però, con le politiche economiche restrittive, fa venire a mancare le risorse finanziarie per mettere in pratica principi giusti. Il Sifus-Confali continua a battersi per il superamento del precariato sia sul piano politico, sia sul piano giudiziario. E proprio sul piano giudiziario questa battagliera organizzazione sindacale ha già ottenuto alcuni importanti successi per via giudiziaria. La politica siciliana si sta difendendo, provando a bloccare le azioni che puntano al superamento dei contratti a tempo determinato nel settore forestale. Ebbene, da quello che si capisce, i sindacalisti del Sifus Confali accusano la Cgil, la Cisl e la Uil di aver retto il gioco all’attuale Governo regionale di centrodestra di Renato Schifani. A noi la cosa sembra un po’ strana, perché queste tre organizzazioni sindacali non perdono occasione per attaccare l’attuale Governo siciliano. Ma i sindacalisti del Sifus Confali insistono nella loro tesi e, su Facebook, a firma del segretario generale, Maurizio Grosso, scrivono:

Vittime e carnefici

“In conclusione, è palese che, senza l’art 46 bis sottoscritto da Cgil-Cisl-Uil, l’Ars (Asssemblea regionale siciliana, ovvero il Parlamento della nostra Isola ndr)” non sarebbe stato possibile “modificare la legge 16/96 nella direzione della stagionalità e, di conseguenza, ciò è stato possibile solo grazie alla complicità di Cgil-Cisl-Uil che oggi (ieri per chi legge ndr) sono in piazza assieme gli operai per rivendicare una riforma basata sul precariato, tant’è che non solo non stabilizza ma punta ad assumere nuovi precari”. Insomma, nella manifestazione degli operai forestali di ieri erano presenti anche gli esponenti di Cgil, Cisl e Uil, tant’è vero che il titolo del post di Maurizio Grosso recita: “SIFUS – FORESTALI: VITTIME E CARNEFICI NELLA STESSA PIAZZA PER RIVENDICARE UNA RIFORMA CHE PUNTA ESCLUSIVAMENTE SU CONTRATTI E NUOVE ASSUNZIONI A TERMINE”. Da qui le conclusioni del post: “Per queste ragioni non vi è dubbio che oggi vittime e carnefici sono nella stessa piazza anche per provare rallentare le cause di massa contro l’abuso dei contratti a termine che aumentano di giorno in giorno”.

Attenzione alle aree verdi private abbandonate

I vertici del Sifus Confali sottolineano che i contratti stagionali, che verranno applicati anche quest’anno, non sanano “i risarcimenti danni rispetto alle cause promosse dagli operai contro l’abuso dei contratti a termine”. In questo scenario conflittuale, con la Regione siciliana che ha optato, ancora una volta, per il precariato in materia di lavoro forestale, ci chiediamo se siano iniziate le opere di prevenzione degli incendi boschivi. Già in Sicilia sono state registrate le prime sciroccate. Non ci sono state temperature proibitive e non sono stati registrati incendi. Dai primi segnali che arrivano non può essere esclusa una stagione calda con temperature elevate. Ci auguriuamo che Regione siciliana e Comuni vigilino sul verde della nostra Isola e, soprattutto, sulle aree verdi private abbandonate, perché è da queste zone che, spesso, partono gli incendi boschivi. Buona fortuna a noi.

Foto tratta da MeteoWeb

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