Lo dobbiamo dire o no che quest’anno la crescita della temperatura del Mediterraneo ha battuto tutti i record? E che è l’aria calda che si sprigiona dal mare a generare le trombe marine?

C’è un’informazione attenta sul mostruoso riscaldamento delle acque del Mediterraneo provocato dall’Anticiclone Africano che ha praticamente sostituito l’Anticiclone delle Azzorre? Ce lo chiediamo perché la tromba marina che ieri ha seminato paura e morte nel mare di Porticello provocando se morti è un effetto del riscaldamento delle acque marine

In queste ore l’attenzione è concentrata sul veliero Bayesian affondato nel mare di Porticello, in provincia di Palermo. E’ colata a picco un’imbarcazione a vela lussuosa di 56 metri con una stazza lorda di 473 tonnellate con 22 persone a bordo. Di queste, 15 sono state tratte in salvo, una è morta e sei persone risultano disperse Va da sé che la tromba marina che ha provocato questo incidente deve essere stata molto potente. La presenza di trombe marine è legata al riscaldamento del Mediterraneo, che quest’anno ha raggiunto un livello record. Gli scienziati considerano il Mediterraneo come uno degli ‘hot sport’ di tutto il nostro Pianeta, un mare dove la temperatura si sta riscaldando più che in altre zone della Terra (qui un articolo). Il riscaldamento che ha colpito il Mediterraneo è dovuto all’Anticiclone Africano che, per motivi misteriosi, ha sostituito l’Anticiclone delle Azzorre. Quest’ultimo dava vita ad Estati più miti e a precipitazioni autunnali più frequenti. Quest’anno, invece, la presenza dell’Anticiclone Africano e la scarsa ventilazione ha provocato un riscaldamento anomalo della superficie del Mediterraneo, con temperature che hanno raggiunto i 30 gradi centigradi. E’ stato superato il record dello scorso anno, quando la temperatura, nel Mediterraneo, aveva raggiunto i 28,56 gradi centigradi. Ogni anno che passa la situazione peggiora. Nella foto sopra che ci è stata inviata dal nostro amico Aurelio Angelini, un docente universitario che da anni si occupa di ambiente, notiamo com’è cambiata la temperatura nell’area mediterranea dagli anni ’60 del secolo passato ad oggi.

Le trombe marine nel Mediterraneo ci sono sempre state. Con quello che sta succedendo c’è il pericolo di un aumento di questi fenomeni?

Il Mediterraneo, da sempre, è noto per la presenza di trombe marine. Lo sanno molto bene i pescatori di Sciacca che chiamano la tromba marina “Dragunara”. La tromba marina che ieri ha colpito il veliero Bayesian è stata molto potente. Come e perché si forma una tromba marina? Leggiamo su Wikipedia: “Una tromba marina o tromba d’acqua è un fenomeno atmosferico, assimilabile alla tromba d’aria, che si sviluppa o si muove su uno specchio d’acqua (un mare, una laguna o un lago). Il fenomeno si genera in presenza di un cumulo con forti correnti ascensionali e presenta in genere una minore intensità rispetto a quello terrestre per la maggiore instabilità della base, dovuta alla presenza dell’acqua. Esso ha in genere termine all’esaurirsi della cella stessa o nel momento in cui la tromba incontra un fronte di pioggia. Come un tornado, anche una tromba marina può provocare danni, ma in genere l’entità è minore”. Non è il caso della tromba marina di ieri che, come già ricordato, è stata molto potente. “La formazione di questi fenomeni – leggiamo ancora su Wikipedia – deriva soprattutto dall’elevata temperatura della superficie marina, che può fornire notevole energia a sistemi nuvolosi in apparenza di scarsa consistenza portando al contrasto aria calda ascendente (marina) e aria fredda discendente (della perturbazione), dando quindi origine a moti vorticosi favoriti anche dall’assenza di corrugamenti e ostacoli in mare. In questa situazione la forma della tromba d’aria sarà assottigliata, molto contorta e poco potente, ma tuttavia in grado di provocare danni significativi a persone o cose. Queste trombe marine sono dette ‘waterspout’ e sono tipiche dell’Italia e dell’Europa. Però capita ogni tanto che forti temporali a supercella si formino al largo e si spostino verso la terraferma. In queste circostanze, alla base della tempesta, si formano delle potenti trombe marine, dette ‘tornadiche’. La loro genesi è identica a quella dei forti tornado mesociclonici e i loro effetti sono altrettanto devastanti per le zone costiere” (qui per esteso l’articolo di Wikipedia).

Il pesce scorpione arrivato nel Mediterraneo dal Mar Rosso

Gli effetti del riscaldamento nel Mediterraneo sono devastanti. Ci sono gli effetti biologici, con un aumento delle meduse. Si creano problemi anche con le alghe e con l’arrivo di specie marine invasive che vengono attirate dall’innalzamento della temperatura del mare. E’ il caso del pesce scorpione, che prima ha colonizzato i settori orientali del Mediterraneo e che si va spostando verso la parte occidentale del nostro mare, favorito, appunto, dal riscaldamento delle acque. Il pesce scorpione non è da prendere sottogamba: è un predatore che fa strage di giovani pesci mettendo a rischio le specie autoctone. Un aumento della presenza del pesce scorpione potrebbe ridurre, se non fare scomparire del tutto alcune specie di pesci che solitamente vengono pescate ed è molto pericoloso: è un pesce estremamente velenoso che può risultare letale per l’uomo. Il pesce scorpione è arrivato dalle nostre parti grazie alla cosiddetta migrazione lessepsiana ovvero “l’ingresso e la stabilizzazione di specie animali e vegetali  dal Mar Rosso nelle acque del Mar Mediterraneo attraverso il Canale di Suez. Il nome deriva da quello di Ferdinand de Lesseps, promotore ed esecutore del canale che unisce il mar Rosso e il Mediterraneo” (qui per esteso l’articolo di Wikipedia).

La tromba marina di Pantelleria nel Settembre del 2021

A questi problemi si aggiungono i fenomeni meteorologici estremi, come quello che ieri si è verificato nelle acque di Porticello. Abbiamo già sottolineato che ogni tanto le trombe marine possono spostarsi sulla terraferma, con effetti devastanti. Come è avvenuto nel Settembre del 2021 a Pantelleria. Un evento terribile che abbiamo raccontato su I Nuovi Vespri: “Una folata di vento improvvisa, impetuosa, violentissima: in una parola, una tromba d’aria arrivata dal mare. Una dragunara, come la chiamerebbero i pescatori di Sciacca. E’ successo a Pantelleria, isola nota anche con il nome di “Figlia del vento”, un vento che lì non si risparmia mai. Nell’isola di Pantelleria gli alberi di olivo crescono bassi proprio per ripararsi dal vento. E gli alberi di limone vengono cinti da muretti a secco, sempre per evitare che il vento che soffia senza dare tregua se li ‘mangi’. Ma questa volta il vento che si è abbattuto ieri all’imbrunire in quest’isola, in località Campobello, è stato veramente micidiale: dieci automobili sollevate in aria e sbattute nei campi e nei muretti, due morti (Giovanni Errera, 47 anni, vigile del fuoco in servizio sull’isola, e Francesco Valenza, un pensionato di 86 anni), dieci feriti, di cui quattro in gravi condizioni. Le auto viaggiavano in direzione del lago di Venere quando è scoppiato il finimondo. Danni si registrano anche ad alcune case. Le previsioni meteorologiche? A quanto pare si tratterebbe di un evento imprevedibile. Così almeno leggiamo qua e là. Come cento anni fa, se arriva una dragunara si salvano solo i vecchi pescatori che conoscono la preghiera per ‘spezzarla’… La scienza non è andata oltre (qui per esteso l’articolo de I Nuovi Vespri del Settembre 2021).

Tutto quello che sta succedendo e che potrebbe succedere è un fenomeno naturale o c’è lo zampino dell’uomo?

Siamo così giunti alle conclusioni. Quest’anno, come già ricordato, il Mediterraneo ha battutto tutti i record di riscaldamento. La tromba marina che ieri ha seminato morte e paura nel mare di Porticello sarà l’unico evento di questo tipo o c’è da aspettarsi altri problemi? A tale domanda è impossibile rispondere. Però sono eventi che vanno messi nel conto. Provando a spiegare un po’ meglio quello che sta succedendo e che potrebbe succedere. Come abbiamo scritto all’inizio, tutto è iniziato con la scomparsa dell’Anticiclone delle Azzorre. Come può sparire un Anticiclone? In questo articolo abbiamo descritto per sommi capi il naufragio di un’imbarcazione avvenuto ieri nel mare di Porticello. Ma ricordiamo che la scomparsa dell’Anticiclone delle Azzorre è alla base anche del caldo e dei problemi creati al mondo agricolo siciliano in parte dalla siccità e, in parte, dalla pessima gestione del coniddetto Sobrambito idrico siciliano incredibilmente affidati ai privati. Tutto quello che sta succedendo – compreso il naufragio di ieri – è un fenomeno naturale o ci potrebbe essere lo zampino dell’uomo? E quello che vedremo nell’articolo di domani mattina.

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