L’Italia taglieggiata dalla Ue è senza soldi, la Sicilia pure. Per gli agricoltori non c’è alcuna moratoria dei debiti e c’è chi rischia il sequestro delle proprie aziende

Se ci riflettiamo, è il progetto dell’Unione europea: fare fallire le imprese agricole siciliane per piazzare i pannelli fotovoltaici nei terreni

Nonostante le promesse della politica e i comunicati stampa diramati a ruota libera le aziende agricole siciliane si ritrovano ad affrontare il problema della moratoria dei debiti se vogliono evitare il sequestro. E’ questo il messaggio che arriva dal mondo agricolo siciliano a pochi giorni dalla celebrazione delle elezioni europee. Il Governo regionale siciliano, prima del voto, si era impegnato a sostenere gli allevatori con i voucher per l’acquisto di fieno. Ma erano solo parole. Una questione che abbiamo trattato qualche giorno fa, sottolineando che il Governo dell’Isola ha preso un impegno che non può mantenere perché non ci sono i soldi (qui il nostro articolo). Il problema è che gli agricoltori indebitati se non pagano potrebbero andare incontro a problemi con le banche e, in generale, con i creditori. (Sopra, foto tratta da Quotidiano di Ragusa)

Il comunicato del Movimento spontaneo degli agricoltori, allevatori, produttori e consumatori di Ragusa

Di questa vicenda si occupa il Movimento spontaneo degli agricoltori, allevatori, produttori e consumatori iblei. In un comunicato a firma del referente del Movimento, Giorgio Spadaro, allevatore di Modica , si ricorda che “più di un mese fa, con il coinvolgimento di alcuni sindaci del comprensorio ragusano e di Don Salvatore Cerruto della Diocesi di Noto, avevano dato il via alla stesura della CARTA RAGUSA. A tutt’oggi ancora questo importante documento programmatico non ha visto la luce e il comparto agroalimentare ibleo attende risposte. Le stesse risposte che in maniera beffarda – si legge sempre nel comunicato – la stessa Coldiretti ha millantato di dare ma che in realtà, amaramente, ci si è resi conto essere stato solo un bluff pre-elettorale. Innumerevoli incontri sono stati fatti e altrettanti inviti sono stati inoltrati alla Coldiretti. Assenti su tutti i fronti. Non è stato possibile in nessun modo riuscire a confrontarsi con i vertici della Coldiretti. Il Movimento spontaneo degli agricoltori, allevatori, produttori e consumatori iblei evidentemente non è stato ritenuto un interlocutore degno di ascolto, forse perché non ha ritenuto di dover aderire allo show palermitano giallo verde di tre settimane fa. Fatto sta che attualmente nulla di ciò che Coldiretti aveva dichiarato di aver ottenut, ha avuto seguito”.

L’attacco alla Coldiretti

Il discorso torna alla promessa non mantenuta del Governo regionale: i voucher per gli allevatori finalizzati all’acquisto di foraggio. “Non ci resta che constatare che, quanto dichiarato sulla carta, altro non erano che chiacchiere e fumo negli occhi”. Nel comunicato si ricordano le promesse elettorali non mantenute. Che fare? “Ciò che è prioritario – si legge sempre nel comunicato – è continuare a mantenere viva la protesta rafforzandone le azioni. Il Movimento spontaneo degli agricoltori, allevatori, produttori e consumatori iblei, contrariamente a quanto fatto dai suoi dipendenti e dalle aziende private ad essa associate, divenute succubi di mamma Coldiretti, ha ritenuto di dover coinvolgere i sindaci e la diocesi affinché si possa tracciare la giusta direzione per interloquire a livello regionale e nazionale con gli organi competenti. Si ritiene davvero indecoroso nei confronti del comparto agricolo, l’atteggiamento di Coldiretti, che evidenzia una reale e concreta discrasia tra quanto scritto, dichiarato e quanto effettivamente ottenuto. Come ad esempio il gravoso problema della moratoria dei debiti. Una mancanza totale di volontà politica porterà alla chiusura e alla perdita di centinaia di aziende private siciliane a conduzione familiare, sopravvissute finora tra una miriade di problemi burocratici, cavilli normativi e ricatti politici”.

Le richieste al Governo

“Il Movimento ribadisce la propria estraneità a questo perverso sistema e chiede con determinazione la reale unione tra tutti i presidi, i comitati spontanei le organizzazioni professionali di settore, i sindaci, i deputati regionali, nazionali ed europei, i segretari di partito, il mondo della politica tutta, per affrontare realmente il problema della moratoria dei debiti in quanto nonostante i comunicati stampa diramati a ruota libera, le aziende devono continuare a pagare se vogliono evitare il sequestro. Urge il riconoscimento del giusto e corretto costo di produzione dei prodotti ed un reale ed immediato intervento per sostenere i costi di alimentazione del bestiame. Ci si rende conto che questo è il frutto di scelte politiche che si possono fare ma che non si vogliono!”.

Gli agricoltori siciliani si debbono organizzare con un proprio sindacato, altrimenti sarà la loro fine

Il mondo agricolo non è il solo comparto che non ha contezza della situazione finanziaria complessa e difficile in cui versa l’Italia a causa dell’Unione europea dell’euro. L’Italia deve sostenere i costi della guerra in Ucraina, che sta svenando tutta la Ue; quando parliamo di costi della guerra in Ucraina non ci riferiamo soltanto ai soldi e alle armi da fornire a Zelensky e compagnia bella: ci riferiamo anche ai milioni di profughi ucraini che si sono riversati in Europa di cui i governanti dei 27 Paesi Ue si guardano bene dal parlare, perché dovrebbero raccontare ai cittadini che stanno spendendo una barca di soldi per i milioni di profughi ucraini presenti nei Paesi Ue. Poi ci sono gli interessi sul debito pubblico che la massoneria deviata ha appioppato all’Italia, che ammontano a 80-90 miliardi di euro all’anno. E adesso c’è anche il nuovo, folle Patto di stabilità voluto sempre dall’Unione europea che costerà all’Italia da 10 a 18 miliardi all’anno. Lo Stato italiano ha scaricato i ‘buchi’ di Bilancio sulle Regioni e sui Comuni che infatti, chi più, chi meno, sono senza soldi. Egregi agricoltori, organizzare comitati per andare a discutere con i politici siciliani e romani è solo una perdita di tempo. Come scriviamo da Gennaio scorso, quando sono iniziate le proteste degli agricoltori, questi ultimi, in Sicilia, si debbono organizzare con un proprio sindacato alternativo alle organizzazioni agricole tradizionali che reggono il gioco ai Governi sulla pelle del mondo agricolo. Se gli agricoltori siciliani non saranno in grado di prendere atto della situazione attuale e di agire di conseguenza cominciando ad organizzarsi autonomamente sono destinati alla sconfitta su tutta la linea. Domani o nei prossimi giorni illustreremo qualche proposta concreta in favore degli agricoltori siciliani che può fare a meno di una politica che è ormai inutile, perché alla mercé di un’Unione europea di ‘banditi’.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *