L’Italia senza soldi non per il Superbonus che pagheremo in dieci anni ma per i 90 miliardi anno di interessi sul debito, per i 70 miliardi di euro all’anno per la guerra in Ucraina e per il Patto di stabilità

Intanto in Sicilia sono spariti i fondi della Formazione professionale e anche i fondi per riqualificare i lavoratori disoccupati di questo settore. Siamo sicuri che la per la sanità siciliana la spesa ammonti ancora a 9 miliardi e mezzo di euro all’anno?

In tanti si chiedono come mai la Sicilia continua a stabilizzare i pecari se mancano i soldi per tutto il resto. La risposta potrebbe essere rintracciata nella tesi che da un anno e forse più porta avanti il Segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte: a suo avviso, l’Unione europea dell’euro sta franando e l’Italia potrebbe anche fare da apripista al crollo della Ue. Lomonte sostiene che Roma eroga a Regioni e Comuni solo i soldi per gli stipendi dei dipendenti. Aumentando il numero di dipendenti pubblici, considerato che si tratta di precari stabilizzati, gli aumenti di retribuzione sono lievi e il Ministero dell’Economia paga senza fare tante storie. Sulla sanità pubblica – con riferimento alla Sicilia – forse ne sappiamo qualcosa in più noi. La sanità pubblica della nostra Isola non ha più a disposizione 9 miliardi e mezzo all’anno. Dove finisce una parte del Fondo sanitario regionale siciliano non lo sappiamo, ma abbiamo la certezza che una parte di questi 9 miliardi e mezzo di euro non ci sono più (come abbiamo illustrato in questo approfondimento). ‘Parlano’ gli ospedali pubblici siciliani in deficit di medici, infermieri e posti letto. Quanto alla crisi dei Pronto Soccorso – problema nazionale – è vero che ai concorsi non si presenta nessuno: ma questo avviene perché le retribuzioni dei medici di Pronto Soccorso sono basse e il lavoro è rischioso proprio perché manca il personale: insomma, il gatto che si morde la coda. Le retribuzioni dei medici di Pronto Soccorso vengono tenute basse per risparmiare e, per l’appunto, per evitare che i medici si presentino ai concorsi. Il resto sono bugie. Ci sono anche problemi con una parte della sanità privata convenzionata della Sicilia, con riferimento al Coordinamento intersindacale della medicina specialista del territorio (Cimest) che chiede 350 milioni di euro mentre la Regione vorrebbe erogarne 300 (in verità, in questo caso non si capisce se si tratti di una cosa seria o di una mossa elettorale).

La tesi di Ciro Lomonte è credibile: le ‘casse’ italiane sono vuote

La tesi di Lomonte (foto sopra) è credibile, se consideriamo che la Ue, nella guerra in Ucraina, tra armi e mantenimento dei profughi si sta svenando. I soldi per le armi, magari, bene o male, restano ai Paesi Ue che le fabbricano; ma il mantenimento di milioni di ucraini (i dati ufficiali raccontano di 6 milioni di profughi ucrani presenti nei 27 Paesi Ue, ma sembra che potrebbero essere anche il triplo) costa una barca di soldi. Il tutto nel pieno di una crisi economica sempre più pesante che l’autorità europea e i Governi dei Paesi europei nascodono ai cittadini. Però ci sono cose che non si possono nascondere: come i mancati pagamenti nella Formazione professionale siciliana segnalati da Lomonte che cita una dichiarazione dei sindacati dei lavoratori della Formazione professionale che si rivolgono al presidente della Regione siciliana, Renato Schifani: “Apprendiamo che i capitoli di spesa del Bilancio della Regione siciliana, in particolare quelli relativi ai fondi destinati al settore della Formazione professionale sono ancora bloccati a causa delle mancate procedure di riaccertamento. Una paralisi finanziaria che vede dallo scorso Dicembre ad oggi le casse regionali ancora chiuse, nonostante quest’anno la legge di Stabilità sia stata approvata entro l’esercizio”. “In pratica – dice il Segretario di Siciliani Liberi – gli imprenditori titolari delle Scuole di Formazione professionale e i sindacati di rappresentanza dei 6000 dipendenti che vi lavorano si chiedono come mai, alle soglie di Giugno, la Regione non paghi nulla nascondendosi dietro incomprensibili trucchi linguistici del linguaggio burocratico come la parola ‘riaccertamenti’, nonostante l’Ars abbia approvato la Legge finanziaria già a Dicembre e quindi largamente nei tempi previsti dall’ordinamento giuridico”. Per la cronaca, nella Formazione professionale siciliana sembrano spariti anche i 10 milioni di euro per la riqualificazione dei lavoratori licenziati. Una vergogna incredibile e non c’è un deputatodi Sala d’Ercole disposto a presentare un’interrogazione all’assessore regionale alla Formazione per fare chiarezza su questi fondi”.

La crisi dei voli: “Sono le compagnie aeree, per frenare il calo dei passeggeri dovuto ai prezzi altissimi, ad anticipare lo sconto”

“È ancora una volta Siciliani Liberi – aggiunge Lomonte – l’unica forza politica che spiega la verità politica ed economica della Sicilia a lavoratori, imprenditori e amministratori. Cari amici: la Regione siciliana ha in cassa – reso disponibile dal Tesoro nazionale – a stento il denaro per pagare gli stipendi e ciò che resta della sanità un tempo pubblica e ormai largamente ‘privatizzata’ nel senso che la Regione paga le ‘prestazioni’ ad ogni singola ‘Casa di cura’ privata. Non c’è, né ci sarà altro. Già durante la recente prolungata pausa delle continue vacanze italiane del 25 Aprile e del Primo maggio, gli amici residenti nelle isole minori hanno potuto constatare che non c’è alcun aumento del traffico delle navi co-finanziato dalla Regione. Lo stesso avviene con i biglietti aerei: sono le compagnie, per frenare il calo dei passeggeri dovuto ai prezzi altissimi, ad anticipare lo sconto. La Regione Siciliana non ha soldi in cassa. A nulla servono gli Articoli della Legge finanziaria 2024 che dispongono le spese regionali. In cassa, nei vari c/c della Regione Siciliana, non ci sono più soldi. I ‘capitoli di spesa’, per usare il linguaggio dei burocrati, sono pieni di denaro solo sulla carta. Il denaro, non c’è”.

Secondo Lomonte, in Sicilia non sono arrivati e non arriveranno nemmeno i 20 milioni di euro per la siccità

“Ecco perché non parte nessun lavoro del Pnrr – prosegue impietoso Lomonte -: le imprese, i cui titolari continuano a tacere, non iniziano perché sanno benissimo che i Comuni committenti e la Regione non hanno un centesimo nel ‘capitolo di spesa’. Gli amici sportivi che a Palermo si preoccupano per ‘i lavori’ della piscina olimpionica possono stare tranquilli: non inizieranno mai. Il presidente della Regione ormai passa la settimana lavorativa a Roma. Convinto che il suo ruolo di ex Presidente del Senato nonché concittadino del Presidente della Repubblica salverà la Regione siciliana e i suoi Comuni dal dissesto. Siciliani Liberi se lo augura. Ma essendo una forza politica responsabile, pacata e ispirata dalla cultura, guardiamo concretamente alla situazione concreta italiana ed europea. Ed essa ci dice che ormai l’euro e l’artificiosa ‘unione’ dei Paesi europei sono esperienze politiche e monetarie concluse. Di qui, la crisi finanziaria italiana – con la Bce che ha smesso da tempo di comprare Btp, costringendo il Tesoro a continue emissioni di Btp rivolti alle famiglie in cambio di ricchi tassi di interesse che il Tesoro non può sostenere senza dover tagliare alle Regioni e ai Comuni qualsiasi ‘Fondo’ che non siano quelli giusti necessari al pagamento dei dipendenti. Aggiungiamo un altro semplice fatto. Ora che la messinscena della ‘siccità’ è finita con le grandi piogge, i politici locali e i sindacati capiranno che non resta alcun modo per strappare denaro al Tesoro. Che infatti nulla ha dato. Se non una generica promessa del presidente uscente della Regione, oggi ministro senza portafoglio della Protezione civile, di generici “20 milioni”. Si tratta, per inciso, del medesimo Ministero che non ha dato un centesimo agli alluvionati in Romagna. Che dia ’20 milioni’ al governo del suo successore è impossibile e non avverrà”. Noi sapevamo che almeno ‘sti 20 milioni di euro erano già arrivati in Sicilia. Lomonte ci dice che non ci sono nemmeno questi.

La spesa militare italiana causa guerra in Ucraina passerà da 30 a 70 miliardi di euro circa all’anno

La mancanza dei fondi per la Formazione professionale siciliana e l’assenza dei fondi del Pnrr non sono cai singoli. Tutta l’Italia, ormai, va a ‘scatamento ridotto’. Il Ministro dell’economia, Giancarlo giorgetti, se la prende con il Superbonus 110% che sicuramente ha creato problemi. Ma, come già ricordato, chi ‘mastica’ un po’ di economia sa benissimo che il problema dell’economia italiana dipendono dalla guerra in Ucraina, se è vero che la spesa militare italiana, nel 2019, era pari a 21 miliardi di euro che sono diminuiti negli anni della pandemia. Nel Febbraio del 2022, è noto, è scoppiata la guerra in Ucraina e nel 2023 la spesa militare italiana è schizzata a 30 miliardi di euro. E stando a quanto è stato chiesto dalla NATO, dovrebbe più che raddoppiare. Il Superbonus 110%, al 31 Marzo di quest’anno, è costato poco meno di 130 miliardi di euro: ma è una somma che potrà essere ‘spalmata’ in dieci anni. I 70 miliardi all’anno della guerra in Ucraina dovranno essere erogati subito sia per pagare le armi, sia per pagare il costo dei profughi ucraini. In termini di cassa annuale l’esborso per i costi della guerra in Ucraina è di gran lunga maggiore dell’esborso annuale del Superbonus che, cone già ricordato, verrà pagato in dieci anni. Non solo. Il parlamento europeo ha approvato il nuovo Patto di Stabilità che, nel pieno di una crisi economica è una follia allo stato puro, anche in presenza di un alto debito. Alcuni giornali scrivono che che il nuovo Patto di Stabilità costerà all’Italia 10 miliardi di euro all’anno. Non sappiamo come siano arrivati a questa cifra: per quello che noi sappiamo potrebbe arrivare a 18 miliardi di euro all’anno.

Ma dove deve trovarli l’Italia quasi 200 miliardi di euro all’anno per pagare interessi sul debito, guerra in Ucraina, Superbonus e nuovo Patto di Stabilità?

Ricapitolando, la situazione finanziaria dell’Italia è questa:
bisogna pagare 90 miliardi di euro ogni anno di interessi sul debito;
a cui si aggiungono 70 miliardi all’anno di costi della guerra in Ucraina;
circa 12-13 miliardi di euro all’anno per il Superbonus 110%;
poi 10-18 miliardi di euro all’anno in forza del nuovo Patto di Stabilità.
Il tutto in un’Unione europea che, verosimilmente, ha già utilizzato i fondi del Pnrr per la guerra in Ucraina (anche se questa ovvia conclusione viene nascosta) e in un sistema monetario europeo ‘a credito’ dove – sempre grazie al nuovo Patto di Stabilità – l’Italia non potrà indebitarsi oltre 1%. Non c’è nemmeno bisogno di dire che la situazione finanziaria è gravissima e si aggraverà ulteriormente con i nuovi tagli alla scuola, nuovi tagli alla spesa sociale, nuovi tagli a tutti i Ministeri e, naturalmente, nuovi tagli alla sanità: già nel Nord Italia, come raccontato dalla trasmissione televisiva di Mario Giordano Fuori dal coro, operano medici di famiglia privati (50 euro a visita) e Pronto Soccorso privati (150 euro a visita) anche se non abbiamo capito a quali ospedali si appoggiano, perché un Pronto Soccorso, per definizione, deve avere alle spalle un ospedale con tutte le specializzazioni. Da dove taglieranno i soldi alla sanità pubblica non riusciamo a capirlo. Potrebbero tagliare i fondi ai dirigenti delle strutture sanitarie che, come ha raccontato sempre Fuori dal coro, non hanno raggiunto alcun risultato utile alla società, se è vero che le liste di attesa per i pazienti erano infinite e infinite sono rimaste. (Sopra, due ‘geni assoluti’ dell’economia italiana: il Commissario europeo per gli Affari economici, Paolo Gentiloni, PD, e il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, Lega – foto tratta da Il Fatto Quotidiano)

P. s.

E che dire dei fondi che hanno tagliato ai Consiglieri delle Circoscrizioni di Palermo (qui un articolo). Al Comune di Palermo le retribuzioni sono state aumentare al Sindaco, agli assessori e ai consiglieri comunali. Mentre i consiglieri delle Circoscrizioni sono stati sacrificati per ‘risparmiare’. Veramente incredibile!

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