L’insegnamento un po’ duro di Gesù ai discepoli: “A colui che ha sarà dato e, a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha!”

di Frate Domenico Spatola

In questo passo del Vangelo di Luca (19, 11-28) Gesù invita i discepoli a lasciarsi coinvolgere nel progetto del Regno di Dio

Discepoli inquieti. Avevano ansia di sapere l’avvento del Regno. Gesù, con una parabola, propose di rendere operosa l’attesa. Un uomo di nobile lignaggio doveva assentarsi per l’investitura regale. Consegnò, prima di partire, un moneta d’oro di grande valore a ciascun suddito, perché la trafficasse. Le risposte furono diverse. Chi ne produsse altre dieci, e chi cinque, mentre un terzo suddito, per sua ammissione, si comportò da cialtrone. Avvolse la moneta nel “sudario”. Era il fazzoletto che si soleva porre sul volto del defunto e, come se ne avesse decretato la morte, andò a seppellire la moneta. Tornato il re, fu fatta la resa dei conti. Il più bravo portò dieci monete, e il secondo ne mostrò cinque. Le felicitazioni del re si sprecarono e, a premio, diede loro il governo di città corrispondenti al numero delle monete guadagnate. Tragico invece lo scontro col terzo che, pavido e fannullone, aveva messo sotterra la moneta e la restituì intatta. “Almeno la mettevi in banca, l’avrei riscossa con gli interessi”, gli rinfacciò il re. “Temevo di perderla” rispose, e aggiunse: “perché ti temo. Tu infatti sei crudele ed esigente e pretendi quel che non dài!”. Il re offeso gli tolse la moneta e l’affidò a chi ne aveva guadagnato già dieci e, a chi era contrario, lo fece notare: “A colui che ha sarà dato e, a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha!”. Era l’insegnamento di Gesù ai discepoli perché si affrettassero a lasciarsi coinvolgere nel progetto del Regno.

Foto tratta da La Luce di Maria

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