L’incoerenza (o la farsa?) degli agricoltori siciliani che prima incontrano i governanti e poi scendono in piazza… Importante invece la riunione di Marineo per un nuovo soggetto politico

Torniamo a parlare di agricoltura in Sicilia

Da un po’ di tempo non ci occupiamo degli agricoltori siciliani. Oggi torniamo sull’argomento per commentare due notizie. La prima notizia è una bizzarra manifestazione di protesta andata in scena qualche giorno addietro a Palermo. La seconda notizia è la riunione – a nostro modesto avviso molto importante – che si è tenuta ieri presso le cantine Buceni, a Marineo, alla quale ha partecipato un gruppo di agricoltori.

Gli agricoltori siciliani che nelle scorse settimane partecipavano ai ‘tavoli’ promossi dal Governo regionale hanno di fatto ammesso di non avere ottenuto nulla: infatti sono tornati a protestare

Cominciamo con la prima notizia. Perché definiamo bizzarra la manifestazione di protesta degli agricoltori di qualche giorno fa? Perché da quello che ci risulta, a scendere in piazza sono stati gli agricoltori più o meno legati a organizzazioni e sigle varie che nei giorni delle grandi manifestazioni degli agricoltori dello scorso Gennaio e dello scorso Febbraio prendevano parte alle riunioni con gli esponenti del Governo regionale siciliano. Riunioni inutili, le definivamo noi, non perché eravamo contro il Governo dell’Isola per partito preso, ma perché sostenevamo – e sosteniamo ancora oggi – che è inutile discutere con un Governo che è privo di risorse finanziarie. La dimostrazione che abbiamo avuto ragione l’hanno fornita gli stessi agricolgtori siciliani che prima hanno preso parte ai ‘tavoli’ promossi dal Governo regionale siciliano e poi sono scesi in piazza perché hanno portato a casa chiacchiere e aria fritta. La nostra considerazione può non piacere, ma i fatti sono questi.

I soldi sono finiti in Sicilia e a Roma. Il Governo nazionale, al massimo, darà qualche ‘spicciolo’ agli agricoltrori del Nord. Agli agricoltori di Sud e Sicilia non darà nulla

Come questo blog scrive da mesi, i soldi sono finiti, in Sicilia e a Roma. Basta fare quattro conti per capire che agli agricoltori siciliani non avviverà un euro. Illustriamo il perché. I soldi, in Italia, servono, in primo luogo, per pagare la folle guerra in Ucraina scatenata dagli americani per provare a fermare la crisi dell’area del dollaro. Pagare i costi della guerra in Ucraina significa consegnare soldi e armi al Governo ucraino e pagare i costi di milioni e milioni e milioni di profughi ucraini che si sono riversati in Europa. Il fatto che non si parli dei profughi ucraini presenti in Europa – e quindi anche in Italia – non significa che il problema non esiste: anzi! Un’altra parte di soldi serve per pagare gli interessi sul debito pubblico, che costa all’Italia da 80 a 90 miliardi di euro ogni anno. Poi ci sono da pagare i bonus, gli stupendi ai dipendenti pubblici, le pensioni e le spese di ‘funzionamento’, cioè le spese essenziali. Il solo Superbonus 110% è costato all’Italia – per ora – circa 130 miliardi di euro: una somma enorme, che è pari a cinque volte il Bilancio dello Stato italiano 2024! Pensate veramente, cari agricoltori siciliani, che con un ‘buco’ di bilancio simile il Governo nazionale aiuterà voi, magari per la siccità? Al massimo darà qualche briciola agli agricoltori del Nord Italia, non certo a voi! I big politici nazionali che sono piombati in Sicilia vi stanno prendendo in giro: vogliono solo i vostri voti e poi scompariranno. A tutta la politica nazionale della Sicilia e del Sud non gliene può fregare di meno! Se non avete capito questo avete un problema.

In questo momento non esiste in Sicilia un soggetto politico o sindacale che abbia difeso, nei fatti, gli agricoltori della nostra Isola

Andiamo alla seconda notizia: la riunione di Marineo. Come abbiamo scritto sin dalle prime manifestazioni degli agricoltori – e come continuiamo a scrivere oggi – gli agricoltori siciliani hanno un solo strumento che potrebbe aiutarli a cambiare le cose: dare vita a una nuova organizzazione degli agricoltori della nostra Isola. Potrebbe essere un nuovo sindacato, o un nuovo partito politico: l’importante è che si inizi a lavorare. La riunione di Marineo che si è tenuta presso le cantine Buceci ha gettato il seme di questa nuova iniziativa. Attenzione perché non sarà facile. Le organizzazioni agricole tradizionali – veri e propri soggetti parassitari a tutti gli effetti – e i partiti politici tradizionali, come hanno fatto durante i giorni della protesta nelle manifestazioni e nelle chat, infiltreranno i propri sodali anche in questa iniziativa. I protagonisti di questo nuovo soggetto – che dovrebbero incontrarisi di nuovo a breve in numero, così ci dicono, dieci volte superiore al numero dei presenti alla prima riunione – non dovranno perdersi d’animo. Dovrete essere un po’ oltransisti: nella fase cruciale della fondazione vi dovete liberare subito di eventuali ‘rompicoglioni’ mettendoli alla porta senza perdere tempo. Il metodo non è democratico ma è l’unico per fare nascere un nuovo soggetto politico o sindacale. Vi consigliamo di essere determinati. Sappiamo che molti agricoltori siciliani non vogliono andare a votare per le elezioni europee, o magari vorrebberop recarsi ai seggi elettorali scrivendo messaggi polemici nelle schede che, ovviamente, risulterebbero nulle. L’unica cosa che possiamo scrivere è che, in questo momento, non esiste in Sicilia un soggetto politico o sindacale che abbia difeso, nei fatti, gli agricoltori della nostra Isola.

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