Lettonia e Lituania bloccano il 15esimo pacchetto di sanzioni Ue alla Russia. Le cose stanno così o è solo una sceneggiata ‘europeista’ per prendere per i fondelli gli Stati Uniti d’America?

Per l’occasione, imprese europee che avrebbero dovuto da un pezzo lasciare la Russia rimangono nel Paese di Putin, alla faccia degli americani e de presidente dell’Ucraina Zelensky lche chiedono di penalizzare il Paese di Putin

Le sanzioni dell’Unione europea alla Russia sono ormai diventate una farsa. Lungi dall’aver penalizzato il Paese di Putin, hanno creato problemi enormi ai Paesi Ue che non possono più esportare i propri beni in Russia, con grandi perdite economiche, perché se dici addio a un mercato di sbocco le merci ti rimangono sul groppone. Ma c’è un altro ‘casino’, sollevato da Lettonia e Lituania, due Paesi dell’Unione europea che mal sopportano i russi. Ai Governi di questi due Paesi non va proprio giù che in Russia operino ancora aziende europee che dovrebbero aver lasciato questo Paese da tempo. Così, in occasione del 15° pacchetto di sanzioni contro la Russia, si sono messi di traverso e hanno bloccato tutto. Questa, almeno, è la versione ufficiale. Poi c’è la versione dei fatti imperniata su un retropensiero: e cioè che si tratti di una sceneggiata per gabbare gli Stati Uniti d’America. Ci spieghiamo meglio.

Di fatto il gas russo continua ad affluire in Europa

Sono gli americani che hanno imposto all’Unione europea di imporre le sanzioni alla Russia. ma, com’è a tutti noto, in un modo o nell’altro il gas russo continua ad affluire in Europa, soprattutto sotto forma liquida (GpL). Il problema è che i russi si sono rotti i cabbasisi delle sanzioni, ovvero del fatto che non possono vendere i propri beni in Europa. In parte è una questione ecoonomica, in parte è una questione di principio. Sotto il profilo economico, il fatto che la Russia non possa vendere i propri prodotti ai Paesi dell’Unione europea non è poi così grave, perché ci sono tanti altri Paesi non occidetali che acquistano i beni russi: non a caso l’economia russa va più che bene. Il problema si pone per i Paesi dell’Unione europea che non solo non possono vendere i propri prodotti nel mercato ruso, ma sono costretti a pagare il gas e, in generale, l’energia, a un prezzo elevato: non a caso l’economia europea è con il ‘culo a terra’.

Le due tesi su Lituania e Lettonia

Siamo arrivati al punto centrale di questa storia. Due le tesi. La prima tesi è che i vertici della Commissione europea si sarebbero messi d’accordo con i Governi di Lettonia e Lituania, che starebbero recitando la parte dei Paesi Ue ‘incazzati’ perché alcune imprese di altri Paesi Ue non hanno ancora lasciato la Russia. Con la scusa di queste ‘polemiche i Paesi Ue non hanno trovato l’accordo per approvare il 15esimo pacchettodi sanzioni alla Russia. La seconda tesi è che la Commissione europea, ben sapendo che i Governi di Lettonia e Lituania vorrebbero che tutte le aziende europee lascino la Russia, non muove un dito per provocare la reazione degli stessi Governi di Lettonia e Lituania che, per ripicca, bloccano le sanzioni alla Russia. Insomma, a parole la Commissione europea di Ursula von der Leyen dice di voler appioppare la 15esima ‘dose’ di sanzioni alla Russia, nei fatti, però, agirebbe per bloccarle.

Gli americani che assistono a questo giochetto da parte della Ue su gas e petrolio sono minchioni o fanno i minchioni?

Vero? Falso? Vattelappesca. Il pacchetto prevede anche sanzioni contro le navi petroliere che trasportano petrolio russo. E poi una proroga del termine per l’importazione da parte della Repubblica Ceca di prodotti petroliferi dalla Russia, che passano principalmente attraverso la Slovacchia. In questa storia del gas e del petrolio russo che non dovrebbero arrivare in Europa e, di fatto, arrivano lo stesso è difficile, se non impossibile, capire se si tratta di fatti veri o di una sceneggiata. E’ noto, ad esempio, che sulla carta, l’Unione europea aveva vietato l’importazione della maggior parte del petrolio dalla Federazione Russa. Così gli ‘europeisti’ hanno fatto credere agli americani. Ma la Repubblica Ceca, la Slovacchia e l’Ungheria sinni futtinu, come diciamo noi in Sicilia, e sotto gli occhi benevoli dell’Unione europea continuano a importare petrolio russo…. Due domande finali: 1) gli americani, che assistono a questi giochetti, sono minchioni o fanno i minchioni? 2) Il presidente dell’Ucraina Zelensky lo capisce gli la Ue lo sta prendendo in giro?

Foto tratta da Wikipedia

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