L’esplosione nella raffineria ENI di Calenzano con due morti e una decina di feriti. Già tutto accertato: si è trattato di un incidente. La ricostruzione dei fatti non esclude qualche dubbio

I fatti sono avvenuti stamattina durante la ricarica dell’autobotte, operazione che deve avvenire in condizioni di massima sicurezza: da qui il dubbio

Per ora il bilancio è dell’esplosione avvenuta nella raffineria ENI di Calenzano, in provincia di Firenze, è di due morti, tre dispersi e nove feriti. Le due persone decedute si trovavano nella pensillina accanto alle autocisterne. I tre dispersi potrebbero trovarsi tra le macerie di una palazzina che è crollata a causa della forte esplosione. I nove feriti sono stati colpiti dallo spostamento d’aria e sono stati ricoverati per trauma cranico. Altre dieci persone che si trovavano a poca distanza dal luogo dove è avvenuta l’esposione sono state accompagnate presso le strutture ospedaliere della zona per accertamenti (qui trovate notizie molto dettagliate con gli aggiornamenti). Si parla di un incidente: l’esplosione sarebbe avvenuta durante le operazioni di ricarica delle autobotti. I testimoni hanno raccontato che il tir saltato in aria si è sollevato da terra per un’altezza di due metri. E l’inquinamento? L’allarme è durato un paio di ore, poi è rientrato. Il forte vento di oggi ha evitato la concentrazione di sostenza inquinanti nelle aree abitate. Ma l’inquinamento c’è e si è diffuso nell’ambiente. Da quello che abbiamo letto qua e là nessuno ha ipotizzato che possa essersi trattato di un attentato. Non sarebbe un’ipotesi campata in aria, perhé ci troviamo nel pieno di una guerra, anzi di più guerre e ne stanno succedendo di tutti i colori. La Magistratura ha già aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità. Un dubbio che ci ha colpiti è legato alla singolarità di questo incidente avvenuto in un impianto che, per definizione, deve essere supersicuro, soprattutto quando le benzine raffinate vengono caricate sui mezzi gommati. Ma è solo un dubbio, per carità.

Foto tratta da Avvenire

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