Le ottuse politiche Ue in agricoltura fanno scuola: anche il Governo laburista inglese vuole sostituire il 10% dei terreni agricoli con pannelli solari, turbine eoliche, aggiungendo boschi e case

di Nota Diplomatica

Del resto, cosa c’è da aspettarsi da un Paese dove gli abitanti delle zone metropolitane alla domanda: “Da dove arriva il cibo che portiamo in tavola?” risponde: “Dal supermercato”?

Fino a poco tempo fa le parole con il prefisso ‘pro’- progresso, produttività, prosperità e termini affini – erano obiettivi a cui miravano tutte le società ‘evolute’. Spesso erano identificate con concetti come ‘sviluppo’, ‘modernizzazione’ e, anche se il termine non si usa più in senso positivo, perfino ‘industrializzazione’. Ora stiamo facendo una veloce marcia all’indietro… Abbiamo ‘visto il futuro’ e non ci piace poi tanto… La fuga sociale davanti al ‘futuro passato’ è particolarmente evidente in un recente annuncio dell’attuale governo ‘laburista’ inglese, intenzionato a ridurre gli spazi agricoli nel Paese di oltre il 10%, per lo più restituendoli ‘alla natura’. È una proposta che corrisponde alla visione dell’elettorato ‘Labour’, fortemente concentrato nei grandi centri metropolitani con una popolazione che tende ad identificare emotivamente le terre agricole con il ‘verde urbano’ – cioè, con i parchi – e che alla domanda: ‘Da dove vengono gli alimenti che consumiamo?’, è incline a replicare: “Dal supermercato, ovviamente”. Lasciare tutti quegli ettari di ‘verde’ a gente che ci sparge sopra il letame gli pare uno spreco ovvio quanto terribile…

Oggi in Gran Bretagna se un agricoltore vuole lasciare i propri terreni agricoli ai figli deve pagare un ‘botto’di soldi

La mossa era stata in qualche modo già preparata con una modifica al sistema di tassazione delle eredità in Gran Bretagna che rende molto difficile il passaggio generazionale dei terreni agricoli, in passato sostanzialmente esentasse e ora invece molto caro. Il problema politico degli agricoltori, spesso trasformati dalla propaganda sul tema in ‘proprietari terrieri’ – e dunque implicitamente in ‘ricchi’ – è che qualche ettaro di pascolo non è che produca molta prosperità. Tuttavia, senza quegli spazi non produce proprio niente e il senso economico dell’operosità agricola scompare del tutto. Ad ogni modo, la stampa inglese riferisce che il Department for Environment, Food and Rural Affairs (Defra) del Governo britannico prevede che: “Circa il 9% dei terreni agricoli dovrà essere sottratto alla coltivazione entro il 2050 per soddisfare gli ‘obbiettivi green’ prestabiliti. Un altro 5% dovrebbe restare incolto a causa di un previsto declino della produzione alimentare e un ulteriore 4% ancora dovrebbe essere ‘condiviso con gli alberi’…”. Un alto esponente del Defra, il Segretario per l’Ambiente Steve Reed, ha chiarito: “Il Governo ha l’obiettivo di incrementare la copertura boschiva in Inghilterra del 20% – cioè, di 265mila ettari – entro il 2050. Ciò verrà sostenuto per circa un terzo da un cambiamento nell’utilizzo dei terreni agricoli. Inoltre, costruiremo 1,5 milioni di case nuove, installeremo centinaia di miglia quadrate di pannelli solari e turbine eoliche e in più conserveremo il 30% delle nostre terre per la natura…”.

Foto tratta da Wikipedia

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