Le contraddizioni del centrosinistra sul ‘caso’ Scarpinato-Natoli rafforzano la proposta del centrodestra su una stretta sulle intercettazioni. ‘Complimenti vivissimi’ a PD e grillini!

Il modo in cui Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sono caduti in questo trappolone politico-parlamentare dimostra ancora una volta l’inadeguatezza dei vertici di queste due formazioni politiche

Di solito non mi occupo di cronaca giudiziaria, se non per qualche approfondimento, quasi mai su fatti di cronaca. Però ci sono eccezioni: il dibattito che in queste ore va in scena presso la Commissione Antimafia del Parlamento nazionale è una di queste eccezioni. Argomento: le intercettazioni che coinvolgono il senatore del Movimento 5 Stelle, Roberto Scarpinato, già magistrato presso il Tribunale di Palermo, e il suo ex collega oggi in pensione, il magistrato Gioacchino Natoli, indagato dalla Procura di Caltanissettta per favoreggiamento, accuse che debbono ancora essere tutte dimostrate (qui un articolo). La stessa Procura della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta ha inviato le intercettazioni che coinvolgono Scarpinato e Natoli alla Commissione Antimafia. Non abbiamo ancora capito se una parte o tutte queste intercettazioni sono state pubblicate dal quotidiano La Verità. Scarpinato, in un primo momento, ha contestato l’articolo de La Verità e ha aggiunto: “Non mi turba in alcun modo l’essere stato intercettato, non avendo nulla da nascondere” (qui un articolo). Ora ha cambiato idea e ha invitato la presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo,  di “provvedere alla immediata restituzione alla Procura della Repubblica di Caltanissetta delle trascrizioni delle intercettazioni casuali tra il dott. Natoli e lo scrivente, nonché delle informative e degli atti nei quali si fa riferimento alle predette intercettazioni”. Il senatore grillino chiede che le intercettazioni che lo riguardano siano trasmesse alla Commissione Antimafia “dopo l’esaurimento da parte del giudice delle indagini preliminari della selezione delle intercettazioni rilevanti per le indagini» e «il prolungamento della segretazione da parte di questa Presidenza ed il conseguente divieto di accesso dei componenti della Commissione agli atti trasmessi, sino al deposito degli atti ai sensi dell’art 415 c.p.p. da parte della Procura della Repubblica di Caltanissetta” (qui l’articolo che citiamo). Richiesta respinta dalla presidente dell’Antimafia che avrebbe deciso di consegnare le intercettazioni ai parlamentari che fanno parte della stessa Antimafia con la raccomandazione della segretezza. La presidente Colosimo, esponente di Fratelli d’Italia, ha anche deciso di presentare una propostra di legge per impedire ai parlamentari che fanno parte della Commissione Antimafia di occuparsi di vicende che li vede eventualmente coinvolti. Proposta condivisibile e necessaria per evitare conflitti di interessi. Non possiamo non notare la singolarità della legge istitutiva della Commissione Antimafia che non prevede una prescrizione ovvia.

Sembra incredibile ma sono costretto a dare ragione a Matteo Renzi

Che dire? In primo luogo, non possiamo non sottolineare l’atteggiamento ondivago del senatore Scarpinato. Così come non possiamo non notare che questa storia a noi sembra un trappolone che il centrodestra ha teso al centrosinistra. Non sfugge agli osservatori che da quando si è insediato il Governo di centrodestra di Giorgia Meloni la riforma della Giustizia è uno degli argomenti al centro del dibattito politico. Del capitolo Giustizia fa parte l’annosa questione delle intercettazioni. Il centrodestra vuole da sempre ridurre le intercettazioni e, soprattutto, impedire che le intercettazioni finiscano sui giornali. Soprattutto se coinvolgono persone che nulla hanno a che spartire con l’oggetto delle indagini giudiziaria. Posizione assolutamente condivisibile. Ciò che non è molto convidivisile è il tentativo del centrodestra di mettere la ‘mordacchia’ ai magistrati che indagano limitando l’uso delle intercettazioni. Così come non è condivisibile colpire i giornalisti che fanno il proprio lavoro. Proprio nelle ultime settimane il dibattito su questo punto è infuocato. E’ in quest’atmosfera che sono venute fuori le intercettazioni che convolgono Scarpinato e Natoli. Vicenda che sta mettendo in grande difficoltà il centrosinistra che, fino ad oggi, ha difeso a spada tratta le intercettazioni e le libertà dei giornalisti di utilizzarle per informare i cittadini. Non siamo particolarmente ‘innamorati’ di Matteo Renzi, ma questa volta è difficile, se non impossibile, dargli torto. Commentando le parole di Scarpinato Renzi afferma: “Per due anni ci ha aggredito in Aula chiedendo più intercettazioni per tutti. Ora che hanno intercettato casualmente lui chiede di non utilizzare quelle intercettazioni dicendo che no, lui non si può intercettare”.

Può essere mai accettabile la tesi che le intercettazoni vanno bene per alcuni e non vanno bene per altri, a seconda della convenienza politica?

Chi scrive la pensa come il centrosinistra prima dell’esplosione del ‘caso’ Scarpinato-Natoli’: se le intercettazioni hanno una valenza giornalistica e coinvolgono personaggi coinvolti in vicende giudiziarie vanno rese note. I giornalisti hanno il diritto di pubblicarle. Punto. Nel caso in questione, a mio modesto avviso, forse il senatore Scarpinato, da componente della Commissione Antimafia del Parlamento italiano, avrebbe fatto bene a non incontrare un soggetto (in questo caso il suo collega magistrato Natoli) in procinto di essere ascoltato dalla stessa Commissione. Il secondo aspetto riguarda le intercettazioni. Ebbene, non ci sembrano argomenti di scarsa valenza giornalistica, se non altro perché l’oggetto è un ‘indagine che riguarda fatti di mafia, ribadiamo, tutti da provare. Abbiamo apprezzaro il senatore Scarpinato quando, qualche giorno fa, come già accennato, ha affermato di non avere nulla da nascondere dalle intercettazioni. Siamo invece perplessi nell’apprendere che adesso chiede alla presidente della Commissione Antimafia di restituire le intercettazioni alla Procura di Caltanissetta. Non siamo giuristi. Però se i magistrati della Procura nissena hanno consegnato le intercettazioni alla Commissione Antimafia significa che è un atto lecito. La verità è che questa storia sta mettendo in grande imbarazzo i dirigenti del centrosinistra che, dopo aver difeso le intercettazioni, o tacciono, come stanno facendo i vertici del PD, o si arrampicano sugli specchi, come stanno facendo gli esponenti del Movimento 5 Stelle. A mio modesto avviso, il centrosinistra italiano di credibilità politica ne ha già poca: basti pensare che il PD e i grillini stanno promuovendo un referendum contro l’Autonomia differenziata che lo stesso centrosinistra, a fine 2019, stava per approvare addirittura senza i Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni (qui un articolo), iniziativa bloccata dalla pandemia. Ora il centrosinistra è finito in un trappolone che gli sta facendo perdere ulteriormente credibilità politica. Rafforzando, di fatto, la tesi del centrodestra che vuole operare una stretta sulle intercettazioni. Può essere mai accettabile la tesi che le intercettazoni vanno bene per alcuni e non vanno bene per altri, a seconda della convenienza politica?

Foto tratta da Il Fatto Quotidiano

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