Le alluvioni? Oggi possiamo solo pregare il Signore. A rischio è tutta la Sicilia, non solo l’area Jonica. Il ‘caso’ Emilia Romagna dove invece di parlare di inondazioni si parla di fascismo e antifascismo grazie a CasaPound…

Cento anni fa in Sicilia, senza cambiamenti climatici, Tomasi di Lampedusa descriveva siccità e inondazioni

“… questo clima che c’infligge sei mesi di febbre a quaranta gradi; li conti, Chevalley, li conti: Maggio, Giugno, Luglio, Agosto, Settembre, Ottobre; sei volte trenta giorni di sole a strapiombo sulle teste; questa nostra estate lunga e tetra quanto l’inverno russo e contro la quale si lotta con minor successo; Lei non lo sa ancora, ma da noi si può dire che nevica fuoco, come sulle città maledette della Bibbia; in ognuno di quei mesi se un Siciliano lavorasse sul serio spenderebbe l’energia che dovrebbe essere sufficiente per tre; e poi l’acqua che non c’è o che bisogna trasportare da tanto lontano che ogni sua goccia è pagata da una goccia di sudore; e dopo ancora, le pioggie, sempre tempestose che fanno impazzire i torrenti asciutti, che annegano bestie e uomini proprio lì dove una settimana prima le une e gli altri crepavano di sete“. Stiamo riportando un passo del romanzo Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. E’ una parte del dialogo tra Don Fabrizio Salina e Chevalley. L’autore descrive, tra le altre cose, le bizze del clima siciliano e i problemi che crea. Oggi sono in corso i cambiamenti climatici, certo. Ma quasi cento anni fa, senza cambiamenti climatici, in Sicilia si alternavano siccità e inondazioni: proprio quello che succede ancora oggi. Fino a qualche giorno fa cittadini comuni e agricoltori siciliani chiedevano al Governo dell’Isola aiuti per la mancanza d’acqua; poche ore dopo ci sono cittadini che chiedono al Governo dell’Isola aiuti per fronteggiare i danni provocati dalle inondazioni. In queste ore le piogge incessanti stanno colpendo alcune aree del Catanese e, in generale, la Sicilia Jonica. Tra qualche giorno potrebbe toccare ad altri centri abitati della Sicilia.

Giusto parlare dei danni provocati dalle violente piogge a Riposto e ad Acireale. Ma non ignoriamo quello che potrebbe succedere a Palermo, soprattutto nell’area di Mondello, Valdesi e Partanna Mondello

Dietro queste alluvioni ci sono, sì, i cambiamenti climatici ma anche decenni di abbandono del territorio. Sono mancate le risorse finanziare? Oggi è in buona parte così. Ma negli anni passati le risorse finanziarie c’erano ed è stato fatto poco o nulla. Responsabilità dello Stato e della Regione? Certo. Ma non dimentichiamo i Comuni, che in Sicilia non hanno brillato negli interventi di salvaguardia del territorio. Ancora oggi in Sicilia la politica si cimenta con le sanatorie edilizie, anche lungo le coste, in barba alla legge. Lo sfascio ambientale, in Sicilia, regna sovrano. Prendiamo l’esempio di Palermo, cominciando dall’area di Mondello-Valdesi dove negli ultimi venticinque anni la ‘cementificazione’ del territorio è più che raddoppiata. Di per sé, quella di Mondello, è un’area fragile: fino ai primi del ‘900 era una zona paludosa che è stata bonificata. Ma rimane una zona in buona parte impermeabile. E che hanno fatto gli amministratori del capoluogo siciliano negli ultimi venticinque anni e forse più? Nuovo cemento a tempesta, nuove ville, nuove strade. Se era già difficile combattere il ristagno d’acqua, dopo venticinque anni di ulteriore cemento lo scenario è di gran lunga peggiorato. Alla politica cittadina tutta, di centrosinistra e di centrodestra, di tutelare il territorio di Mondello, di Valdesi e di Partanna Mondello non glien’è fregato nulla. Se non fosse intervenuta la guerra in Ucraina, che sta svuotando le ‘casse’ dell’Unione europea e, quindi, anche dello Stato italiano, a Palermo sarebbe arrivata una nuova ondata di cemento per realizzare altre sei o sette linee allucinanti di Tram. E sapete dove la vogliono realizzare una di queste linee di Tram? A Modello! Per non parlare di altre aree della città che con piogge di media intensità si allagano. Inutile infilare la testa sotto la sabbia: siamo a rischio.

Il fatto di fare parte di un’Unione europea di ‘banditi’ peggiora la situazione dell’Italia e, quindi della Sicilia

Mondello è la metafora della Sicilia alle prese con le piogge sempre più pericolose. Quello che in queste ore sta avvenendo a Riposto, ad Acireale, a Fiumefreddo, a Giarre e in altre aree della Sicilia Jonica potrebbe avvenire in altre parti della nostra Isola. Chi in Sicilia pensa che le alluvioni colpiscano sempre la parte orientale della nostra Isola si sbaglia. Ricordiamo cosa avvenne il 15 Luglio del 2020 a Palermo, quando, dopo una violenta pioggia, non si registrarono morti per miracolo. Oggi, rispetto al passato, la situazione è molto più complicata, perché siamo finiti dentro un’Unione europea di ‘banditi’ che deruba sistematicamente l’Italia nel nome di un debito pubblico truffaldino e, contemporaneamente, dentro una guerra – la guerra in Ucraina – che sta letteralmente ‘dissanguando’ le finanze della Ue. Come scrive da oltre due anni il Segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte, non ci sono più né i fondi del Pnrr, né le risorse del Fondo di sviluppo e coesione. Risorse che, in ogni caso, servirebbero a poco contro l’inclemenza del clima, perché le opere di salvaguardia del territorio avrebbero dovuto essere realizzate almeno dieci anni fa, quando si cominciavano a spendere miliardi a tempesta per faraoniche opere ferroviarie a Palermo e a Catania. Questi sono i fatti, il resto sono chiacchiere.

Ma quanto sono bravi questi di CasaPound? Grazie a loro, a ridosso delle elezioni regionali in Emilia Romagna, invece di parlare della pessima amministrazione di questa Regione, si parla di fascismo e antifascismo. Lo strano ‘caso’ della soccida, ignorata da destra e sinistra. Chissà perché…

In Emilia Romagna sono state registrate tre alluvioni in due anni. L’ultima alluvione di qualche tempo fa ha messo in mostra la pessima amministrazione della Regione Emilia Romagna. Le immagini di fiumi e corsi d’acqua pieni di detriti hanno inondato, è il caso di dirlo, la rete. Dopo due alluvioni non hanno nemmeno pulito fiumi e corsi d’acqua: da qui le ennesime esondazioni. In Emilia Romagna si vota Domenica prossima per le elezioni regionali. E cosa hanno fatto i signori di CasaPound? Hanno organizzato una manifestazione politica che ha dato vita a disordini. Così in Emilia Romagna, a ridosso del voto, invece di parlare della pessima amministrazione regionale uscente, si è parlato di fascismo e antifascismo, avvantaggiando la parte politica che amministra l’Emilia Romagna da 54 anni. Infatti da quando, nel 1970, sono state istiuite le Regioni, l’Emilia Romagna è sempre stata amministrata prima dai comunisti e poi dagli ex comunisti. E’ normale che in democrazia una Regione sia sempre amministrata dalla stessa parte politica? A nostro modesto avviso, no. E i risultati, pessimi, delle politiche ambientali ne sono una dimostrazione palmare. E quando parliamo di politiche ambientali non ci riferiamo solo alle inondazioni ma anche alla patologica diffusione di allevamenti intensivi presenti in Emilia Romagna (ma anche in Veneto e in Lombardia) che provocano sofferenze immani agli animali e uno spaventoso inquinamento ambientale. Come mai le tanto celebrate trasmissioni televisive di approfondimento ‘di sinistra’ non si sono mai occupate dei disatsri ambientali dell’Emilia Romagna? Come mai in tempi di ristrettezze economiche si continuano a penalizzare scuola pubblica e sanità pubblica e nessuno parla della soccida, un contratto agrario ancora oggi applicato che, in termini fiscali, avvantaggia incredibilmente i titolari degli allevamenti intensivi non soltanto dell’Emilia Romagna, ma anche delle ‘leghiste’ Lombardia e Veneto? Il Partito Democratico, il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e il leader della Lega, Matteo Salvini, non sanno nulla della soccida? (qui un articolo).

Prendiamone atto: non solo l’Italia è priva di opere di prevenzione contro le alluvioni ma mancano anche i soldi per fronteggiare i danni

E oggi? L’unica cosa che possiamo fare è pregare e invocare la protezione di Nostro Signore Iddio, perché le piogge violente possono arrivare in tutte le aree d’Italia e della Sicilia. E serve a poco, in questo momento storico, sapere se il clima della Terra si riscalda a causa dell’eccesso di CO2 o a causa del Sole. Serve a poco in Sicilia e serve a poco nel resto d’Italia. Oggi dobbiamo aspettarci di tutto. Sapendo che, grazie a una fallimentare Unione europea alla quale l’Italia ha ceduto la propria sovranità politica, la propria sovranità monetaria e, di conseguenza, la propria sovrantà alimentare e la propria sovraniità economica, non solo la Sicilia ma tutta l’Italia non ha le risorse per fronteggiare i danni che il clima potrebbe provocare. Ormai il territorio italiano è quello che è e si può fare poco o nulla per la prevenzione. E mancano anche i soldi per affrontare i danni. Se il protagonista de Il Gattopardo, tornando all’inizio di questo articolo, manifestava dubbi sul fatto che l’Italia dei Savoia avrebbe fatto qualcosa di buono per la Sicilia, oggi abbiamo la matematica certezza che, dentro l’attuale Unione europea dell’euro, l’Italia può solo fallire: che è quello che sta avvenendo.

Sopra, un’immagine di alluvione a Crotone, foto Wikipedia

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