L’avventura nel mondo di Santa Teresa d’Avila nata nel 1515 e salita in Cielo nel 1582, protagonista di un Secolo difficilissimo per la Chiesa cattolica attaccata dalla riforma di Lutero

di Frate Domenico Spatola

Santa Teresa d’Avila è stata proclamata Santa da Papa Paolo VI nel 1970 insieme con Caterina da Siena

Quando nel 1970 Paolo VI proclamò due sante donne, Teresa d’Avila e Caterina da Siena, “dottori della Chiesa”, più di un conservatore biasimò la “novità”. Quel titolo era fino ad allora solo per maschi ecclesiastici. Il Papa di allora volle offrire una opportunità alla Chiesa di guardare alla spiritualità squisitamente ispirata dalla femminilità. Teresa con il suo itinerario intimo e il suo amore ardente per Gesù, registrato nei libri autobiografici in altissima ispirazione mistica, evoca quello delle “Marie” dei Vangeli, la cui vita fu polarizzata dal Signore (“Kyrios”). Teresa, nata nel 1515, morirà il 1582, anno e giorno in cui iniziava l’attuale calendario “giuliano-gregoriano”. Specifico della sua missione fu la “Riforma dell’ordine carmelitano”, che da lei, per distinguersi, aggiunse il titolo “scalzo”. Della sua mistica impressiona la familiarità avuta con Gesù. Gli parlava come all’amico, al compagno di banco, con estrema naturalezza come… allo Sposo, secondo l’intuizione geniale e artistica del Bernini, nel celebre gruppo marmoreo, che con duttilità sopraffina ne rappresenta “l’estasi d’amore”.

“Teresa non permise a Gesù di restare alla porta del suo cuore a bussare per entrarvi, fu sollecita a farlo entrare per rimanere e Gesù non andò mai via”

Teresa visse nel secolo più inquietante per la Chiesa. Due anni dopo la sua nascita, Lutero attaccava alla porta del castello Wittemberg le sue 95 Tesi di ribellione alla Chiesa cattolica, ponendo le basi della sua Riforma. La Cristianità minata in uno dei due pilastri della Rivelazione: la Tradizione. Per Lutero ormai era la “Sola Scriptura”. In crisi dunque i capisaldi, che istituivano la Chiesa da quindici secoli. Così il papato, l’episcopato e tutto il ministero, i sacramenti celebration, eccetto il battesimo e la cena eucaristica, platealmente contestati e rigettati. Ma anche la vita monastica fu profondamente in crisi, e molti monaci e frati fuoriuscirono. Una Riforma ecclesiastica era stata invocata un secolo prima nel Concilio di Costanza. Invano. Come tre secoli prima a Francesco d’Assisi, anche a Teresa, Gesù Cristo disse: “Ripara la mia Chiesa che minaccia rovina!”. Ci provò la nostra Santa, coinvolgendo nello stesso fervore riformatore anche altri ordini religiosi come i Francescani di Pietro d’Alcantara (“alcatarini”), successivamente santo anche lui. Comprensibilmente anche l’ordine carmelitano maschile, ispirato da San Giovanni della Croce, risentì della Riforma. Teresa non permise a Gesù di restare alla porta del suo cuore a bussare per entrarvi, fu sollecita a farlo entrare per rimanere e Gesù non andò mai via. Morì il 4 ottobre 1582, ma quel giorno era già il 15 ottobre del nuovo calendario. Originale e innovativa anche nella morte.

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