L’agrivoltaico per il grano non funziona, è antieconomico. I grandi player e chi li appoggia se ne facciano una ragione. Il celebre cavallo di Troia insegna che bisogna dubitare di certi ‘regali’…

Un post dell’autorevole pagina Facebook Foodiverso dimostra, ‘numeri’ alla mano, che la coltivazione del grano con il sistema dell’agrivoltaico è economicamente improponibile

“O IL CIBO O L’ENERGIA” è il titolo di un post che leggiamo nell’autorevole pagina Facebook Foodiverso. Il post che affronta un tema attuale: il rapporto tra agricoltura e agrivoltaico. “La sostituzione del fotovoltaico ‘a terra’ con l’agrivoltaico che doveva, nell’intenzione dei grandi player dell’energia, accoppiare la produzione agricola con quella di energia rinnovabile comincia a mostrare tutti i propri limiti. Una recente ricerca scientifica condotta in provincia di Mantova, pubblicata la settimana scorsa su Agroforestry Systems dal titolo “Determination of feed yield and quality parameters of whole crop durum wheat (Triticum durum Desf.) biomass under agrivoltaic system”, (Dal Prà et al., 2024) conferma quanto già era emerso in precedenti studi scientifici, ovvero che la coltivazione di particolari colture (come il grano) con il sistema dell’agrivoltaico è economicamente improponibile. Nello specifico la resa del frumento, coltivato sotto i pannelli solari, è stata inferiore del 30 % circa, rispetto alla coltivazione tradizionale, confermando quanto già rilevato da un’altra sperimentazione Potential of sugar beet (Beta vulgaris) and wheat (Triticum aestivum) production in vertical bifacial, tracked, or elevated agrivoltaic systems in Belgium (Reher et al., 2024). In quest’ultimo studio le rese di frumento, a causa dell’agrivoltaico, sono risultate decurtate in media del 33 % nel 2022 e del 46% nel 2023. A queste rese inferiori va sommato l’8% di terreno utile perso per la sistemazione dell’impianto energetico. Questi dati confermano, ove ce ne fosse ulteriore bisogno – prosegue il post – che la già antieconomica coltivazione del grano diventerebbe soltanto una questione di ‘facciata’ se accoppiata con l’agrivoltaico. Gli attuali risibili margini economici delle aziende agricole e la disperazione degli agricoltori, stanno spingendo a introdurre i ben più remunerativi impianti agrivoltaici; scelta che nessuno si può permettere di criticare. Ma da qui a giustificare l’inserimento di questi impianti con una presunta duplice attitudine (contemporanea produzione di cibo ed energia) ce ne corre. Questa narrazione viene prodotta soltanto per tentare di proporre un’imbarazzante giustificazione alle multinazionali energetiche per rifarsi una verginità. Per quanto ci riguarda si vede che al posto di pane e pasta fatti con il grano dovremo optare per quelli prodotti con la farina di insetti”. #grano#wheat#Fotovoltaico#energiarinnovabile#rinnovabili#sostenibilità#sustenaibility#food#Agrifood

Il convegno di Catania

Superfluo precisare che condividiamo pure le virgole di questo post che arriva da una fonte che, in materia di agricoltura, è, come già accennato, autorevole. Ci limitiamo soltanto ad aggiungere qualche riflessione. In Sicilia ci sono aree industriali abbandonate, aree artigianali abbandonate, terreni dove insistono cave di pietra dismesse, eppure i ‘Signori del fotovoltaico’ puntano sui terreni agricoli. Grazie alla crisi del grano, provocata dalla caduta del prezzo di questo cereale e dalla crescita dei costi di produzione, in tanti seminativi siciliani i pannelli fotovoltaici hanno già sostituito il grano. Gli agricoltori siciliani messi alle strette dalla crisi, che affittano o cedono i propri terreni seminativi ai ‘Signori del fotovoltaico’, non vanno certo biasimati, perché produrre il grano duro in perdita è improponibile. Ma i grandi player dell’energia non si accontentano: hanno trovato anche la soluzione per chi, nonostante i tanti problemi creati all’agricoltura, vogliono continuare a coltivare i campi. Nasce da qui l’agrivoltaico, presentato come una grande opportunità e, magari, come un bel regalo agli agricoltori. Due giorni fa un convegno a Catania. Da qui un articolo del quotidiano La Sicilia dal titolo: “La Sicilia protagonista nel mercato dell’agrivoltaico“. I colleghi de La Sicilia precisano in calce all’articolo: “Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore”. Inutile girarci attorno: stanno provando in tutti i modi per ridurre drasticamente l’agricoltura in Sicilia per produrre energia solare. E sfacciatamente cercano di ammantare un’operazione economica di stampo neo-coloniale come un grande ‘regalo’ fatto alla Sicilia. Ma come insegna la storia del celebre cavallo di Troia, è bene diffidare sempre dai ‘nemici’ che portano regali…

Il vero obiettivo è l’eliminazione dell’agricoltura. Vi raccontiamo perché gli agricoltori resisteranno mentre ‘I signori dell’energia’ andranno a sbattere

Insomma, è in atto un tentativo di imporre anche l’agrivoltaico comunque e in ogni dunque. Che almeno per il grano non è conveniente sotto il profilo economico. Sarà conveniente per i grandi player dell’energia, sarà conveniente per i ‘mallevadori’ di queste operazioni ma non è conveniente per chi coltiva grano. La domanda è: perché questa insistenza a mescolare agricoltura con pannelli fotovoltaici? La risposta è semplice: perché il vero obiettivo è l’eliminazione dell’agricoltura dalla Sicilia e lo stravolgimento dei paesaggio agrario. Riusciranno nel loro intento? A nostro modesto avviso, no. Intanto, bene o male, nonostante i problemi, c’è una certa resistenza da parte degli agricoltori siciliani: il fatto che siano stati protagonisti di una protesta di piazza, che ancora non è sopita – nel corso della quale si è perlato più volte della prossione esercitata dai ‘Signori del fotovoltaico’ – è già un fatto importante. C’è un altro motivo: il mondo sta cambiando. Le guerre in corso in mezzo mondo cambieranno, a breve, le condizioni economiche nell’Occidente, a cominciare dall’Europa. La crisi ecnomica (e non soltanto economica) che si profila farà tornare l’agricoltura strategica. Mentre gli impianti energetici, come sta avvenendo in Ucraina, diventeranno sempre meno sicuri.

Foto tratta dalla pagina Facebook Foodiverso

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