L’addio di Klaus Schwab al vertice della direzione del World economic forum di Davos e la sua sostituzione con Peter Brabeck-Letmathe, già presidente del Consiglio di amministrazione di Nestlè

di Diego Fusaro

Non è solo la storia di un potente che lascia e di un altro potente che lo sostituisce. Attenzione, perché questo consesso esclusivo fino ad oggi ha condizionato le sorti dell’Occidente (e non soltanto)

Klaus Schwab (foto sopra tratta da Wikipedia) lascia la direzione del World economic forum di Davos in seguito a una inchiesta che è stata avviata contro la sua persona. Così leggiamo ad esempio su milanofinanza.it: “Le accuse parlano di prelievi di contanti effettuati da dipendenti su richiesta diretta di Schwab, utilizzo di fondi del Forum per massaggi privati in hotel e viaggi di lusso camuffati da missioni ufficiali da parte della moglie”. Insomma pare che anche i cosiddetti filantropi e benefattori dell’umanità, che si radunano a Davos ovviamente solo per tutelare il bene del genere umano, non siano esenti da tentazioni egoistiche e dal tornaconto personale. Chi l’avrebbe mai detto, nevvero?

La responsabilità della solita informazione addomesticata che ancora oggi fa passare come “filantropi” i potenti di questo gruppo che fanno solo i propri interessi

Ad interim il ruolo di Schwab verrà ricoperto da Peter Brabeck-Letmathe, già presidente del Consiglio di amministrazione di Nestlè. In passato, Brabeck-Letmathe era stato al centro di una polemica infuocata, in quanto era stato accusato di aver sostenuto di volere la privatizzazione dell’acqua: la tesi, invero, era stata giudicata falsa dallo stesso Brabeck-Letmathe, e anche sul sito di Nestlè si premurano di respingerla. Sia quel che sia, il signor Brabeck-Letmathe rappresenta una multinazionale che difficilmente si può intendere come il trionfo del bene comune e dell’interesse dell’umanità. D’altro canto, dovrebbe essere chiaro a tutti che cosa sia realmente il forum internazionale di Davos: un luogo ai più inaccessibile, in cui le classi dominanti si danno convegno per fissare le loro traiettorie di classe, per stabilire i loro interessi e come raggiungerli, per allargare il proprio dominio economico e politico. Fa parte della pittoresca storia dell’ideologia il fatto che molti credano davvero che il forum di Davos miri al benessere del genere umano e sia popolato da filantropi intenti soltanto a tutelare il bene dell’umanità tutta. Mai la subalternità dei gruppi dominati era stata così radicale come è oggi: a tal punto che essi credono che siano filantropi i loro nemici di classe e che siano benefici i progetti con cui essi tutelano unicamente il loro interesse.

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